Il prossimo 2 dicembre, il miglior calciatore dell’anno riceverà il celebre “Pallone d’oro”. Dietro questo mitico trofeo, che entusiasma l’intero mondo del calcio, si cela il savoir faire della Maison parigina Mellerio.
Se Mellerio è oggi famoso per le sue creazioni gioielliere, è nell’oreficeria che è iniziata la sua storia. In origine, i Mellerio erano orafi italiani, che nel lontano 1515 scelsero di stabilirsi in Francia per sviluppare il proprio commercio. Oggi, la Maison ha mantenuto questo know-how e continua a produrre esemplari di alta oreficeria, tra cui i trofei sportivi assegnati durante il torneo Roland Garros, i concorsi ippici Longines Master e il Pallone d’Oro.
Marco van Basten mostra il Pallone d’oro conquistato nel 1988.
Una tradizione iniziata negli anni ’50.
Gli esordi del Pallone d’oro risalgono al 1956 quando la rivista francese France Football decise di premiare ogni anno il miglior giocatore di calcio e chiese a Mellerio di immaginare un trofeo che corrispondesse a questa distinzione. Il primo in ordine cronologico ad essere premiato fu quell’anno Stanley Matthews, brillante giocatore inglese.
Nel corso dei decenni nell’albo d’oro si sono annoverate le grande stelle del football: da Marco van Basten del Milan a Michel Platini.
Nel 1984 Michel Platini fotografato con il secondo dei suoi tre Palloni d’oro consecutivi, record per il premio nell’era originaria di France Football.
Ma la svolta nella storia del pallone d’oro arrivò nel 1995, quando France Football consentì l’accesso al trofeo anche ai giocatori extraeuropei. Entrarono così nella classifica dei più premiati George Weah, il brasiliano Ronaldo e il talentuoso Lionel Messi. Mancava però ancora un tassello: riconoscere che il calcio fosse uno sport praticato anche dalle donne e valutare il miglior exploit femminile dell’anno. E’ accaduto per la prima volta nel 2018, quando la rivista ha chiesto a Mellerio di realizzare una seconda “palla d’oro” per premiare il miglior talento femminile: Ada Hegerberg.

A Parigi, Mellerio si dedica dal 1956 alla realizzazione del Pallone d’oro negli atelier di Rue de Paix.
In oltre 60 anni il processo di produzione del Pallone d’oro non è cambiato: inizia 6 mesi prima della consegna e richiede quasi cento ore di lavoro.
Dopo aver saldato due semisfere di ottone, l’orafo crea un’apertura che permetterà di incastonare il pallone su un blocco di pirite. La fase successiva viene presa in cura dal cesellatore che pazientemente definisce le caratteristiche “cuciture” , riproducendo i trentadue riquadri del pallone da calcio. Una fase che richiede ben 15 ore di lavoro. Seguono poi altri interventi di alto artigianato: la lucidatura, l’incisione del nome del vincitore e la doratura. Solo al termine di questo processo minuzioso il pallone torna nelle mani dell’orafo che realizza l’assemblaggio finale sulla base di pirite. Pronto per essere portato in trionfo negli stadi. Emblema di talento, non solo del calciatore, ma anche dei mestieri d’arte che l’hanno con cura plasmato. Che vinca il migliore!
