La maison francese festeggia il suo 240esimo anniversario presentando la collezione Perspectives de Chaumet.
Se la pandemia globale quest’anno non ci ha permesso di vivere Parigi durante la Haute Couture Week e scoprire dal vivo la nuove collezioni di alta gioielleria, nella prima settimana di luglio la maggior parte delle case francesi ha organizzato incontri digitali con i giornalisti. Il Covid19 non ferma la creatività e nemmeno la consapevolezza che nonostante la distanza fisica ci si possa incontrare virtualmente per condividere il Bello. Tra questi seminari digitali quello di Chaumet è stato tra i più precisi e ricchi di informazioni tecniche. Qualità da non trascurare perché hanno saputo colmare quel vuoto generato dalla mancanza di una esperienza touch and feel, sempre produttiva di emozioni e riflessioni.
Perspectives de Chaumet – L’anello trasformabile Skyline in oro giallo, con diamanti a taglio brillante offre una visionaria prospettiva sulla trasformabilità di un gioiello.
E’ stato l’amministratore delegato Jean-Marc Mansvelt, supportato dal capo dell’atelier creativo Benoît Verhulle e da alcuni esperti del dipartimento gemmologico, a svelare segreti e dettagli di Perspectives de Chaumet, composta da 81 esemplari, alcuni dei quali usciranno dall’atelier nelle prime settimane di Settembre.
Perspectives de Chaumet – Anello Skyline in oro giallo, con un diamante D FL tipo IIa taglio Asscher da 7,34 carati e diamanti calibrati taglio baguette. Il capitolo Skyline reinventa l’architettura delle capitali contemporanee, giocando sulla infinite possibilità di lavorazione dell’oro. Lucidato, traforato, inciso o martellato il metallo nobile diventa protagonista richiamando lo stile di Pierre Sterlé che collaborò dagli anni ’30 in avanti con Chaumet e molte altre case parigine di gioielleria.
“Perspectives” è un inno ad una tematica amplia e feconda di creatività: l’architettura, ispirazione che nutre la maison fin dalle sue origini, nel lontano 1780. Ma c’è di più: gioielleria e architettura sono in realtà due universi che condividono lo studio di medesime variabili e vincoli. Proporzioni, peso, altezza, volumi e virtuosismi sono i canoni da valutare attentamente durante la realizzazione di un bel monile per permettere che un oggetto di gran valore possa essere indossato con naturalezza e facilità. Tra le tante tipologie di creazioni della storia della gioielleria, il diadema, simbolo di Chaumet da oltre due secoli, è forse l’esempio più calzante per individuare questa stretta somiglianza con un’opera architettonica. Se riflettiamo, la tiara nella sua struttura assomiglia ad un leggerissimo ponte che deve restare perfettamente in equilibrio sul capo di una donna, costruito altresì per supportare il peso di gemme e pietre preziose.
Perspectives de Chaumet – Diadema Lacis in oro bianco, un diamante D VVS1 a taglio ovale da 5,02 carati, un diamante D VVS2 taglio a goccia da 2,21 carati e diamanti a taglio brillante. Collana Lacis in oro bianco, un diamante FIY VS2 taglio a goccia da 1,02 carati, un diamante FIY IF taglio a goccia da 5,71 carati e diamanti a taglio brillante.
Ecco quindi che il rapporto tra architettura e alta gioielleria, ben distinguibile anche nella trasformabilità di una creazione, risulta un tema di grande risalto che Perspectives de Chaumet approfondisce attraverso la presentazione di sei ampie tematiche con una visione che non dimentica l’approccio contemporaneo. Il capitolo titolato Lacis indaga uno dei biglietti da visita più famosi della Maison, la tecnica del fil couteau in cui tradizionalmente le pietre sono incastonate su fili d’oro estremamente fini grazie ai quali la montatura sembra scomparire. Qui, nel diadema Lacis in oro bianco, padroneggiata alla perfezione dagli artigiani dell’atelier, magnifica la luce dei diamanti a taglio ovale e a goccia, mentre su anelli e bracciale in parure viene ripresa con un obbiettivo estetico decisamente audace. “Abbiamo trasformato il fil couteau in una struttura reticolare”, ha spiegato Mansvelt. Le gemme, rubelliti dal taglio ovale di ampia caratura sembrano fluttuare avvolte da preziose mashrabiyya tipiche dell’architettura dei paesi arabi.
Perspectives de Chaumet – Bracciale Lacis in oro bianco, con 3 rubelliti a taglio ovale da 5,05, 5,30 e 12,47 carati e diamanti a taglio brillante.
Altrove Chaumet preferisce giocare sulle geometrie, sovrapponendo forme e volumi a luce e variopinte tonalità. Il capitolo, secondo la maison, desidera evocare il costruttivismo russo, ma a noi, che siamo italiani, balza subito alla mente il richiamo ai misteriosi giardini labirinto, quei dedali così suggestivi come il giardino di Villa Giusti a Verona o quello sull’Isola di San Giorgio a Venezia.
Anello Labyrinthe in oro bianco, con uno smeraldo taglio smeraldo dello Zambia di 3,70 carati, agata e onice calibrati e diamanti a taglio brillante. Spilla Labyrinthe in oro rosa e madreperla, una perla bianca dei Mari del Sud di 16,24 carati e diamanti a taglio brillante.
Le trame si susseguono lungo intricate silhouette dove regna il blu vivido di Zaffiri birmani e il rosa aranciato degli zaffiri padparadscha provenienti da Ceylon. Oppure a essere protagoniste sono le perle dei Mari del Sud o un eccezionale smeraldo dello Zambia con il suo verde vellutato nell’audace armonia di accenni di agata e onice nero. Emblema di un equilibro calibrato tra grazia e vivacità che esprime il grande incontro tra classicismo e innovazione nell’arte dell’alta gioielleria.