Una collezione di alta gioielleria immaginata e realizzata per stupire e raccontare tra le linee creative del suo design, quanto le pietre, luminose e prive di qualsiasi trattamento, restino essenziali per un gioiello senza tempo. A New York Cartier svela il secondo capitolo di Résonances.
Résonances De Cartier – Chandigarh – Collana e Orecchini Tutti Frutti – Oro bianco, smeraldi e rubini incisi, diamanti ( 9,81 cts ), un rubino centrale inciso (provenienza Mozambico di 16,31 cts), incastonato con un diamante esagonale. Orecchini in oro bianco, rubini e smeraldi incisi, brillanti (totale 3 cts). E’ possibile indossare il motivo al lobo senza la parte alta. ©TheDucker
“Dopo dieci giorni di traversata, Pierre e Louis scoprirono il porto di New York, poi il colorito frastuono delle strade, i poliziotti a cavallo a fianco di biciclette e tricicli fra lo squillare delle campane in ottone dei pompieri, il suono dei clacson delle automobili… ed il rumore degli autobus, il tutto di una intensità da capogiro”.
È così che Gilberte Gautier ci racconta l’inizio dell’avventura americana dei due fratelli Cartier in un piccolo delizioso saggio edito nel 1980.
Un piccolo tesoro da leggere e custodire, regalatomi da una cara amica che mi ha fatto riflettere su quanto, più che una favola, termine comunemente associato al nome della marca parigina, l’epopea di Cartier sia davvero uno spaccato della storia culturale francese e non solo. Un affresco di intrecci reali e tangibili di un epoca che pare lontana ma in definitiva è ancora attualissima, anzi continua a vivere nella sua creatività.
Per i Cartier quel viaggio affrontato per mare nel 1908 rappresentava il desiderio di diventare la più famosa casa di alta gioielleria al mondo e l’apertura di nuova sede, allora al n. 712 della Quinta Strada, ai nostri giorni appena qualche numero più in là (al 767 5th Ave), la baldanzosa volontà di espansione degna delle più nobili virtù cavalleresche!
Non poteva che essere New York la metropoli scelta per svelare il secondo capitolo di Résonances, la collezione di alta gioielleria che come ogni epopea che si rispetti, in soli pochi mesi, (precisamente da luglio a metà ottobre), ha vissuto la sua odissea dall’Europa, a Londra, attraversando l’oceano fino agli Stati Uniti.
E come in passato, in quei coinvolgenti anni della Belle Époque in cui la famiglia Cartier coraggiosamente disseminava i codici del suo stile nei quattro angoli del mondo, anche oggi in Résonances la forza di saper valorizzare al massimo le gemme attraverso un’ architettura riconoscibile e fedele a stessa resta la forza della Maison. Cento opere d’arte che a vederle dal vivo si rimane senza fiato; a me è capitato a Parigi, all’interno di uno degli atelier di Cartier, durante un soleggiato pomeriggio di luglio.
All’inizio la “résonance” ( in italiano diremmo vibrazione) citata nel titolo della collezione arriva dalla pietra scelta con lo scopo di trasmettere una particolare energia. Come? Attraverso il taglio, la forma, la lucentezza, ma soprattutto grazie al suo colore naturale. Se ci soffermiamo a pensare all’infinito arcobaleno di tonalità che la natura possa regalare per ogni singolo tipo di gemma, arriviamo a comprendere quanta ricerca e selezione si celi dietro la creazione di un gioiello a partire dal grezzo la cui basilare prerogativa sia un’estrazione etica. E in questo caso fortunatamente, cari amici, possiamo dormire sonni sereni!
Résonances De Cartier – Pantera “Tumultueuse” – Collana oro bianco, brillanti (17,56 cts), sferette tormalina blu, onice. Acqua Marina “Santa Maria” (52,36 cts, taglio cuscino). La creazione possiede una estrema trasformabilità; la collana può essere indossata senza la pantera che può diventare spilla con o senza il pom-pom di tormaline. ©TheDucker
Dicevamo emozioni, quella più intensa? Personalmente è scaturita al mio primo incontro con Pantera “Tumultueuse”, una superba collana in cui a dominare è una acquamarina di 52,36 carati, sensuale e suadente.
La gemma è del tipo “Santa Maria” una definizione che si riferisce alla prima miniera brasiliana dove fu scoperta questa tonalità di azzurro particolarmente sostenuto e che già mi aveva colpito al SIHH 2017 di Ginevra allora in un orologio gioiello sempre della Maison.
Pura vitalità e dinamismo che per la collezione Résonances sono state interpretate grazie all’ inconfondibile tocco dello Studio di Design di Alta Gioielleria di Cartier sotto la supervisione di Jacqueline Karachi a Parigi.
Una privilegiata clientela internazionale ha scoperto a Londra il primo capitolo della nuova collezione di alta gioielleria Résonances de Cartier. CLICCA QUI per leggere l’articolo di Laura Canepa.
Ma come accade spesso al primo rendez-vous, quando con il passare degli attimi emergono nuove sensazioni, davanti a Résonances soffermandomi con attenzione sono comparsi pian piano infiniti dettagli. È una fase affascinante, con sensazioni meno istintive, più equilibrate, più mature, come può capitarci dinanzi ad un dipinto o meglio in questo caso una scultura.
Ad affiorare sono dettagli che creano giochi di profondità e nuove prospettive nascendo da un semplice disegno su carta e quindi dal talento nel gestire linee pure e nitide verso una costruzione architettonica sempre più consapevole. Ora è un reticolo in oro bianco e diamanti che come un ricamo compare attraverso la profondità di una rubellite ( nel collana Retba), ora deliziose foglie di quercia americana scolpite in legno pietrificato bruno (nel bracciale Rubra) a raccontarci in un caso la geometria più astratta, nell’altro l’arte figurativa.