La 28° Biennale dell’antiquariato parigina ha riservato quest’anno tante novità. Disertata dai grandi marchi europei, ha segnato invece l’esordio al pubblico di uno dei nuovi volti dell’alta gioielleria. Lei è Cindy Chao e questa la sua intervista a The Ducker Magazine.
Il primo showroom aperto a Taipei nel 2004. Dopo Beijing e Hong Kong ora sei giunta a Parigi. Ma la tua non vuole essere solo pura gioielleria. Tu preferisci chiamarla arte.
Quali le origini di questo forte desiderio?
Mio nonno era architetto e mio padre scultore. Sotto la loro guida ho imparato fin dall’infanzia a guardare il mondo in tre dimensioni e a sviluppare una passione personale per l’architettura. Ma nell’anima volevo essere un’ artista, non solo una designer di gioielli.
Quale dei loro insegnamenti ti è più caro?
Porto con me sempre alcune parole di mio padre: “Indipendentemente dal soggetto da creare, i pezzi finali devono essere vibranti come è nella vita reale. Osserva l’oggetto. Presta attenzione ai minimi particolari, e poi, con il cuore e l’anima, dai una forma a quello che hai percepito”.
Come nascono i tuoi gioielli?
Ogni pezzo possiede una storia e trasmettere un’emozione. Prendo ispirazione dalla natura, come per la collezione Annual Butterfly Masterpieces, e traduco in scultura gioiello l’idea che ho nella mia mente. La tecnica artigianale inizia sempre con la creazione di un prototipo in cera e solo successivamente il modello viene completato con l’incastonatura delle gemme preziose. Il materiale di supporto è molto spesso il titanio, che preferisco all’oro per l’estrema leggerezza. Le ultime fasi della realizzazione vengono ultimate in Europa, da un team di circa 80 persone.
Tra le creazioni che Cindy Chao ha presentato alla Biennale dell’Antiquariato nella Broche Phoenix Feather rivivono la stravaganza e il fascino della Haute Couture della Belle Époque.
La spilla monta quasi 1.000 diamanti fancy di diverse tonalità di giallo per un totale di 88.23 carati. Realizzata in titanio la spilla pesa solo 36 grammi con una lunghezza di 18 cm. Nascosti all’interno un diamante taglio a pera color camaleonte nella combinazione dal verde al giallo di 2.47 carati, e un diamante fancy vivid giallo aranciato taglio a pera di 2.03 carati. La particolarità dei diamanti color camaleonte è racchiusa nella capacità di cambiare temporaneamente il proprio colore in base alla variazione del calore e all’esposizione alla luce. Una caratteristica in natura particolarmente rara e per questo molto ricercata.
Winter Leaves Necklace, della collezione Four Seasons, è invece una reinterpretazione del primo gioiello del brand venduto in asta nel 2007.
Una costellazione di 250 carati, per un totale di quasi 6000 diamanti, scelti con i criteri di chiarezza VVS e colori DEF, di cui 3 dal taglio ovale raggiungono insieme i 18.26 carati. Interamente realizzata in titanio e ultra leggera ( solo 78 grammi), è il risultato di più di 10.000 ore di ingegneria e artigianato.
Alla Biennale des Antiquaires Cindy Chao ha svelato per la prima volta al pubblico l’intera collezione Annual Butterfly Masterpieces, una linea che ha preso vita dal 2008. Da allora le farfalle dell’artista sono volate qua e là giungendo fino alle case d’aste più importanti, come Christie’s e Sotheby’s, raggiungendo stime parecchio elevate.
“Sono simboli dell’anima e della femminilità”, ci racconta Cindy. “Ogni farfalla vuole rappresenta un’evoluzione, il riflesso del cammino che ho iniziato a percorrere nell’universo della gioielleria”.