Prendete un sentimento puro come l’amicizia. Aggiungeteci una passione condivisa per le pietre preziose. Mescolate con altri ingredienti: il legame inscindibile con una terra magica, due spiriti liberi, creativi ed eclettici e infine spolverate il tutto con un pizzico di audacia. La ricetta avrà i sapori mediterranei, la vivacità del sud Italia, i colori cangianti di un giorno d’estate. Sceglierà un nome evocativo, estroso e stravagante. E come succede quando le cose sono fatte con amore, dopo settanta anni avrà ancora lo stesso spirito, unico e riconoscibile, come il primo giorno che è stata preparata.
The Ducker incontra l’alta gioielleria di Chantecler.

Tradizione, maestria ed heritage. Ma anche libertà creativa ed una intensa passione per il colore. Questi, e molti altri, i caratteri distintivi della Maison, ancora oggi custoditi fedelmente in ogni gioiello.
Chantecler resta orgogliosamente una storia dalla firma tutta italiana. Quanto è difficile mantenere elevati i criteri di eccellenza del made in Italy nel mondo?
Perpetuare la nostra tradizione rappresenta una naturale conseguenza della nostra storia di famiglia. Nel 1947 fu Salvatore Aprea, papà di Maria Elena, ora direttrice creativa di Chantecler, ad iniziare una coraggiosa ricerca alla scoperta dell’universo delle gemme inteso nella sua totalità. Uno studio che andava oltre i classici rubini, zaffiri e smeraldi, ma che voleva aprire i confini al colore. Salvatore amava la rarità delle pietre preziose ed in particolare prediligeva le perle naturali. Questa sua passione resta anche oggi uno dei caratteri distintivi della nostra gioielleria. Il delizioso rosa delle perle Conch o il caratteristico arancio delle perle Melo, animano ancora le creazioni Chantecler. Ovviamente, il nostro spirito mediterraneo ci porta spesso a scegliere come protagonista il corallo, esclusivamente originario dei nostri mari. In passato i capresi erano conosciuti per essere pescatori di coralli. Un mestiere che li portava anche nelle acque lontane dall’isola, spingendosi verso la Sicilia o la Sardegna. Oggi, sebbene la pesca sia stata abbandonata, la lavorazione del corallo è ancora fiorente e resta uno dei capisaldi dei gioielli Chantecler. Per scegliere il grano più uniforme possibile e la nuances perfetta occorre saper aspettare. In questi casi sono il rarissimo “Corallum Rubrum”, dal rosso intenso, ed il “Peaux d’Ange”, nelle delicate tonalità del rosa, a dettare i tempi per la creazione. Ma la fretta nell’alta gioielleria non è una variabile da prendere in considerazione!

Oggi Maria Elena Aprea è l’anima creativa della Maison. Come nasce un gioiello Chantecler?
Lo spirito della nostra isola, la sua bellezza, le sue sfumature e i profumi rappresentano la principale fonte di ispirazione. Ma spesso accade che Maria Elena scelga di capovolgere completamente la fase creativa e di partire quindi da una gemma che per taglio, colore, purezza e luminosità l’abbia colpita più di altre. Da lì inizia così a delineare e tratteggiare la creazione che potrà elevare la pietra al suo massimo splendore. Ciò che ci distingue dalle altre case di gioielleria è il desiderio costante di trasmettere uno spirito libero e gioioso, un’emozione fresca e positiva che gratifichi sempre la donna che indossa Chantecler.
Fin da primo sguardo possiamo percepire la “joie de vivre” che i vostri gioielli custodiscono! È un sentimento che anche in questo caso siete riusciti fedelmente a tramandare nel corso del tempo. Oggi come allora è uno dei valori del vostro heritage tutto italiano…
Il nostro particolare spirito creativo è sicuramente un valore che ci contraddistingue a livello internazionale. E non solo, la “joie de vivre” esprime un modus vivendi che abbiamo ereditato dalla nostra famiglia. I nostri clienti sono innanzitutto ospiti ed amici. Il legame della fiducia per noi è fondamentale. L’atmosfera di gioia fa parte dell’essenza stessa di Capri e della cultura del sud Italia, influenzandoci da sempre. Anzi, spesso amiamo dire che siamo “aperti ed accoglienti come il mare”.
Chantecler – Orecchini Caleidoscopio (Oro bianco, corallo pelle d’angelo, zaffiri rosa) (Oro bianco, corallo Rubrum mediterraneo, zaffiri rosa) ed anello Sugarloaf in oro rosa, zaffiro blu (Sri-Lanka) cabochon e pavé di diamanti.
Un’allegria che è custodita anche nel nome stesso della vostra Maison… Quale segreto si cela dietro “Chantecler”?
Piero Capuano era l’erede di una famiglia di gioiellieri napoletani ed era conosciuto per la sua predisposizione all’ospitalità; amava prendersi cura degli amici e trascorrere con loro animate serate fino all’alba. Per l’inaugurazione della casa che acquistò a Capri nel 1935, ricevette in regalo un gallo in ceramica, ispirato all’eclettico protagonista di una favola di Edmond Rostand, chiamato “Chantecler”. Da allora quello divenne il suo soprannome e qualche anno dopo anche il nome della ditta che fondò con Salvatore Aprea.

Nella storia dell’alta gioielleria il rapporto tra il designer e la donna è sempre stato considerato una relazione dai caratteri affascinanti. Nei secoli passati erano le imperatrici europee e le maharani indiane; nella seconda metà del Novecento si aggiunsero le dive e le star internazionali. Anche Chantecler è stata per tanto tempo la meta preferita di first lady e principesse divenute icone dell’universo femminile…
Le anime visionarie spesso si attraggono. Credo che questa sia una delle spiegazioni più semplici per spiegare lo stretto legame che fin dagli anni ’50 si è instaurato tra donne come Jackie Kennedy, Audrey Hepburn, Brigitte Bardot, Rita Hayworth e i fondatori di Chantecler. Pietro Capuano e Salvatore Aprea erano entrambi spiriti liberi (Salvatore per esempio dopo una laurea in legge scelse coraggiosamente di seguire la sua vera passione per la gioielleria), credevano nella modernità, nella ricerca, nell’intuito e nell’istinto visionario. Divennero punti di riferimento, non solo per le celebrities della Dolce Vita ma anche per gli stessi capresi.
Secondo voi rispetto al passato quanto è cambiata la percezione della donna nei confronti della gioielleria? I desideri sono ancorai medesimi?
Chantecler ha sempre lavorato per creare uno stile personale che non ha nulla a che fare con la tendenza o con la moda. Il nostro DNA è rimasto lo stesso, così come l’obbiettivo principale: soddisfare i desideri delle nostre clienti. Ma nel mondo attuale ovviamente qualcosa è cambiato: la donna vive un’atmosfera dinamica che spesso esige di indossare un gioiello più pratico e facile. Così invece di un sofisticato “collier de chien” proponiamo spesso un elegante e prezioso sautoir in corallo o turchese, ispirato sempre alla nostra tradizione, ma tradotto in una chiave moderna, più quotidiana. I gioielli Chantecler deve essere sì contemporanei, ma soprattutto per sempre!

Dicevamo gioielli caratterizzati da una energia positiva e piena di vita. La “gioia di vivere” Chantecler è però supportata da un contenuto artigianale serissimo. Un “saper fare” tutto italiano ed una maestria orafa che vi contraddistinguono fin dagli inizi. Quanti artigiani lavorano nei vostri atelier?
Ci sono circa 30 talenti che lavorano da noi perpetuando quella stessa eccellenza orafa degli anni ’50. Lavorano non solo l’oro, ma anche il titanio, un metallo che è entrato a far parte delle nostre creazioni. Alcuni si occupano del mosaico (per la collezione ispirata alle Maioliche), altri dello smalto cloisonné à jour per i petali colorati della collezione Paillettes. La stessa isola di Capri ha tradizioni artigianali antiche e multiformi, non solo orafe ma soprattutto tessili.
Chantecler – Collezione Maioliche – collana ed orecchini in oro bianco, titanio, zaffiro blu, diamanti, turchese e kogolong. (La parola è di origine tartara : Kaschtschilon In italiano prevale “Cacholongo” oppure “Casciolongo”. Trattasi di una varietà di Opale non nobile (intermedio tra Opale e Calcedonio, anche chiamato “Kalmuck Agate”) bianco lattiginoso simile alla porcellana.
Nel patrimonio di Chantecler troviamo simboli divenuti icone di gioielleria. Tra tutti la più famosa è la Campanella. Declinata in una miriade di colori, varianti e materiali, ad ogni tintinnio avvera un desiderio! Quale storia si cela nella sua forma caratteristica?
La campanella è sempre stata secondo la tradizione un souvenir portafortuna, protagonista di un’antica leggenda di San Michele. Nel 1944 uno dei primi esemplari firmati Chantecler, forgiato in bronzo, fu donato dai fondatori al Presidente Roosvelt come simbolo di pace, mentre la prima versione gioiello fu dedicata a Edda Ciano, cara amica di Pietro Capuano. In settant’anni abbiamo interpretato la sua essenza in infinite sfumature, passando dalla versione “Grotta Azzurra” dei primi anni ’50 in zaffiri ed acquamarina, alle più recenti edizioni limitate di alta gioielleria in rubini e pavé di diamanti. Le clienti più giovani invece amano indossare quelle in argento e smalto colorato. Ogni donna ha il suo desiderio e quindi deve poter indossare la sua personale Campanella preferita!
Chantecler – Ciondolo campanella in oro rosa e rubini, galletto in oro bianco e diamanti bianchi e anello campanella in oro giallo e smeraldi, galletto e gambo in oro bianco e diamanti bianchi.
Capri sarà sempre per Chantecler la fonte e sorgente di ispirazione più pura. Inoltre abitualmente trascorrete, insieme a tutta la vostra famiglia, buona parte dei mesi estivi sull’isola. Esiste forse un momento del giorno che Maria Elena Aprea, come direttrice e mente creativa della Maison, predilige quando vive a Capri?
Il tramonto! È sempre magico assistere all’imbrunire ai piedi del faro di Anacapri. Da maggio ad agosto, è il suo momento preferito.