Il ventesimo secolo, dai dorati anni ’20 ai più trasgressivi anni settanta, si racconta in asta a Ginevra. E’ Sotheby’s a svelarne il vocabolario, tra metamorfosi di gusto e di stile.

La principessa Elisabeth von Thurn und Taxis indossa dei bracciali con diamanti Art Déco degli anni ‘20 e ‘30, inclusi due pezzi firmati Van Cleef & Arpels.
100 anni di storia e di evoluzione del costume. Ma anche 100 anni di arte, design, moda, scoperte scientifiche ed invenzioni senza le quali oggi ci parrebbe impossibile vivere. Per indagare il ventesimo secolo un intero libro non sarebbe sufficiente. Eppure si può comprendere molto del Novecento attraverso una forma d’arte e di alto artigianato come la gioielleria. Ancora di più se gli esemplari scelti per questo viaggio nel tempo rappresentano il meglio di ciò che le donne hanno indossato il secolo scorso. Gioielli che racchiudono nella propria estetica le trasformazioni che le Maison di gioielleria hanno concepito dall’Europa agli Stati Uniti, di pari passo ai cambiamenti della società moderna.

Ritroviamo l’atmosfera dei folli e ruggenti anni ’20 in uno straordinario sautoir firmato Chaumet, in diamanti e cristallo di rocca. Realizzato nel 1929, il gioiello è stato presentato nella mostra “Chaumet in Majesty” nell’estate 2019 al Grimaldi Forum di Monaco (venduto per CHF 524,000).
Grazie a Sotheby’s, e alla magnifica asta tenutasi lo scorso 13 novembre a Ginevra, possiamo avere una fotografia netta e definita di un ampio arco di tempo, a partire dai primi decenni del XX secolo, i cosiddetti folli anni ’20, considerati il periodo d’oro della gioielleria, fino ai grintosi anni ’70 in cui la rivoluzione culturale si impadronisce anche di arte e design.
Simbolo del periodo d’oro del ventesimo secolo, questa spilla – pendente firmata Cartier, datata 1927, presenta straordinari smeraldi colombiani cabochon e diamanti incastonati nella silhouette geometrica tipica dell’Art Déco. Il gioiello è illustrato come parte di un lungo sautoir nel libro di Hans Nadelhoffer del 1984 su Cartier (venduto per CHF 1,052,000).
La magia dell’Art Déco continua a esercitare il suo fascino sui collezionisti di tutto il mondo.
“Con il suo sensazionale zaffiro birmano taglio pan di zucchero, il bracciale Cartier del 1927, venduto per 6 milioni di franchi svizzeri, conferma quanto il periodo storico dal quale proviene sia particolarmente amato ed apprezzato dagli intenditori di alta gioielleria. L’esemplare è tra i più importanti pezzi Art Déco che Sotheby’s abbia mai maneggiato. E’ inoltre appartenuto a un visionario collezionista asiatico-americano, conosciuto per avere un occhio esperto per le creazioni eccezionali” ha commentato David Bennett, presidente mondiale della divisione gioielli di Sotheby’s al termine dell’asta.
Cartier, Bracciale Art Deco realizzato da Cartier nel 1927, con un sensazionale zaffiro cabochon “pan di zucchero” birmano del peso di 46,07 carati, affiancato da due diamanti D taglio a goccia di 8,60 e 9,27 carati (venduto per CHF 6,072,900).
Descrivendo il bracciale, Daniela Mascetti, presidente europeo della divisione gioielli di Sotheby’s, ha aggiunto: “Il gioiello è un superbo esempio dell’arte di Cartier. Il suo design geometrico forte e potente, che ricorda in qualche modo la solidità architettonica, è il complemento perfetto per l’eccezionale zaffiro birmano di oltre 46 carati.”

Proveniente dalla stessa collezione privata, una spilla con zaffiri e diamanti di Cartier, datata 1937, con un particolare motivo a ventaglio geometrico, è stata venduta per 325.000 CHF.
Quest’anno l’epoca compresa tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento ha ottenuto performances eccellenti nelle aste internazionali di gioielleria.
Sei mesi dopo la sensazionale vendita della Collana Beaumont per $ 3,6 milioni, i risultati continuano a dimostrarsi più che positivi con una forte attività da parte di collezionisti asiatici, di cui circa la metà di sesso femminile.
Se sei appassionato di gioielleria vintage leggi qui l’approfondimento sull’asta di Sotheby’s dello scorso maggio e sulla vendita della collana Beaumont.

Collana con rubini e diamanti, “Serpenti”, Bulgari, anello con diamante da 10,59 carati e bracciale con diamanti
Resta il fatto che il gioiello d’avanguardia, come la maggior parte dei pezzi battuti all’asta Magnificent Jewels, è in grado di valicare i confini del tempo e quindi, acquistato e indossato oggi, seppur a distanza di decenni dalla sua creazione, non appare per nulla anacronistico. Basta osservare l’interpretazione fresca e contemporanea che scaturisce dalle fotografie della principessa Elisabeth von Thurn und Taxis, incluse nel catalogo d’asta riservato ai collezionisti più appassionati.
La giornalista tedesca ha scelto i suoi pezzi preferiti tra i 450 lotti in vendita e li ha indossati intrecciando modernità e tradizione, design vintage e contemporaneo, lasciando emergere come protagonista tutta la vibrante bellezza del gioiello.

La collana di Bulgari con brillanti e zaffiri birmani a goccia, datata circa 1970, offre una riflessione sul talento visionario della maison duranti gli anni ’70 del ventesimo secolo. Il gioiello è appartenuto all’attrice americana Faith Domergue, scoperta dal magnate di Hollywood Howard Hughes e contemporanea di Marilyn Monroe. (stimato CHF 300.000 /500.000 è purtroppo andata invenduta).
Gli ultimi anni del ventesimo secolo: i gioielli firmati JAR.
Tra i lotti che hanno dimostrato le migliori performances troviamo anche quelli firmati Joel Arthur Rosenthal, conosciuto per la sua eccezionale bravura nell’incorporare pietre con combinazioni di colori inaspettate. Iper esclusivi, anche grazie ad una produzione molto esigua che si attesta intorno agli 80 esemplari l’anno, i gioielli JAR possiedono un design unico e una lavorazione straordinaria. Caratteristiche presenti nel paio di orecchini con ametiste, diamanti e zaffiri di Ceylon, battuti all’asta per più di 400,000 franchi svizzeri. Una conferma che il talentuoso e schivo Jar resta il prediletto tra i designer contemporanei per l’occhio esperto dei grandi collezioni internazionali.
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