Nella lontana e caotica Mumbai, in India, il suo nome è sinonimo di alta gioielleria e Viren Bhagat lascia senza parole per originalità estile.
Nessun sito web. Nessuna pubblicità patinata. Nessuna boutique ammaliante per le strade più famose delle capitali. Eppure i grandi intenditori lo applaudono ed i collezionisti si battono in singolar tenzone per aggiudicarsi le sue creazioni nelle aste di Christie’s e Sotheby’s. Lui è Viren Bhagat. Il più grande gioielliere indiano.
Anello con diamante blu taglio cuscino e diamanti taglio a rosa.
L’Olimpo dell’alta gioielleria, si sa, appartiene a pochissime Maison ed il loro numero è sicuramente inferiore alle divinità che popolavano i poemi nell’antica Grecia. Ma proprio come Efesto, dio del fuoco e della metallurgia, era in grado di produrre sempre qualcosa di
impareggiabile nelle viscere dell’Etna, succede oggi che nella lontana e caotica Mumbai, ogni creazione di Viren Bhagat lasci senza parole per l’originalità del suo stile. In poche parole nel giro di circa di venticinque anni Viren Bhagat è riuscito a salire fin sulla vetta del Monte degli dei e a ricevere il giusto onore.
Orecchini a forma di fiore in oro. I petali luminosi sono diamanti gialli taglio a rosa.
Quali sono allora le sue famose virtù?
La prima in assoluto è la libertà, una filosofia di vita che governa anche il suo universo creativo.
Dal 1991, anno in cui apre il primo negozio affiancato nell’attività dai due fratelli, Bharat e Rajan, e dove ancora oggi il tempo non sembra essere passato, Viren Bhagat non ha mai voluto essere solo un designer indiano, ma qualcosa di più, un artista, internazionale.
Ecco perché i pezzi unici che escono dal suo atelier, circa 60 ogni anno, non sono mai realizzati su commissione o richiesta dei clienti, ma nascono essenzialmente per suo gusto e desiderio. I disegni, realizzati la mattina, il momento della giornata che predilige per l’ispirazione, mai ripresi o duplicati. La conseguenza più evidente, che balza agli occhi dei grandi intenditori è che le sue opere d’arte parlano la lingua più preziosa che un gioiello possa sussurrare: l’originalità.
Collana con rubini Burma, diamanti e perle naturali.
Per realizzare la collana sono stati necessari 10 anni di ricerca per reperire i 24 rubini Burma taglio cabochon.
Viren Bhagat continua, nonostante il successo che arriva dai quattro angoli del mondo a rimanere a contatto con la materia, quella delle gemme, che non solo conosce ed interpreta alla perfezione, ma dalle quali si lascia ispirare.
Solo pietre purissime ed esclusivamente naturali ed una tavolozza limitata, che potremmo aver osservato indossata dai Maharaja e dalle principesse della antica storia indiana: smeraldi, rubini, zaffiri, perle e poi, manco a dirlo, i diamanti. I suoi preferiti sono i mitici Golconda per la loro assoluta rarità, lucentezza e perché patrimonio della propria terra, estratti nelle omonime leggendarie miniere fino al XVIII secolo. Diversi per colore e per forma, talvolta inusuale, e tagliati con la massima libertà di design sempre con infinita minuzia. Talvolta sono tagli di stile Mughal, dove la pietra ha un bordo finemente sfaccettato che la incornicia. L’effetto da lontano è talmente sottile da risultare invisibile, ma da vicino regala un senso di finitura e di profondità eccezionale. Oro e platino, scelti per le montature, sembrano evaporare e sparire, lasciando il palcoscenico libero per le gemme, che risultano sospese in tutta la loro bellezza, come senza peso, nello spazio.
Bracciali in platino e diamanti.
Lo stile originale di Viren Bhagat deriva dalla capacità di assorbire le influenze passate, provenienti dalla tradizione dell’arte Mughal e dai celebri disegni dell’Art Déco anni ’20 di Cartier, trasformandole in un gioiello unico.
Un equilibrio perfetto tra Oriente ed Occidente, non solo una summa di due identità differenti ma molto di più. Come la Maison Cartier fu capace di prendere il meglio dall’arte Mughal, nei disegni, nei tagli e nella palette di colori esuberante per i collezionisti europei, incorporandolo nel proprio stile occidentale e creando qualcosa di realmente innovativo, così oggi Viren Bhagat presenta la stessa coerenza nel proprio design.
Orecchini pendenti con smeraldi e diamanti.
Spilla ispirazione Mughal in platino con smeraldi lavorati ed incisi, diamanti e perle.
Spilla con uno smeraldo inciso, 4 diamanti taglio pera e perle.
Raffinatezza e riconoscibilità derivano da uno studio preciso, quasi ossessivo delle proporzioni, che inizia fin da subito negli schizzi a matita di Viren Bhagat.
Disegni meticolosi e precisi come progetti di architettura, un senso della misura acuto ed imprescindibile, sono la base per il raggiungimento di un equilibrio perfetto tra proporzioni e simmetria.
Basta osservare alcuni gioielli per comprendere quanto tempo e passione sia dedicata allo studio della perfetta combinazione tra le pietre preziose e contemporaneamente alla ricerca dell’armonia tra l’Art Déco e gli influssi di tutte i tipi di arti Mughal, decorative, scultoree, ornamentali, architettoniche.
Collana “Drappeggio” in platino, perle, diamanti, collezione privata. Esposizione “India: Jewels that Enchanted the World”, Museo del Cremlino, Mosca, Aprile-Luglio 2014.
Per Viren Bhagat l’amore per la gioielleria è una intima questione, che scorre nei geni della famiglia da quattro generazioni.
È dal padre, pittore, docente d’arte e responsabile del reparto gioielli dello negozio che la famiglia apre a Mumbai nel 1960, che Viren apprende la sua intensa passione. Osservazione, istinto e pratica sono stati gli insegnanti migliori. Ma c’è qualcosa in più. Il talento naturale di comprendere nel profondo la materia preziosa che Madre Terra regala era scritto nel suo destino. Senza dubbio è questo dono, che non tutti possiedono, che lo rende così autentico.
Spilla “Kalgi” in platino, diamanti, smeraldo e perle. Collezione Bhagat. Esposizione “India: Jewels that Enchanted the World”, Museo del Cremlino, Mosca, Aprile-Luglio 2014.
Anello con perla naturale e diamanti.
Orecchini pendenti con perle naturali e diamanti.
Scopri il progetto digitale dedicato ai gioielli Tiffany e lo stile tutto italiano di Vhernier