Un’arte che unisce territori lontani. Cosa hanno in comune il gelso cinese – notoriamente utilizzato per produrre la carta giapponese Washi – e la foglia di fico comune, presente in quasi tutti i campi pugliesi?
A Caprarica di Lecce, caratteristico borgo nel Salento centro-orientale, una tradizione preziosa (e sicuramente rara) viene portata avanti da Andrea De Simeis, classe 1980, maestro cartaio appassionato di stampa e di incisione. Titolare, insieme alla moglie Onelia Greco, dei laboratori Cubiarte, il poliedrico artista-artigiano verga preziosi fogli di carta con fibre estratte da piante di tutto il bacino Mediterraneo (fico comune, cotone, ginestra) e li colora con segrete tecniche di maestri tessili tintori fino a profumarli con distillati della macchia incolta.

L’architetto Onelia Greco mostra la poesia della carta fatta a mano. Cubiarte, oltre alla quotidiana produzione, realizza anche workshop – come le esperienze “Mani in pasta” – per un pubblico, sempre più numeroso, e desideroso di scoprire i segreti della carta Washi ©Daniela Fumarola
La sua carta nasce dalle antiche tradizioni orientali del VII secolo e dagli opifici medioevali europei, senza paragoni per qualità e resa di stampa al torchio. Sono infatti fogli ottimi per calcografia, arte antica – eredità di orafi e armaioli – con cui ancora oggi De Simeis fa grafica originale. Le opere del maestro sono incise e stampate al torchio a stella con tecniche che hanno più di sette secoli di storia e sono collezionate in prestigiosi archivi di grafica nazionali e internazionali.

A Caprarica di Lecce, il sodalizio maestro/allieva è un binomio felice che racconta passione, dedizione e scoperta. Nei sei mesi del tirocinio finanziato da Triennale Milano nell’ambito di “Una Scuola, un Lavoro. Percorsi di Eccellenza”, Daniela Fumarola ha potuto carpire i segreti del mestiere da Andrea De Simeis e Onelia Greco, coppia creativa nel lavoro ma anche compagni nella vita ©Nasrin Abbasi per Fondazione Cologni
Immersi nel calore del sole della Puglia, una volta varcata la soglia, si entra in un laboratorio che ha il sapore delle tipiche case leccesi: una corte antica (a suo tempo ex cava di pietra leccese) raccoglie i gesti lenti di un artigianato intriso di autentica passione. Come nella migliore tradizione di una casa-bottega, nello stesso luogo c’è anche la dimora di De Simeis (ristrutturata insieme alla moglie Onelia Greco, architetto e bravissima origamista) predisposta in modo da poter ospitare residenze per i corsisti che giungono da ogni parte del mondo per seguire e carpire i segreti della carta fatta a mano.

La corteccia del fico comune viene fatta bollire. Il raccolto dei rami di fico comune che dovranno essere decorticati avviene al mattino presto, nei giorni più freddi dell’anno, in cui la pianta è a riposo vegetativo ©Daniela Fumarola
«Ho studiato a Lecce, Urbino e Firenze specializzandomi nella stampa. Poi ho iniziato la ricerca della carta migliore, il supporto essenziale per la stampa e l’incisione: alla fine ho preso la decisione di fabbricarla da me»: così è cominciato il suo viaggio, che lo ha portato allo studio non solo delle famose carte di Fabriano e di Amalfi ma anche della carta giapponese Washi. Spinto dalla ricerca del sapere, Andrea è andato in Giappone da uno dei Maestri chiamati “Tesori Viventi”: qui la sua tecnica è diventata talmente perfetta da essere stato insignito del premio per la migliore carta prodotta fuori dal Giappone.

L’elogio della territorialità: Kurokawa – il prezioso floema del fico comune, materia prima della carta. Il fico comune è presente in grande quantità nelle terre pugliesi, dove il clima permette una crescita rigogliosa ©Daniela Fumarola
Nel laboratorio di De Simeis ci sono tanti strumenti di lavoro in legno, da lui fabbricati a mano. C’è un vecchio torchio a stella, una pressa per schiacciare i fogli, delle vasche, una rastrelliera per l’asciugatura. «I miei clienti sono artisti, architetti, proprietari di grandi marchi con i quali studio dei packaging speciali per celebrare eventi o lanciare un prodotto», racconta.

“Totentanz”, opera di Andrea De Simeis ideata e costruita durante il lockdown del 2020. Si tratta di un grande carillon su quattro ruote ispirato alle più celebri danze macabre europee: al solo giro di manovella suona un dies irae e muove tre cilindri con diciotto illustrazioni stampate al torchio a stella. La macchina musicale, alla fine del suo delicato motivo, sorteggia un fascicolo per il suo manovratore: una plaquette illustrata con un breve dialogo, una massima, un aforisma, una poesia… ©Cubiarte
«Essere artisti significa: non calcolare o contare; maturare come l’albero, che non incalza i suoi succhi e fiducioso sta nelle tempeste di primavera, senza l’ansia che dopo possa non giungere l’estate. L’estate giunge»: questa massima di Rainer Maria Rilke riassume perfettamente il mantra di De Simeis.

“La piaga del ballo. Peste, miseria e altre danze”, luglio 2024: questa edizione in soli 100 esemplari numerati e firmati è realizzata su preziosa carta vergata a mano in fibre vegetali. Il font del racconto è un Bodoni (caratteri mobili) stampato con pedalina Ambrosia. Il cofanetto nasce dalla collaborazione tra Fondazione Cologni e Cubiarte nell’ambito del progetto dei tirocini formativi “Una Scuola, un Lavoro. Percorsi di Eccellenza”, al quale Andrea De Simeis ha partecipato con la tirocinante tarantina Daniela Fumarola ©Daniela Fumarola
E questa sua ‘filosofia alla pazienza’, al riprovare, all’apertura verso i nuovi tentativi nella fase creativa, è uno dei tanti insegnamenti impartiti a Daniela Fumarola, giovane tirocinante di “Una Scuola, un Lavoro. Percorsi di Eccellenza”, che proprio da Cubiarte ha mosso i suoi primi passi nel mondo dell’artigianato artistico. Una collaborazione di sei mesi (grazie all’ormai storico progetto di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte) dagli esiti felici, culminata nella realizzazione di una pubblicazione d’artista – un’edizione limitata di soli cento esemplari numerati e firmati – dal titolo La piaga del ballo, racconto donato a Cubiarte da Nicola Lucchi, scrittore e sceneggiatore candidato al Premio Strega 2024 nella sezione Ragazze e Ragazzi. Andrea De Simeis, Onelia Greco e Daniela Fumarola hanno creato una vera e propria magia su carta (carta a mano di fico comune e cotone!) stampata al torchio da matrice in tiglio e caratteri mobili.

Queste illustrazioni, in carta puramente di fico vergata a mano, la cui incisione nasce da una matrice di legno di tiglio, sono xilografie contenute nel progetto editoriale “La piaga del ballo. Peste, miseria e altre danze”, che contiene un racconto dono dello scrittore Nicola Lucchi a Cubiarte ©Daniela Fumarola
Come un polistrumentista, che agisce con strumenti diversi nel vasto panorama della musica, Andrea De Simeis padroneggia varie tecniche che testimoniano una manualità sopraffina. Non solo carta, suo primo amore, ma anche ceramica, incisione del legno e disegno a mano libera. Una storia a regola d’arte, nel cuore della Puglia, antica terra di bellezza e radicati valori artigiani!
