Plasmare l’argilla è stato il gioco preferito di Antonietta Mazzotti fin dall’infanzia, quando ancora bambina si divertiva a modellare con mano la materia, innamorandosene ogni giorno di più: fino a diventare una protagonista indiscussa dell’arte ceramica italiana e internazionale. Un ruolo determinante, oltre al talento, l’ha giocato senza dubbio anche la territorialità: Faenza, dove è nata, vive e lavora, è nel suo DNA in modo inconfondibile. Un carattere deciso e una costante voglia di sperimentare sulla ceramica esiti sempre nuovi e diversi fanno di Antonietta Mazzotti un’artista-artigiana a tutto tondo.

Piatto in maiolica a fondo berrettino dal diametro di 45 cm, realizzato da Antonietta Mazzotti nel 2000. Riedizione da originale faentino del XVI secolo: al centro vi è un putto che sorregge un astrolabio, la tesa del piatto è decorata con grottesche a fondo blu. Credit Raffaele Tassinari
«I suoi oggetti sono spesso unici e solo virtualmente riferiti all’uso», scrive il Compasso d’Oro Ugo La Pietra, nume tutelare dell’arte ceramica italiana: «Alcuni bravi ceramisti si riferiscono, per la reinvenzione di una tipologia consolidata qual è quella del vaso, a forme antropomorfe o zoomorfe; nel caso specifico di Antonietta Mazzotti, l’originalità sta nell’aver introdotto componenti formali ispirati al mondo vegetale. I fiori, la frutta, le piante di origine orientale come petali di peonia, foglie di aspidistra o ginko biloba, ma anche la magia misteriosa dei coralli: possiamo dire che la Natura, in tutte le sue espressioni, è alla base degli interessi e della passione di Antonietta Mazzotti, che originalmente la rielabora e introduce nelle sue opere, con un approccio scultoreo alla materia».

Vaso “Selene 2”, foggiato al tornio, con corona modellata a mano. Il pezzo, del 2015, è completato dall’applicazione di cristalline colorate su toni del verde. Credit Raffaele Tassinari
Per anni la Maestra si è dedicata alla ceramica contemporanea, ma dopo l’incontro con il marito ha sperimentato anche la ceramica più tradizionale di Faenza, che ha una storia molto antica. E la Natura è un fil rouge che identifica la sua cifra stilistica nel corso di ben cinquanta anni di attività: un compleanno davvero speciale, celebrato nel 2022 con una collezione “carica di energia e di vita”. Viola Emaldi, specialista in didattica della ceramica, curatrice e critica d’arte, ma soprattutto figlia di Antonietta e amante appassionata del suo lavoro, così racconta: «La famiglia di sculture in argilla, vetro e ossidi “Survival” trae ispirazione dalla forza della Natura che Antonietta sente rappresentata dagli alberi secolari che dimorano con lei a Villa Emaldi, giganti sopravvissuti alle ingiurie dell’uomo – dalla guerra ai cambiamenti climatici – e che sono qui ancora oggi, più poderosi e pieni di vita. Durante la pandemia questa esigenza espressiva si è accentuata e la fine di quest’ultima ha coinciso con il cinquantesimo anniversario della sua attività di Maestra ceramista, che trova la sua celebrazione in queste opere. Da questa fascinazione e dall’esigenza di omaggiare questi giganti della Natura, nasce l’idea di impiegare la corteccia quale elemento scultoreo per dare vita a nuove forme».

Uno dei vassoi realizzati per il progetto “Le frutte del mal orto”, collezione 2021, in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri. I frutti e gli ortaggi hanno ricevuto la prima cottura a quasi mille gradi. Courtesy Antonietta Mazzotti
Il lavoro di Antonietta Mazzotti, protagonista indiscussa della ceramica contemporanea, sia per il talento e la fantasia creativa inesauribile che per la padronanza tecnica, dal 1976 vede la luce attraverso le vetrate della neogotica serra di Villa Emaldi, suo suggestivo atelier immerso nel verde. Un luogo unico del saper fare che è anche teatro di un’intensa attività didattica con corsi e laboratori ceramici.

Vaso della serie “Bianchi”, foggiato al tornio e modellato a mano. Appartenente alla collezione “New Classic” del 2017, l’opera è in maiolica bianca smaltata, con applicazione di elementi classici faentini decorati in oro zecchino, cotti a terzo fuoco. Credit Raffaele Tassinari
Cultrice della maiolica con i suoi bianchi, gli ori e le grottesche blu, Antonietta Mazzotti ha ricevuto dalla Fondazione Cologni il titolo di MAM-Maestro d’Arte e Mestiere nel 2020, entrando a far parte del Libro d’Oro dell’eccellenza italiana. «Conosce le tipologie e le tecniche, mette a punto modelli e stampi che le permettono accurate analisi del segno, anatomie che le consentono di proporre oggetti raffinati ed eleganti e di elaborare forme innovative per complementi d’arredo. I motivi fitomorfi riportano al passato ricontestualizzato in un nuovo immaginario contemporaneo»: con queste motivazioni partecipa alla prima edizione di “Homo Faber. Crafting a more human future”, presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

Opera unica in due pezzi sovrapposti, 48×20 cm, eseguita nel 2018 ed esposta a Homo Faber Event, durante la prima edizione della manifestazione sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. Foggiata al tornio, questa maiolica dallo smalto azzurro berrettino è impreziosita dall’oro zecchino in terza cottura. Credit Raffaele Tassinari
Sono passati cinquanta anni di intensa attività, sperimentazioni e “trasgressioni” plastiche e l’entusiasmo di Antonietta Mazzotti è rimasto invariato, oggi anzi è intriso di nuova linfa creativa, al servizio dell’arte e dei luoghi del cuore, come appunto Faenza, duramente colpita dall’alluvione che nella scorsa primavera ha investito l’intera Emilia Romagna. L’artista-artigiana, protagonista da sempre della scena artistica e culturale della sua città natale, è un punto di riferimento autorevole di questa comunità, così virtuosa e così sfortunata.
Una comunità artistica unica al mondo, vanto per l’Italia, che già si sta rialzando unita nel talento e nel coraggio, grazie a personalità d’eccezione come questa grande Maestra.
