Far viaggiare i gemelli da polso tra il mondo della moda, del cinema, dell’arte e della cultura, coinvolgendo le eccellenze artigianali del territorio: questa la mission di Cristiano Barbarulo, l’ultimo dei discendenti di quei Barbarulo che a Napoli sono stati per oltre cent’anni sinonimo di eccellenza in campo orafo.

Collezione Dandy, gemelli pappagalli in giada verde naturale e corallo. Photo Courtesy Archivio Barbarulo Napoli 1894
«La storia della mia famiglia è antica e si lega da sempre al mondo dei preziosi», racconta Cristiano, ricordando con ammirazione il lavoro svolto dai suoi avi. «Il mio bisnonno, nel lontano 1894, era un artigiano e avviò una piccola attività commerciale di oreficeria in via dei Tribunali, nel cuore di Napoli. Dagli inizi del Novecento una storia di perizia e passione, che è continuata dal 1980 fino al 2010, sull’Isola di Capri, con la vendita di gioielli antichi e la creazione, a opera di mio padre Raffaele, di monili artigianali unici per una clientela esclusiva ed esigente. Nel 2012, al momento del suo ritiro, ho avuto il coraggio di prendere le redini di questa eredità familiare, nei panni di un creativo innovatore, dando vita ad una produzione di gemelli da polso, che avevo imparato ad amare grazie ai viaggi fatti con mio padre alla ricerca del gioiello antico perfetto, tra aste e mercati londinesi, americani e francesi».

Cristiano Barbarulo ritratto da Dario Garofalo per la craft shopping guide “Napoli su misura” ©GruppoEditoriale/Fondazione Cologni
Viaggi avventurosi e pieni di scoperte, che ancora oggi fanno parte dei ricordi che legano Cristiano Barbarulo a suo padre, con una grande consapevolezza: partire da Napoli, città natale, dove l’eleganza è insita nel DNA di coloro che appartengono a questo luogo, e a Napoli tornare.

Raffaele Barbarulo, maestro orafo e padre di Cristiano, all’opera con un gommino per lucidatura. ©Sergio Siano
Un accessorio a firma Barbarulo, ci spiega, nasce così: «La creazione di un modello di gemelli è un processo molto complesso, fatto di prove e tante correzioni. In azienda partiamo da un’idea creativa, di solito mia, ma amiamo molto osservare le piccole cose del passato rappresentate da bottoni, gemelli antichi rivisitati in chiave moderna, arte, sculture e anche semplici oggetti di uso quotidiano che suggeriscono forme originali da rielaborare. Come quelli realizzati per la prima edizione della America’s Cup a Napoli nel 2012, con tanto di manovella e corda». Dalla bozza alla definizione del modello, le pietre e gli smalti sono interamente realizzati a mano: «A tutte le paia dedichiamo la medesima cura e attenzione, comprese le mollette interamente artigianali. Bastano 0,5 mm in più o in meno per far saltare un modello: la sfida si gioca tutta in 15 mm di superficie: con la sapienza della mano i margini di errore si riducono notevolmente».

Fase di saldatura. Ogni azione al banchetto di lavoro viene eseguita con estrema precisione. Photo Courtesy Archivio Barbarulo Napoli 1894
Una bellezza Made in Italy, apprezzata oltre gli orizzonti magici che il Vesuvio regala: «C’è un notevole gradimento per le nostre creazioni all’estero ed è per questo che il brand Barbarulo Napoli 1894 è registrato in oltre quaranta Paesi al mondo, dal Sudamerica all’America Settentrionale, ma anche in Oriente e in Africa. In Nigeria, ad esempio, sono molto attenti allo stile italiano e ai dettagli ‘lussuosi’. I gemelli sono considerati gioielli d’arte, e questo ci gratifica molto».

Fase di pulitura e lucidatura all’interno dei laboratori della famiglia Barbarulo a Napoli. Photo Courtesy Archivio Barbarulo Napoli 1894
Alla domanda su quale sia una commissione particolarmente da lui apprezzata, puntualizza: «Sono napoletano, parafrasando un detto molto celebre, potrei dire che i miei gemelli “so tutti piezz e core”. Un progetto che rappresenta a tutto tondo i valori che cerchiamo di dare alle nostre creazioni è sintetizzato dai gemelli ispirati al film La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Andai a vedere il film con il mio caro amico Giuseppe Attolini, titolare della Maison Cesare Attolini, che aveva realizzato gli abiti per Toni Servillo (Jep Gambardella, nel film). Subito dopo la proiezione, promisi a me stesso che avrei fatto qualcosa di speciale per offrire un mio contributo artistico: chiesi alla Maison Attolini dei piccoli tagli delle stoffe utilizzate per realizzare le due giacche iconiche, rossa e gialla, indossate da Servillo; pensai a come unire il fascino della bellezza sartoriale napoletana al fascino della storia di Roma città eterna e il risultato fu la realizzazione di 30 coppie numerate di gemelli in argento, cristallo di rocca e piccoli pezzetti di stoffa rossa e gialla incastonati su una miniatura della scultura di Marforio, per i clienti più esclusivi della Maison Cesare Attolini».

Bozzetto e realizzazione dei gemelli per il film La Grande Bellezza (2013): «nel film Toni Servillo è seduto su una panca davanti alla più famosa delle sei statue parlanti di epoca romana, quella di Marforio», da qui nasce l’ispirazione di Cristiano Barbarulo. Photo Courtesy Archivio Barbarulo Napoli 1894
Nello scorso 2024, durante la kermesse internazionale “Homo Faber” a Venezia, Cristiano Barbarulo riceve il titolo di MAM-Maestro d’Arte e Mestiere dalla Fondazione Cologni: «Una immensa gratificazione personale e professionale. Quando alle tue spalle hai una storia familiare di 130 anni che ti ha preceduto e che tu hai rivoluzionato in soli 12 anni, un riconoscimento così prestigioso non può che rappresentare un raggio di luce che illumina il tutto agli occhi del mondo. Sono fiero di far parte del networking di questa importante istituzione milanese».
Quando i dettagli sono sinonimo di eccellenza a regola d’arte, come Barbarulo Napoli 1894 insegna!
