Cultore della qualità nel segno, appassionato da oltre sessant’anni di calcografia, Corrado Albicocco, urbinate di nascita, con la sua bottega-galleria a Udine rappresenta una vera istituzione nel mondo della stampa d’arte. È un mestiere d’arte speciale il suo, oggi depositario di tecniche antiche che solo in pochi padroneggiano magistralmente in tutta l’Italia.
Corrado Albicocco e il figlio Gianluca collaborano ormai da oltre dieci anni: la sinergia padre-figlio accresce ancor più la fama della Stamperia d’arte Albicocco, già stimato laboratorio di produzione e di promozione dell’arte incisoria attraverso mostre, corsi e incontri.
«A Urbino, dove sono nato, ho frequentato la prestigiosa Scuola del Libro, unico ente pubblico in Italia che insegnava le tecniche incisorie: xilografia, calcografia e litografia. Alla Scuola del Libro ho seguito l’indirizzo di tipografia editoriale, ma la mia grande passione era la calcografia e, quando passavo davanti ai laboratori calcografici, ero incuriosito e attratto da quell’ambiente: sentivo gli odori delle vernici, della cera d’api, del bitume giudaico, degli inchiostri e persino della carta umida. Mi sembrava un sogno, il sogno di qualcosa che non sapevo ancora e che ha iniziato a prendere forma quando ho aperto la mia stamperia», ci confida Corrado Albicocco raccontandoci come tutto è iniziato.
«Il primo laboratorio è stato la mia cantina. Con il mio amico Federico Santini ci siamo detti “Proviamo a fare qualcosa”, ma il mestiere ancora non c’era. Era talmente tanta la gioia di intraprendere questo percorso che all’inizio stampavamo solo cose fatte da noi… così abbiamo iniziato a muovere i primi passi… e ancora oggi continuo a imparare cose nuove», afferma con l’umiltà che contraddistingue i grandi maestri.
“Bottiglia incancellabile” (2022) dell’artista concettuale e pittore Emilio Isgrò: in tiratura limitata di venti esemplari, formato 100×118 cm, è stata stampata con la tecnica dell’acquatinta a due matrici, con fondino di carta Bibbia.
«La nostra tenacia ci ha consentito di entrare in contatto con alcuni artisti, tra cui Giuseppe Zigaina, che ha rappresentato l’inizio di tutto. Da lì, sono arrivati Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova e altri importanti nomi. Nel 1994 ho deciso, con grande titubanza, di continuare l’avventura da solo, avevo la necessità di sprigionare tutta la mia voglia, coltivare in toto la mia passione. Sono passati molti anni e continuo ad avere lo stesso entusiasmo degli esordi: faccio progetti, sogno di lavorare con i più grandi artisti, perché sento ancora di poter dare loro molto».
In via Ermes di Colloredo, nel capoluogo friulano, Corrado Albicocco può vantare di aver avuto collaborazioni prestigiose come quelle con Santomaso, Vedova, Pizzinato, Greco, Zigaina, Castellani, Velasco, Fazzini, Dorazio e molti altri. «L’artista per me è tutto; qualcuno mi dice “Ma tu qui ci metti del tuo”, certo è naturale ma io sono una ‘comparsa’, metto la mia conoscenza tecnica a disposizione e ‘scompaio’, perché l’artefice di tutto è sempre l’artista. Rubo con gli occhi, guardo, cerco di immedesimarmi nel suo lavoro, solo in questo modo posso proporre la tecnica incisoria a lui più congegnale. Devo molto a tutti gli artisti, ognuno mi ha insegnato qualcosa».
Emilio Vedova e Corrado Albicocco: il grande Maestro dell’Informale italiano intrattenne frequenti e operose collaborazioni a partire dal 1979 fino al 2006, anno della sua scomparsa, con la Stamperia d’arte Albicocco.
Tantissimi, ci confida, sono gli aneddoti e le storie legate alle ore passate insieme in laboratorio, sinergie creative nate attorno al torchio: «Lavorare con grandi artisti, oltre a insegnarti tanto dal punto di vista professionale, ti svela la loro intimità, il loro vivere. Un aneddoto che racconto con piacere riguarda Emilio Vedova: ricordo che ero al torchio con il Maestro, avevamo lavorato tutto il giorno ed eravamo nel momento magico della stampa, quando il foglio esce dal torchio. Un momento per me di grande trepidazione, mi emoziono con tutti… figurarsi con Vedova! Esce dunque il foglio, lo giro e lo stendo sul tavolo. Io con il fiato sospeso e Vedova, che apprezzando esclama: “Riuscissi a fare in pittura quello che faccio nell’incisione”. All’uscita dallo studio veneziano la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro era tanta che viaggiavo a tre metri da terra».
Jannis Kounellis e Corrado Albicocco durante la realizzazione delle matrici per la serie dei “cappotti”, uno degli elementi più iconici della sua produzione. La Stamperia d’arte Albicocco ha terminato nel 2016 questo importante lavoro con il Maestro dell’Arte Povera che consta di dodici incisioni al carborundum, di cui ogni matrice misura due metri per uno.
Nel 2012 in stamperia è subentrato il figlio Gianluca, oggi a fianco del padre Corrado: un bel messaggio per le giovani generazioni e per tutti coloro che, con coraggio e passione, continuano la tradizione familiare di eccellenza legata a un mestiere d’arte: «Vedere un figlio portare avanti un tuo lavoro, una tua speranza e la tua vita è un sogno inimmaginabile; Gianluca mi affianca da oltre dieci anni e dice che all’inizio ero un po’ contrariato e intransigente, ma non è assolutamente vero. Forse dopo 40 anni di lavoro in assoluta solitudine, immerso nei pensieri, a ‘combattere’ con le lastre degli artisti, mi sono sentito spiazzato ma ero contento. Ora Gianluca si è integrato bene, ha la mia stessa passione, lo stesso desiderio di vedere la Stamperia d’arte Albicocco sempre più attiva e stimata; è lui che l’ha fatta crescere, conoscere come non mai, ha il rispetto del lavoro, degli artisti, che ormai sempre più spesso si relazionano con lui e questo mi fa un grande piacere; non sono assolutamente geloso – anzi contento – del fatto che gli artisti non cerchino più me ma lui».
La Stamperia d’arte Albicocco ha sede in via Ermes di Colloredo a Udine: sulle pareti si riconoscono opere grafiche di David Tremlett, pittore, scultore e fotografo inglese attivo alla fine degli anni sessanta, qui esposte per la mostra “David Tremlett. L’invenzione della geometria” fino allo scorso luglio 2022.
L’arte che gli Albicocco propongono e tramandano è per una cerchia limitata di artisti e collezionisti, bisogna avere una grandissima competenza e massima dedizione al lavoro. «Non tutti i momenti sono stati facili e felici: la grafica d’arte era caduta in una specie di torpore, i collezionisti ma soprattutto gli artisti si erano disamorati di questa nobilissima forma d’arte – pensiamo solo a cosa ci hanno lasciato Rembrandt, Durer, Tiepolo, Picasso, Mirò – Gianluca ha preso in mano la situazione, innanzitutto ha pensato di farci conoscere nell’ambito artistico, ha cominciato a partecipare alle fiere d’arte, dove abbiamo riscontrato un buon successo di pubblico. Abbiamo deciso, inoltre, di rendere le nostre edizioni preziose con basse tirature, opere stampate in dieci, quindi esemplari. Da quando è arrivato Gianluca abbiamo esposto il nostro lavoro in importanti musei, fondazioni, gallerie d’arte moderna e contemporanea, riscuotendo sempre un buon favore».
Un marchio di riconoscibilità della Stamperia d’arte Albicocco, soprattutto negli ultimi anni, è la realizzazione di opere “Fuori di misura”, come recita il titolo della mostra realizzata all’Abbazia di Rosazzo, sui colli orientali del Friuli, nel 2020: ogni artista coinvolto si è cimentato in un’opera grafica di grandi dimensioni, da Kounellis a Vedova, da Isgrò a Tremlett, Pizzi Cannella a Pingnatelli, da Frangi a Petrus e non ultimo Safet Zec.
Nel repertorio figurativo di Luca Pignatelli domina la fascinazione archeologica: “Musa” (2019) in dodici esemplari unici di 107×77 cm. Si tratta di una serie di teste femminili di età greca e romana, realizzate con una tecnica che mescola la tecnologia uv curable con l’antica maniera dell’acquatinta.
Corrado Albicocco lo scorso anno ha ricevuto, candidato da Silvio Antiga, presidente di Fondazione Tipoteca Italiana, il premio MAM-Maestro d’Arte e Mestiere: «Nessuno mai mi aveva fatto un tale onore. Questo titolo mi ha dato consapevolezza dei sacrifici che ho fatto durante la mia carriera; sarò sempre riconoscente».
Dall’acquaforte, che è la regina delle tecniche incisorie, all’acquatinta, che regala molte soddisfazioni in campo grafico, alla puntasecca, la più semplice e la più difficile allo stesso tempo…fino alla ceramolle, delicata e raffinata: ogni tecnica è padroneggiata ai livelli più alti dal maestro artigiano, ogni giorno sempre più innamorato del proprio lavoro.
«Circa i futuri progetti in cantiere per il 2023, a maggio avremo in stamperia una personale di Marco Petrus, poi le fiere e nuove commissioni…ma quello che mi preme è migliorarmi ogni giorno che passa e non accontentarmi mai; prima che finisca un lavoro penso già a quello successivo!».
Ad maiora.