Una storia ‘rara e curiosa’ quella di oggi, proprio come la categoria del Libro d’Oro dell’eccellenza artigiana italiana nel quale è apposta la firma del ceroplasta biellese Davide Furno, Maestro d’Arte e Mestiere che fa rivivere – con un realismo senza eguali – una tradizione che affonda le radici del suo virtuosismo stilistico nel Secolo dei Lumi, sull’onda dei sempre più frequenti studi volti a identificare e a catalogare le numerose varietà botaniche allora esistenti e quelle nuove, ancora più numerose, che venivano continuamente selezionate.

Indiscusso maestro nell’arte rara della ceroplastica, Davide Furno espone in questo cesto di frutta riproduzioni di antiche varietà di mele e pere: si riconoscono una pera “Passa Crassana”, una pera “Spadona”, una pera “Cascada” e una mela “Biru”.
«Fin da giovanissimo ho sempre avuto il piacere di misurarmi con varie forme d’artigianato: doratura, guazzo, marmi… ma anche grafica e disegno sono stati i miei primi amori», racconta Davide Furno spiegandoci come è nata la sua passione, oggi trasformata in mestiere. «Nel 1994, per puro caso, ho scoperto una collezione creata da Francesco Garnier Valletti, modellatore di fiori e frutti ornamentali in cera vissuto nell’Ottocento. Avevo preparato per Natale con le mie due figlie, al tempo ancora bambine, alcuni frutti in cartapesta da regalare a una mia sorella che, nel ringraziarmi, mi raccontò di questa collezione di frutti in cera proprietà dell’Università di Torino. È stato amore a prima vista scoprire una raccolta di migliaia di frutti di cui più nessuno conosceva le tecniche di realizzazione!».
Piccoli capolavori artistici, considerati ormai superati dalla moderna tecnologia, rivivono oggi grazie alle mani sapienti di Davide Furno, che a seguito di questo ‘colpo di fulmine’ ha iniziato ricerche e studi a cui sono seguiti tentativi di modellazione durati anni.

Alcuni ingredienti fondamentali per la creazione dei modelli di frutta: gli spermaceti, grasso di capodoglio utilizzato per la verniciatura finale; la carnauba, cera vegetale che dona durezza e lucidità; la colofonia, detta anche pece greca.
«La ceroplastica classica ha regole e tecniche tutto sommato canonizzate da secoli, ogni laboratorio aveva i suoi piccoli segreti ma si trattava più che altro di accorgimenti e variazioni di un unico tema: pochi ingredienti principali come cera d’api, resine, pece e inerti/pigmenti, miscelati e modellati a mano», continua il maestro. «Discorso diverso per la tecnica del Garnier Valletti che, partito della ricetta classica, ha stravolto completamente i canoni per poter raggiungere un prototipo in cera destinato a durare decenni sugli scaffali di una scuola o di un museo. Per ottenere questo, Francesco Garnier Valletti ha attinto a tutte le conoscenze legate alle forme di artigianato a lui coeve: dall’arte vetraria (per l’uso delle ceneri in fusione) alla gipsoplastica (per tutta la preparazione dei calchi in gesso), dalla confetteria all’odontotecnica e, immancabilmente, alle Belle Arti. Per le mie realizzazioni con il metodo Garnier Valletti mi servo dei prodotti naturali che egli stesso aveva indicato: resine, cere animali e vegetali, gessi, polveri, sia per la pasta che per le vernici di finitura. Sono specializzato nei frutti del Piemonte, in particolare mele e pere, ma di anno in anno si sta ampliando anche la collezione di frutti di altre regioni italiane».

Davide Furno all’interno del suo laboratorio in Salita di Riva a Biella, designata Città Creativa Unesco nel 2019. Qui realizza modelli botanici per musei, collezioni private, pubblicità e scenografie.
Nel suo laboratorio di Biella, specializzato in prototipazione e modellazione a scopo scientifico e decorativo, Davide Furno realizza modelli iperrealistici di frutti in cera per musei, università, collezioni private, pubblicità e scenografie. Opere ricche di un fascino molto speciale, tra minuzioso realismo e malinconica poesia, realizzate con una tecnica pressoché unica al mondo.
Questo 2022 è stato un anno di riconoscimenti importanti: in luglio il Premio Maestro di Mestiere, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in collaborazione con l’Associazione Fatti ad Arte e con il sostegno del Gal Montagne Biellesi, e in ottobre il titolo di MAM-Maestro d’Arte e Mestiere creato da Fondazione Cologni in collaborazione con Alma, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana. «È una bellissima soddisfazione, di cui avevo un gran bisogno. Ne sento, se non il peso, quantomeno la responsabilità. Il livello dei maestri d’arte sui palchi di Biella e Milano era talmente alto da ‘intimidire’ chiunque: salire così ‘in alto’ e così velocemente mi fa temere di non essere in grado di cogliere al massimo tutte le opportunità che mi sono offerte. In ogni caso rimane il fatto che è un enorme stimolo a finalizzare i tanti progetti in cantiere: forse è proprio il momento giusto per realizzarli!», ci confida l’abile artigiano, artifex di una bellezza ‘quasi vera’ tanto sublime e suggestiva.
