Un gioco di colori e luci, un trionfo di coralli, perle, zaffiri e rubini, ma anche granati, lapislazzuli e tormaline. Uno scrigno di tesori, quelli ideati e realizzati da Diego Percossi Papi, nel suo atelier di Roma, con le vetrine affacciate su uno degli angoli più suggestivi del centro, accanto al Pantheon.
Il Maestro Percossi Papi ha studiato architettura e il suo senso della struttura si trasferisce nei gioielli, che sono però più vicini, come stile, agli edifici rinascimentali e barocchi piuttosto che a quelli contemporanei. In questi scatti, il Maestro orafo alle prese con un bozzetto nella sua storica bottega di via Sant’Eustachio 16 a Roma.
Artista-artigiano (non ama definirsi designer, ndr), può essere certamente annoverato tra i migliori nel suo campo. Dal 1968 crea gioielli dallo stile inconfondibile, pezzi unici di straordinaria eloquenza poetica. Ha un approccio diretto e personale, Diego Percossi Papi.
Vi fa accomodare, vi scruta, vi interroga sui vostri gusti. Poi afferra blocco e matita e rapido, sempre continuando a porvi domande, schizza il disegno di un bracciale, di un orecchino, o di una spilla.
«Quando faccio un monile per qualcuno, lo penso appositamente per quella persona», specifica il Maestro, «in tutto quello che faccio c’è un rapporto tra l’oggetto e la persona. Un gesto, uno sguardo, un sorriso possono essere uno spunto, una fantasia da disegnare. Non posso, anche volendo, realizzare lo stesso pezzo due volte». Unicità, dunque, per ogni creazione su misura.
L’ispirazione arriva dalla storia, che viene assorbita ed elaborata attraverso un’intuizione profonda e istintiva, guidata e sorretta da un’attenta passione e dallo studio di antiche forme di lavorazione, in cui la presenza della mano dell’uomo è totale.
«Sono un uomo del Mediterraneo, che ama farsi travolgere dalle emozioni. E i miei gioielli sono come me, barocchi, colorati, appassionati», sottolinea Diego Percossi Papi che, tra tutte le tecniche, predilige l’antica e complessa lavorazione a cloisonné, ovvero la smaltatura a fuoco in piccoli alveoli.
Al posto dell’oro sceglie il rame, metallo nobile, altrettanto duttile, ma meno pretenzioso. «Dopo un bagno in oro, il rame acquista un colore caldo e discreto, che si sposa perfettamente alla policromia delle pietre e degli smalti, anzi ne esalta la luminosità e i contrasti», spiega l’abile orafo.
Con lo spirito e la libertà dell’artifex rinascimentale, il lavoro di Percossi Papi è un personale percorso di rivisitazione storica basato sempre su tre valenze primarie: l’emozione suscitata dai cromatismi, il simbolo suggerito dalla memoria e dalle radici storiche, l’estemporaneità della creazione.
Per realizzare un gioiello su misura non esiste una tempistica precisa, «il tempo per fare un pezzo non conta, il tempo è misurato attraverso il lavoro. La mia è un’arte portata a lungo», afferma l’artigiano-artista. «Io lavoro perché mi diverto. A ognuno di noi piace lavorare con le mani, io ho l’opportunità di continuare a farlo e sono molto fortunato!».
Nella gallery:
Sun & Moon è una collezione di orecchini ispirati al sole, alla luna e all’universo che gravita attorno a essi. Emblema dell’atelier, gli orecchini sono pezzi unici, o in edizione limitata, che sintetizzano anni di esperienza e che profumano di storia. Alcune di queste coppie di orecchini sono venduti in asta da Christie’s a Ginevra e in Cina.
Dall’ispirazione dei famosi galeoni nascono le Caravelle, fantastici orecchini con topazi, granati, peridot e zaffiri.
Cavaliere al merito della Repubblica Italiana, Maestro orafo nell’Università e Nobil Collegio degli Orefici, Accademico ad honorem della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon sono alcuni degli illustri riconoscimenti ottenuti da Diego Percossi Papi ai quali si aggiunge, nel giugno del 2016, il titolo di MAM – Maestro d’Arte e Mestiere conferito dalla Fondazione Cologni.
Il Premio Oscar Cate Blanchett, nel film Elizabeth: The Golden Age, diretto da Shekhar Kapur nel 2007, indossa un collier a firma Percossi Papi. Il Maestro orafo collabora con grandi produzioni cinematografiche nazionali e internazionali.
Vasta la produzione: gli orecchini in perle e corallo – sempre l’uno diverso dall’altro – sembrano riprodurre temi marini, le collane d’oro e agata muschiata ricordano il mondo vegetale, e l’elenco potrebbe continuare all’infinito, perché il Maestro gioca a inventare animali fantastici di smalti e pietre preziose e incastonare cammei e miniature dipinte su rame in spille e pendenti.
La clientela comprende il Vaticano, la nobiltà europea, persino le grandi produzioni cinematografiche.
Nell’atelier romano di via Sant’Eustachio 16 sono stati realizzati gioielli per film di Wertmüller, Taviani, Monicelli, Olmi e per attrici come Sophia Loren, Jacqueline Bisset, Isabelle Huppert e Cate Blanchett.
Per la grande attrice Sophia Loren ha creato nel 2001 oltre 40 pezzi unici, veri capolavori, per la fiction tv Francesca e Nunziata, diretta da Lina Wertmüller.
Ovunque siano state presentate (in Europa, in Asia, negli Stati Uniti) le collezioni firmate Diego Percossi Papi hanno polarizzato l’unanime apprezzamento dei critici d’arte e dei collezionisti, ottenendo altresì una notevole eco mediatica.
Il gioiello non è un oggetto freddo e inanimato, ma un’espressione della personalità di chi lo crea e di chi lo indossa, e Diego Percossi Papi è sublime interprete di una gioielleria artistica di altissimo artigianato.
In apertura e nella gallery: Atelier Percossi Papi – Il Collier de chien, esempio di straordinaria maestria orafa, è stato prodotto nel 2014 appositamente per il Museo del Gioiello di Vicenza. Lungo 30 cm, è impreziosito da smalto cloisonné, ametiste africane e brasiliane, granati e mosaico in microperle naturali. Le tre foto mostrano, in sequenza, il disegno, la disposizione delle pietre preziose, il gioiello finito.
Photo credits: © Atelier Percossi Papi
A cura della Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte