«I mestieri d’arte che abbiamo selezionato per questa edizione di Doppia Firma affondano le loro radici in una serie di nobili tradizioni, tipiche dei diversi Paesi d’Europa in cui gli oggetti sono stati realizzati: tradizioni che vengono però reinterpretate, cercando di dare forma alle richieste e alle aspettative di un mondo nuovo, in rapido divenire. E che ha pertanto bisogno di nuovi Maestri d’arte che si servano delle tecniche più avanzate e sappiano coniugare tradizione e innovazione: che hanno, in sostanza, necessità di un dialogo maturo e consapevole con il design», spiega Alberto Cavalli, direttore generale della Fondazione Cologni.
Doppia Firma è ospitata presso i saloni del primo piano di Palazzo Litta, uno dei più importanti esempi dell’architettura barocca milanese, sede lombarda del Ministero della Cultura, fino al 12 giugno 2022. In questa sala, frontalmente, si riconosce “Linfa Series”, serie di 9 sculture in vetro soffiato di Murano e bronzo riciclato nate dalla collaborazione tra il maestro vetraio Andrea Zilio di Anfora Murano e Michela Cattai, art director di Venini. Foto di Luca Rotondo
E proprio questo dialogo e il potere generativo che da esso scaturisce sono i protagonisti di Doppia Firma, in mostra ancora per pochi giorni, fino a domenica 12 giugno, presso i saloni del primo piano di Palazzo Litta (corso Magenta 24, Milano) in occasione della Design Week 2022. L’ormai accreditato format che unisce la creatività di un designer al saper fare di un maestro d’arte, azienda a vocazione artigianale o manifattura d’eccellenza, si rinnova per questa sesta edizione, con la volontà di proporre una nuova definizione di “craft”, quella trasformazione creativa e consapevole della materia frutto di un approccio originale e di un’esecuzione interpretativa a regola d’arte.
“Elliptic”, sedia con struttura in giunco e legature in midollino. La seduta è nata dall’incontro tra la designer francese Clémentine Chambon e Bonacina 1889, storico marchio italiano di arredamento hand-made con sede a Lurago d’Erba (Co): in laboratorio, la sperimentazione della designer con Mario Bonacina ha portato alla creazione di forme organiche, caratterizzate da piena flessibilità ed elasticità. Foto di Laila Pozzo per Doppia Firma 2022
La significativa selezione delle 22 coppie (o team) partecipanti è stata possibile anche grazie al prezioso contributo del network internazionale della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, fondazione svizzera che ancora una volta presenta questo progetto della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte in collaborazione con Living, il magazine di interiors, design e lifestyle del Corriere della Sera. Anche per questo 2022 i materiali e le tecniche su cui la progettualità dei designer e la manualità d’eccezione degli artigiani si sono incontrati sono numerosi: vetro, ceramica, porcellana, marmo, legno, midollino, tessile, per arrivare a nuove interpretazioni di oggetti funzionali e decorativi.
“Le monde”, sécretaire in varie essenze lignee (vavona, limone, radica di madrona, pero colorato, acero, sicomoro), oro, ottone e madreperla australiana. Esempio di autentico saper fare d’eccellenza, ha richiesto 400 ore di intarsio e 50 ore di doratura. L’opera è frutto della collaborazione del designer francese Pierre Gonalons con la Maison Craman-Lagarde, punto di riferimento nel mondo dell’ebanisteria da cinque generazioni. Courtesy Pierre Gonalons e Craman-Lagarde
«Fil rouge di questa sesta edizione è la natura, evocata dai progetti in mostra attraverso le texture dei materiali, le decorazioni, le forme degli oggetti pensati per accoglierla», spiega Francesca Taroni, editor in chief di Living: «Vasi, sculture, sedute, arazzi, luci, cabinet, tavolini, contenitori e paraventi sono i protagonisti di una inedita Wunderkammer dove tecniche antiche e pensiero progettuale si incontrano e si fondono per dar vita all’eccellenza contemporanea».
Aggiunge Franco Cologni, presidente dell’omonima fondazione milanese: «La qualità e l’unicità delle piccole serie prodotte per Doppia Firma sono un’espressione del territorio, della cultura e dell’anima che i diversi protagonisti hanno infuso nel loro lavoro: una realtà in continua evoluzione, rivolta a costruirsi canali di sviluppo e adattamento almeno tanto quanto a non perdere il significato delle proprie radici storiche e culturali. Sempre con un occhio di riguardo alla contemporaneità».
“Littargicous”, vaso realizzato in metallo dorato e lastre in porcellana dorata e smaltata. A Ferruccio Laviani, noto designer e art director, i partner di Doppia Firma hanno chiesto la progettazione di un pezzo site specific realizzato ad hoc per la mostra in Palazzo Litta. Ne è nata un’opera che coniuga progetto e artigianalità, grazie alla collaborazione con Villari, azienda di Bassano del Grappa, eccellenza nella produzione della porcellana d’arte. Courtesy Villari e Laviani
L’iniziativa si colloca nell’ambito della collaborazione tra Fondazione Cologni e Palazzo Litta, sede del Segretariato regionale del Ministero della Cultura. Per questa perla barocca nel centro di Milano – vi segnaliamo la presenza di una vera perla, metaforicamente una lacrima della contessa Barbara Litta al cospetto di Napoleone Bonaparte, incastonata nel pavimento della Sala Rossa – gli organizzatori di Doppia Firma hanno richiesto al designer Ferruccio Laviani un pezzo speciale site specific realizzato ad hoc: a quattro mani con Leone Villari, scultore e capo della produzione di Villari, manifattura di porcellana artistica di Bassano del Grappa, è nato un vaso, la cui genesi è spiegata dallo stesso Laviani: «La ripetizione, al limite dell’ossessivo, dello scaccato oro e nero all’interno di Palazzo Litta è stato l’elemento guida dei miei primi schizzi, che si sono di volta in volta modificati da lampada a coppa ed infine in un vaso. Mi è piaciuto rileggere il motivo a scacchi in modo grafico e contemporaneo (quasi un videogioco a 8 bit) a cui ho aggiunto l’elemento di pregio dato dalla fattura in porcellana utilizzata in una sequenza di layers che danno forma in modo tridimensionale all’oggetto e nascondendo al contempo i vari contenitori per fiori, questi ultimi in metallo dorato, a disegnare una sorta di contemporanea tulipaniera».
“Bishop Apple Blossom”, sgabello in ceramica smaltata a mano con la tecnica goccia a goccia. Pezzo distintivo della designer India Mahdavi dal 2003, lo sgabello è stato rivestito con un design floreale all-over grazie alla Manufacture des Emaux de Longwy (nominata in Francia Enterprise du Patrimoine Vivant), che produce ceramica d’arte dal 1798. Foto di Laila Pozzo per Doppia Firma 2022
Tra le coppie creative di questa edizione, molti nomi importanti, sia tra i progettisti sia tra i maestri d’arte: da atelier oï a Ivan Baj e Michela Cattai; da Clementine Chambon a Pierre Gonalons a Philippe Nigro; da Ugo La Pietra a Patricia Urquiola a India Mahdavi, per citarne solo alcuni. Tra le manifatture Wonderglass, Bonacina 1889, Craman Lagarde, Silver Tre, Anfora Murano, Longwy, Villari, San Patrignano, la Real Fabbrica di Capodimonte… Stelle del design e grandi maestri insieme per dimostrare la forza della “doppia firma”, dove cultura del progetto e grande maestria si sposano in nome della bellezza, dell’unicità e dell’innovazione.
“La Casa Palcoscenico Cabinet”, listellare di pioppo e mdf impiallacciato essenza ciliegio, massello di frassino e di ciliegio, ottone. Questo mobile dall’alto valore simbolico e artistico nasce dalla fruttuosa collaborazione tra l’architetto e designer di chiara fama Ugo La Pietra e Intro, azienda di Cittadella (Padova) specializzata in forniture e allestimenti per il settore alberghiero. L’opera è una riedizione di VGO Associates, galleria ‘en plein air’ con sede nel sud della Francia. Foto di Laila Pozzo per Doppia Firma 2022
Palazzo Litta, corso Magenta 24, Milano;
apertura al pubblico fino a domenica 12 giugno;
ore 10.00 – 19.00, ultimo ingresso 18.45.
www.doppiafirma.com