Un mestiere raro racchiude il fascino della scoperta, di un segreto che si tramanda con sacrificio, è il contrario dell’ordinario e del replicabile. Un mestiere raro è un manifesto a favore di un nuovo Umanesimo da promuovere e sostenere.
La Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, alla soglia dei quasi 30 anni di attività a tutela dell’artigianato artistico, promuove una mappatura dei mestieri d’arte italiani più rari. Un viaggio eccezionale, iniziato più di un anno fa, alla scoperta delle origini e delle caratteristiche di know-how unici profondamente radicati in tutto lo Stivale, dei Maestri e delle loro storie, affinché non si perdano le loro tracce.
A Scanno, in Abruzzo, il tempo si è fermato nella storica bottega d’oreficeria di Eugenio Di Rienzo, erede di una tradizione secolare, alla scoperta del significato autentico di un gioiello fatto in filigrana. Courtesy Premiato Laboratorio Orafo Di Rienzo
La ricerca affidata a Nurye Donatoni, appassionata esploratrice di territori e mestieri, curatrice e componente della Commissione Esperti del premio biennale MAM-Maestro d’Arte e Mestiere, viene così presentata dall’autrice stessa:
«Mi sono mossa per l’intero anno 2023, da gennaio a dicembre, sul territorio nazionale, regione dopo regione, con l’obiettivo di scoprire e poi mappare coloro che vivono di artigianato d’eccellenza e raccontano saperi artigianali rari e probabilmente in sparizione. Grazie alla ricerca ho riconosciuto una splendida Italia, che conserva, anche nelle sue province, grandi eccellenze. Gemme nascoste e non note, o meglio conosciute solo in zona o, paradosso, all’estero, ma non nel resto del Bel Paese».
Una storia di “sicilianità”: a Catania, sin da bambino, Salvo Sapienza dipinge i colori della sua terra. Dalla pittura sui carretti delle feste popolari, alla personalizzazione dei mezzi di trasporto, fino alle collaborazioni con note case di moda. ©Clarissa e Gresi Greco
«L’indagine è nata per volontà della Fondazione Cologni che da molti anni si batte per la valorizzazione e trasmissione dell’artigianato d’eccellenza e della sua mirabile bellezza. Una visione lungimirante. Mappare i saperi artigianali rari e in via di sparizione ha il nobile fine di evitare, se possibile, la loro estinzione o semplicemente di estrarli dall’oblio, dando loro voce. Un’urgenza che purtroppo a pochi pare tale. Una doverosa ricerca sul campo. Bottega dopo bottega», continua.
Andrea De Simeis e Onelia Greco, fondatori di Cubiarte a Caprarica di Lecce, vergano preziosi fogli di carta con fibre estratte da piante di tutto il bacino Mediterraneo. In Salento la carta nasce dalle antiche tradizioni orientali del VII secolo. Courtesy Cubiarte
«La Fondazione Cologni, per voce del suo direttore generale Alberto Cavalli, ha voluto intraprendere tale percorso sulla falsa riga del ciclopico lavoro svolto, dal 2014 ad oggi, nel Regno Unito dal Presidente di Heritage Crafts, l’ex principe di Galles e attuale re, per costituire, attraverso un gruppo di lavoro, una Red List of Endangered Crafts, ossia una lista rossa dell’artigianato in pericolo di estinzione, con l’obiettivo di creare un elenco completo dell’artigianato storico e tradizionale. Le sue parole sono illuminanti: “We would like to see the government recognise the importance of traditional craft skills as part of our cultural heritage, and take action to ensure they are passed on to the next generation”!».
Fabio Garnero, basato a Saluzzo (CN), è un dinamico architetto che dedica tutta la sua energia allo studio e alla realizzazione delle meridiane, diventando uno dei maggiori esperti in questa arte rara. Courtesy Solaria Opere
«All’interno del magmatico mondo dei saperi artigianali l’individuazione di una rarità o del pericolo di una sua eventuale sparizione è indagine complessa, che necessita di competenze trasversali. L’artigianato che ci viene proposto, tra bancarelle, fiere e web, è spesso lontano dai “canoni base” dei saperi eccellenti da salvaguardare. L’attenzione si poteva, allora, rivolgere sui patrimoni che rappresentano l’eccellenza dell’artigianato italiano, sui grandi maestri già in buona parte conosciuti. Ma anche questa non è sembrata la via più utile alla mappatura».
Nel cuore di Napoli una realtà rara e ancor più curiosa: l’Ospedale delle Bambole, oggi sotto la guida di Tiziana Grassi, restaura bambole, orsetti, e compagni di infanzia dal 1800. ©Dario Garofalo per Napoli su misura
«Nella categoria “Artigianato raro o a rischio di sparizione” abbiamo deciso di far rientrare solo i mestieri tradizionali d’eccellenza, praticati da più generazioni oppure appresi dopo una formazione presso un anziano maestro e caratterizzati non solo dalla grande abilità manuale, ma anche dalla conoscenza dei materiali, delle forme e delle tecniche tradizionali, che a causa di trasformazioni sociali, culturali e di mercato si stanno perdendo. Sono mestieri storicamente e culturalmente riconosciuti in un’area territoriale precisa (regioni, province, comuni), che raccontano le tradizioni di comunità identitarie. Sono mestieri che diventano “a rischio di sparizione” quando gli artigiani che li praticano sono gli ultimi detentori del sapere e non riescono a trasmettere l’abilità artigianale alle nuove generazioni, oppure sono un numero esiguo nel territorio di riferimento. Spesso non li conosciamo», racconta Nurye Donatoni.
La Fonderia Virgadamo, in provincia di Agrigento, è stata fondata nel 1500: Luigi Cascio Mulé, erede di questa tradizione secolare, realizza campane apprezzate in tutto il mondo. Courtesy Fonderia Virgadamo
«L’individuazione delle botteghe appartenenti alla categoria delle raritas prevede uno studio composito. Innanzitutto, la conoscenza della storia dell’artigianato locale di ogni regione, poi la pratica sul campo (metodo di analisi proprio dell’antropologia) e infine la schedatura dei beni demoetnoantropologici (materiali e immateriali). Al fine di fissare i dati raccolti nell’inchiesta e ottenere un metodo reiterabile nel tempo, è stato necessario immergersi in un altro ambito, quello dell’analisi catalografica con la creazione di uno strumento, la “scheda inventariale tipo”, che schematizzasse i campi identificativi essenziali, elaborata semplificando le schede di catalogazione ministeriali dell’ICCD (Istituto Centrale per il catalogo e la documentazione) utilizzate per la rilevazione dei beni culturali».
La famiglia Tessieri realizza a Lucca mattonelle con decori ispirati all’Art Noveau che si tramandano da generazioni, attingendo a un archivio di oltre 300 diversi divisionali. ©Diego Laurino
«Il volume “Arte popolare italiana” di Paolo Toschi, del 1960, è stato un testo fondamentale, una bussola per la mia ricerca. Regione dopo regione ho studiato le “storiche” eccellenze regionali e da questo elenco sono partita per scoprire se, dopo sessant’anni, esistessero ancora le maestranze in grado di realizzare e raccontare quei saperi».
Ad Anagni, antica città papale poco a sud di Roma, da oltre mezzo secolo le Tarsie Turri rivestono un ruolo d’eccellenza, “dipingendo con il legno”: qui, intarsio in lavorazione. ©Daniele Peruzzi
Piena d’entusiasmo scrive: «Ho indagato sul web, ho parlato con esperti del settore e sono partita. L’indagine ha previsto l’incontro da quattro a dieci artigiani per regione, previa analisi delle province prescelte per le loro caratteristiche. In regioni molto grandi è stato necessario fare scelte analitiche legate all’identità della comunità e ai saperi artigianali di tradizione. Ho svolto il sopralluogo presso i laboratori artigiani effettuando un’intervista (strutturata o semi strutturata). Oltre a ciò ho realizzato una piccola documentazione fotografica. Rientrata alla “base” ho compilato le schede: tre maestri artigiani per venti regioni, un totale di ottantasette artigiani intervistati e sessanta schede. La ricerca è stata rivolta, sempre e solo, alle botteghe attive, quelle che, seppur nella tradizione, affrontano il mercato contemporaneo e vivono grazie al loro lavoro. Spesso sono piccole aziende a conduzione famigliare che si tramandano di padre in figlio il mestiere. Hanno grandi richieste dagli acquirenti, facoltosi, molto spesso stranieri, in grado di apprezzare la loro produzione e l’eccellente qualità».
Le eccellenze rare e curiose finora mappate, seppure a macchia di leopardo, sono l’inizio di un sentiero ancora da scoprire…un sentiero che genera stupore, lo stupore della rarità!
Editoriale di Nurye Donatoni, tratto da “Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture” n. 28/2024, disponibile su www.mestieridarte.it