La storia degli Usai è quella di una famiglia che per centinaia di anni è stata dedita alla produzione ceramica sarda. Una famiglia che ha mantenuto salda la cultura e la tradizione dell’arte figulina, tramandandola di generazione in generazione.
Il Maestro Efisio Usai al tornio, intento a realizzare una “scivedda”, ciotola per impastare, tipica della località di Assemini. Questa produzione, fortemente legata alla tradizione del territorio, annovera contenitori di varia misura, solitamente dai 15 ai 60 cm.
Assemini è un centro agricolo e commerciale dove la produzione ceramica ha radici antiche, che affondano nel periodo punico. Ma è solo con l’avvento del Medioevo e le corporazioni che la cittadina vive il suo massimo splendore produttivo. Gli stilemi tipici di questo periodo vengono ripresi e assimilati dalla tradizione locale negli anni trenta del Novecento, divenendo tratti ancora oggi caratterizzanti: forme geometriche stilizzate che divengono preziose decorazioni.
Il capostipite di una delle più note dinastie di ceramisti del territorio è Efisio Usai, nato nel 1841, omonimo del Maestro che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento in questo settore, mentre l’ultima ceramista attiva in ordine temporale è sua figlia Doriana Usai, la quinta generazione.
Le “brocche della sposa” realizzate al tornio: ogni brocca è un esemplare unico, con decorazioni sempre diverse di fiori (che rievocano idealmente la purezza della sposa) e pavoncelle (simbolo di buon auspicio per la vita matrimoniale). In antichità, nel territorio sardo, erano elemento imprescindibile del corredo matrimoniale.
Il Maestro Efisio Usai nasce nel 1942 ad Assemini, in provincia di Cagliari. Respira il profumo di argilla già da adolescente, sotto la guida del padre, e cresce con i suoi insegnamenti. Nel 1961 apre il laboratorio nel cuore della sua città natale, dove realizza opere profondamente ispirate alla sua terra.
Racconta di aver saputo che sarebbe diventato ceramista già all’età di dieci anni, quando papà Roberto costruì un forno per permettergli di cuocere l’argilla con cui giocava, sperimentava, creava vasi.
Era chiaro che la ceramica sarebbe stata la sua vita. Appresi gli insegnamenti del padre, Efisio negli anni perfeziona stile e tecnica, partendo dalla tradizione e trasformandola secondo la propria personale poetica. Immergere le mani nell’argilla per dare forma a nuove creazioni è per lui un gesto terapeutico e benefico, identitario.
La famiglia Usai per centinaia di anni è stata dedita alla produzione ceramica in Sardegna: con sapienza e maestria artigiana, Efisio Usai (classe 1942) continua ancora oggi a trasmettere il suo savoir-faire attraverso la realizzazione di manufatti a regola d’arte.
Pur nel solco della tradizione, Usai sviluppa negli anni soluzioni contemporanee: rielabora gli stilemi classici per dare nuova freschezza e originalità alle forme.
Nel 1997 il Maestro lascia il laboratorio alla guida della figlia Doriana, che racconta come ancora oggi non c’è giorno in cui il padre non le dia il suo contributo con consigli e aiuto nella produzione: “Quando un artigiano-artista ha amato e ama profondamente il mestiere di una vita, non può e non riesce a staccarsene definitivamente”. Ecco quindi che Efisio Usai mette mano al panetto di argilla e inizia a realizzazione oggetti legati alla tradizione e brocche da sposa, ossia brocche interamente “ricamate” con applicazioni floreali e stilemi tipici di buon auspicio come la pavoncella sarda. La brocca della sposa di Assemini è in particolare una brocca tradizionale portata il giorno delle nozze, un oggetto del corredo nuziale, un simbolo di purezza e bellezza della sposa.
Efisio Usai (sullo sfondo) intento a controllare alcuni oggetti della produzione del suo laboratorio ceramico durante la fase di essiccazione dell’argilla.
Come riconoscimento per la sua carriera e maestria, nel 2018 Efisio Usai ha ottenuto il riconoscimento di MAM-Maestro d’Arte e Mestiere dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.
Esemplare di “su frascu”, borraccia tradizionale utilizzata dai pastori sardi: oggetto di uso quotidiano nel mondo agro-pastorale, oggi è soprattutto un prodotto artigianale molto ricercato dai collezionisti.
Doriana ne raccoglie il testimone con grande fierezza e uguale passione. Impara il mestiere dal padre, ma compie separatamente studi artistici, universitari e di perfezionamento. Durante gli anni di apprendimento e di lavoro, arricchisce le proprie conoscenze attraverso il contatto con altri ceramisti, rielaborandole per creare manufatti di impronta personale, ma secondo la sua visione di artigianato, che deve essere legato contemporaneamente alla famiglia, alla storia individuale e alla sua isola.
Nelle sue opere esprime infatti il grande attaccamento alle tradizioni e alla cultura sarda, la cui identità è evocata dalla forma e dalle decorazioni che si rifanno in maniera contemporanea a stilemi nuragici, o a decori tipici dell’arte dolciaria sarda.
Un’altra versione della “brocca della sposa”, utilizzata in passato per contenere l’acqua delle famiglie sarde di ceto rispettabile: ogni creazione è un certosino lavoro di mani sapienti dove tradizione, passione e pazienza si uniscono come l’acqua e l’argilla.
Doriana Usai racconta: “Mio padre ancora oggi mi dà consigli, non sull’aspetto creativo, nel quale già 23 anni fa, quando incominciai a muovere i miei primi passi come ceramista, ho avuto libero campo di azione…ma su quelli che sono gli aspetti tecnici del mestiere, che sono vere perle di saggezza nel nostro lavoro”. Efisio Usai, dopo una vita dedicata alla ceramica, e felice di vedere un’altra generazione della sua famiglia al tornio, ama incitare i giovani: “Non devono arrendersi, devono essere tenaci e determinati, consapevoli che in questo mestiere sono necessarie una grande passione e forza di volontà, che vengono ripagate con la gioia di creare un’opera fatta con le loro mani. Una soddisfazione che non ha pari!.”
In copertina: La tradizione artigiana è oggi arrivata alla quinta generazione Usai: nel 1997 Efisio Usai ha trasferito nella mani della figlia Doriana, qui ritratta accanto a lui, la direzione e il coordinamento artistico del suo laboratorio.
Tutte le foto: Courtesy Efisio e Doriana Usai
In collaborazione con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.