Cerchiamo di fare oggetti con le nostre mani per non perdere il gusto della scoperta, perché tutto viene esposto, mostrato, condiviso. Lavoriamo con la porcellana, un’idea di bianco che racchiude il nero di una notte profonda e anche il sole di un giorno d’estate, perché la porcellana può sopportare tutto: le battaglie degli imperatori, i sogni d’amore, un giorno qualunque.
Carlo Pastore ed Elisabetta Bovina
È il bisogno di fare, una sorta di ‘magnifica ossessione’, la necessità di raccontare storie scrivendole sugli oggetti quella di Carlo Pastore ed Elisabetta Bovina, coppia nella vita e sul lavoro, fondatori nel 1990 di Elica Studio a Bologna. Formati entrambi all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Faenza, lavorando nell’ambito delle arti applicate e del design, ricercano da sempre la contaminazione fra le arti, facendo dialogare la ceramica con pratiche artistiche apparentemente lontane da questa materia, quali la scenografia o le arti performative. Oltre all’autoproduzione, hanno lavorato anche per noti brand e oggi disegnano per Arcolaio, Raramanu e Visionnaire. Non si sono posti confini disciplinari e sono noti a livello nazionale e internazionale per il loro eclettismo sempre originalissimo e di alta qualità.
Carlo Pastore, classe 1965, nasce come illustratore e disegnatore. Artista-artigiano,
co-fondatore di Elica Studio, si occupa di dare espressione lavorando in ‘superficie’ i pezzi realizzati dalla sua compagna Elisabetta Bovina, che crea le basi delle loro opere a quattro mani.
Vasi, sculture, gioielli, mobili e complementi d’arredo: ogni manufatto nasce dall’idea di ‘fare con le mani’ secondo una ricerca formale di esclusività e spesso di eccentricità. Un vaso, nell’idea del duo creativo, è «un libro ideale, un diario di storie, di favole, di incantesimi, di viaggi, reali e immaginari. Storie che qualcuno ha raccontato prima di noi e che qualcun altro racconterà dopo di noi».
Elisabetta Bovina, classe 1961, co-fondatrice di Elica Studio, è anche scrittrice, intellettuale e teorica della ceramica. Ha diretto negli anni Novanta “Il giornale del marmo” e, per quindici anni fino al 2009, è stata direttore scientifico di “La Ceramica Moderna & Antica”. A oggi è docente di Design del prodotto e Attualità del design ceramico presso ECIPAR, Corso IFTS, a Faenza.
La porcellana bianca, materiale d’elezione di Elica, è abbastanza difficile da trattare, a causa della sua sottigliezza e della cottura a temperature molto elevate: «Il tempo scorre lento con la porcellana, giorni di acqua, giorni di gesso, giorni di aria e, infine, il fuoco, 2, 3, 5, 7 giorni di calore, 1260°C, e lentamente il fuoco le concede l’immortalità».
L’intesa vincente tra i due MAM-Maestri d’Arte e Mestiere è il segreto, l’uno a completare l’opera dell’altra: Elisabetta si occupa delle forme, Carlo è specializzato in decorazione e grafica. «Essere riconosciuti da Fondazione Cologni come Maestri d’Arte e Mestiere ci onora, ancor più perché in questi anni la Fondazione è sempre stata molto attiva nella tutela e salvaguardia dei mestieri d’arte. Speriamo, nel nostro piccolo, di essere utili alla causa, soprattutto per quanto riguarda la formazione dei giovani in bottega», dichiarano.
La collezione di vasi da muro In alto i cuori (2009-2023) è un elogio a tecniche e materiali preziosi nel mondo della ceramica: porcellana, ossidi, ingobbi, oro a terzo fuoco, sono i protagonisti di questa produzione liberamente ispirata alla Smorfia Napoletana. In alto i cuori ha raggiunto anche un pubblico internazionale in Canada, Venezuela ed Emirati Arabi.
Eclettiche e con un forte carattere di riconoscibilità le loro produzioni, tra cui gli iconici vasi da parete “In alto i cuori”, una serie di ex voto in porcellana: «Dal 2009 abbiamo creato più di 65 versioni diverse, tutte uniche, realizzate e dipinte a mano». Un progetto a tutt’oggi in fieri in quanto queste icone pop saranno 90, tanti quanti i numeri della Smorfia napoletana, ulteriore elemento del carattere di italianità dell’opera: piccole sculture per messaggi contemporanei scritti in un linguaggio universale. «Ogni cuore ha il suo ritmo, il suo battito, il suo significato, tra ironia e divertissement», un mix di sacro e profano.
C’è anche la collezione “Anatomika”, che celebra il corpo umano sezionandolo. Il corpo come grande sistema di segni e simboli: «Ecco allora mani e piedi, denti trasformati in porcellana con una dissezione figurativa: non contenitori di nervi, vene, ossa, sangue, ma di idee e messaggi». E poi “Naturalia”, in porcellana biscuit come carta dipinta ad acquerello e grés con ingobbi dai colori vivaci, una collezione di oggetti d’arredo liberamente ‘rubati’ alla natura. Tutto da scoprire a Bologna dove, oltre alla loro bottega, dal 2009 hanno dato vita a Crete Pièce Unique, uno spazio poliedrico che è al contempo showroom per le loro creazioni, galleria per la quale curano personalmente una selezione di oggetti di altri designer-artieri e piattaforma sperimentale per tutte le arti performative: una vetrina del fatto a mano in tutte le sue declinazioni!
Spinae – Inter Spinas lilium (2016) è un vaso da muro in porcellana, cristallina e oro a terzo fuoco. L’opera trae ispirazione dal Cantico dei Cantici 2 “Come il giglio tra le spine”.
I pezzi a firma Elica Studio attirano il nostro sguardo e suscitano il nostro interesse proprio perché sono inattesi e sorprendenti: una peculiarità che ha portato il duo creativo a essere protagonista, da oltre trent’anni, in importanti rassegne e mostre di settore. Tra le più recenti sono da citare le partecipazioni a Fittile. Artigianato artistico nella ceramica contemporanea (Triennale, Milano, a cura i Ugo La Pietra) e a Homo Faber: Crafting a more human future (Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia, a cura di Alberto Cavalli), prestigiosi teatri di valorizzazione dell’artigianato artistico d’eccellenza.
Il cuore è l’organo di cui ogni essere umano non può fare a meno, anche in senso figurato: nessuno può vivere senza amore, come ci ricordano con ludica allusività Carlo Pastore ed Elisabetta Bovina, che hanno fanno del cuore la bandiera del loro mestiere d’arte.