Fra le numerose esposizioni dedicate alla storica manifattura veneziana Luigi Bevilacqua, la mostra “Il genio della tradizione – Otto secoli di velluti a Venezia”, tenutasi nella cornice unica di Palazzo Ducale nel 2004, ha celebrato nel modo più significativo e meritato la maestria dei Bevilacqua e insieme la loro inesausta creatività e capacità di dialogare con il contemporaneo.

Una produzione, quella della Tessitura Bevilacqua, che vanta appassionati ed estimatori in tutto il mondo. L’atelier realizza oggi magnifici tessuti sia a mano che a telaio meccanico, come broccatelli, damaschi, lampassi, rasi, velluti, soprarizzi.
“In apertura:”
La suggestiva sede veneziana del negozio Bevilacqua in San Marco, a Santa Maria del Giglio: scrigno delle meraviglie dove è possibile ammirare le creazioni della Tessitura, celebre nel mondo.
Si tratta di una delle più importanti e note dinastie artigiane italiane, la cui storia risale al 1875: erede della Tessitura Luigi Bevilacqua è oggi Emanuele, nipote del capostipite Luigi e figlio di Mario, che porta avanti con passione e spirito imprenditoriale una tradizione nobilissima e preziosa, appresa direttamente dall’insegnamento dell’ultimo grande maestro veneziano, Angelo Falomo.

Grazie alla sua esperienza e maestria, Emanuele Bevilacqua ha potuto recuperare l’arte del velluto operato veneziano, e in particolare del “soprarizzo”, ormai quasi caduto in disuso anche per la difficoltà e lentezza di esecuzione.

La Tessitura impiega ancor oggi antichi telai settecenteschi, che sono stati recuperati da un’antica fabbrica veneziana di seta all’apertura dell’azienda e nel tempo tutti restaurati e rimessi in attività, ricostruendo tecniche complesse di storica memoria, trasmesse quasi solo per via orale.
Maestro d’arte e designer, Emanuele Bevilacqua segue anche lo sviluppo creativo delle collezioni di tessuti, dal “bozzetto” alla “messincarta” fino alle schede preforate per la macchina da tessitura Jaquard. Dal 2003 si dedica anche ai velluti realizzati con i telai “a bacchetta”, sviluppando tessuti di altissimo valore artigianale, soprattutto destinati all’interior design.
Una produzione di eccellenza che vanta innumerevoli appassionati ed estimatori. I velluti della tessitura arredano alcuni tra i più esclusivi palazzi e dimore private. Essendo l’ultima realtà artigiana a livello internazionale in grado di realizzare velluti e soprarizzi manuali, esporta in tutto il mondo, anche per prestigiosi committenti pubblici: dalla Casa Bianca al Quirinale al Palazzo Reale di Stoccolma. Ma Emanuele Bevilacqua ci racconta di essere particolarmente fiero di un velluto disegnato a grottesche e realizzato per i fastosi interni del Cremlino. Per poterlo produrre, la Tessitura ha dovuto addirittura rimettere in funzione macchinari fermi da molti decenni e realizzare ex novo alcuni elementi del telaio: un lavoro di ricostruzione storica e di alto artigianato, che può essere portato avanti solo grazie allo spirito di sperimentazione e alla grande passione di Emanuele e di tutto lo staff, sempre pronto ad accettare nuove e impegnative sfide.

La Tessitura Bevilacqua produce oggi nell’atelier di Santa Croce magnifici tessuti sia a mano che a telaio meccanico, come broccatelli, damaschi, lampassi, rasi, velluti, soprarizzi. Realizza inoltre prodotti finiti tra cui cuscini, copritavolo, arazzi, che vengono venduti nei negozi, in particolare nello stupendo punto vendita in San Marco, a Santa Maria del Giglio: un vero scrigno delle meraviglie, meta di conoscitori, appassionati e tanti, tantissimi stranieri, che restano a bocca aperta davanti a tanta bellezza, incantati dai bellissimi disegni classici della tradizione veneziana e dal cromatismo intenso e sontuoso, sempre raffinatissimo, degli accostamenti.
Un antico savoir faire artigiano rivive nell’atelier Bevilacqua, dove prendono vita velluti di grande bellezza e preziosità che nascono dai fili di seta delle 400 bobine del telaio Jaquard su cui vengono prodotti. Emanuele Bevilacqua ha recuperato l’arte del velluto operato veneziano, e in particolare del “soprarizzo”, ormai quasi caduto in disuso anche per la grande difficoltà e lentezza di esecuzione.
Ma come prendono forma questi velluti, miracolo di bellezza e preziosità?
Nascono dai fili di seta delle 400 bobine del telaio Jaquard su cui viene prodotto: da queste, i fili passano nei cartoni, collocati al di sopra della macchina, consentendo al disegno di prendere vita. Ciascuno dei fori sul cartone, infatti, corrisponde ad un filo: un ordito che deve poi necessariamente passare attraverso le mani esperte e pazienti di una tessitrice. Sotto questo la tessitrice, che deve anche possedere un’altissima precisione in ogni gesto, inserisce alcuni ferri sottili, che saranno poi rimossi. Non sono tutti uguali tra loro: quelli in numero minore creeranno l’effetto velluto; quelli più numerosi presentano delle scanalature, che daranno vita all’effetto riccio, rispetto al quale il velluto si troverà sopra: ecco spiegato il nome di “soprarizzo”, e forse in piccola parte compreso il saper fare magistrale di questi artigiani.
Il procedimento è in realtà ben più complesso tanto che, in un intero giorno di lavoro, ognuno dei 18 magnifici telai lignei della Tessitura può realizzare non oltre 30 centimetri di velluto… Il velluto soprarizzo è il più complesso tra i velluti operati, perché costituito dal velluto tagliato, in alto, che definisce il disegno, e dal velluto riccio, in basso, che costituisce il velluto di fondo. I due livelli si distinguono anche per il colore: il velluto tagliato è più scuro, quello riccio più chiaro. Ogni millimetro del primo livello viene tagliato a mano dalle tessitrici… Quanta pazienza e quanto inestimabile savoir faire!!!

Molte e importanti le collaborazioni dell’atelier con architetti e designer, artisti e stilisti, grandi firme della moda e dell’arredamento di interni: c’è sempre qualcosa da imparare, sostiene Emanuele, orgoglioso di aver raccolto un testimone tanto prezioso. “Continuando l’attività di mio nonno e mio padre negli anni ho avuto il piacere di incontrare Scalamandré, Apfel, Ann Getty, Molineaux, Shapiro, Marino, Pinto, Peregalli, Roberta di Camerino, per citare solo alcuni nomi, fino ai maggiori protagonisti della moda e del design contemporanei; queste collaborazioni mi permettono di aggiungere dei dettagli di modernità ai tessuti presenti nel nostro vasto archivio storico”. Un esempio mirabile di conservazione della tradizione, ma sempre con sensibilità e visione contemporanee.
Certo i clienti della Tessitura Bevilacqua devono giocoforza condividere con Emanuele non solo la passione per la bellezza ma anche il rispetto dei ritmi lenti del grande lavoro artigiano… “L’aspetto per me più interessante e più difficile è proprio quello della tempistica dei progetti. Il nostro lavoro che tradizionalmente è molto legato al restauro e arredo di importanti edifici ha dei tempi molto lunghi, i nostri clienti sono abituati ad attese di molti mesi che a volte superano l’anno”.
Ma basta posare lo sguardo, e se se ne ha la fortuna anche la mano, sulla serica lucentezza di queste creazioni senza tempo, per capire quanto ne valga la pena…

A cura di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte