All’ombra del Vesuvio, tra il vulcano e il mare, si trova il Comune di Torre del Greco: 30km quadrati diventati, storicamente, la patria del corallo. Da qui una volta partivano le barche per la pesca dell’oro rosso che, fin dal XV secolo, qui si compra, si vende, si lavora e si colleziona.
La famiglia Liverino possiede il più importante Museo del corallo al mondo proprio in questa cittadina e ben conosce la storia di questo materiale e dell’arte antica che lo accompagna.
La fondazione dell’azienda risale al 1894, arrivando fino ai nostri giorni, trasmessa di generazione in generazione.
L’attuale proprietario, Enzo Liverino, è interprete di una modernizzazione attenta nella creazione dei gioielli che, pur fedeli alla preziosa tradizione profondamente radicata nel territorio, presentano un design contemporaneo e un senso decorativo sempre aggiornato.
Nondimeno, l’atelier Liverino produce anche sculture di magnifica suggestione, come i grandi presepi interamente scolpiti in corallo.
La formazione di Enzo Liverino inizia nella bottega dei suoi avi.
Qui sviluppa una passione e un’ammirazione profonda per il lavoro degli incisori impiegati dal padre, le cui opere esprimono una bellezza poetica e una maestria che resterà sempre impressa nella sua memoria. I tagliatori gli insegnano il valore di ogni pezzo, che si riconosce già in fase di taglio, rivelando i potenziali usi o le eventuali imperfezioni.
Ormai maggiorenne, dopo il diploma Enzo trascorre un decennio tra Napoli e Taiwan, dove acquista la materia prima da inviare alla ditta di famiglia, imparando a conoscere profondamente il corallo e a valutarlo con gli occhi dell’intenditore.
Alla perizia artigianale e alla capacità imprenditoriale Enzo Liverino unisce così una grande competenza scientifica, che lo porta, unico italiano, ad essere relatore al Primo congresso mondiale sul corallo a Kochi, in Giappone, nel 1993.
Alcuni anni prima, nel 1986, il padre Basilio realizza un sogno, fondando il Museo del corallo: tanto è il desiderio di preservare questi cimeli e queste opere uniche, a vantaggio dei visitatori, che gli spazi espositivi, interamente scavati nella roccia, sono progettati per resistere idealmente anche a un’improvvisa eruzione del Vesuvio, come quella che cristallizzò nel tempo le città di Pompei ed Ercolano (gli scavi di quest’ultima si trovano a soli 5 km dal Museo).Tra i tesori in collezione ci sono molti coralli di famiglia: quelli del fondatore Basilio, bisnonno dell’attuale titolare, poi quelli di nonno Vincenzo, di papà Basilio, fino alle più recenti acquisizioni di Enzo.
Nella gallery:
• “Mascherone” (1970), maschera in corallo con fondo in oro, occhi in diamante, catena in corallo e acciaio brunito.
• Bracciali Tennis, della collezione Liverino, in corallo rosso e corallo bianco rosa, montati in oro bianco e diamanti.
La bottega del Maestro Enzo Liverino è cresciuta tantissimo nell’ultimo secolo e ormai conta un centinaio di collaboratori. Nella ditta di Torre del Greco i gesti e le tecniche sono rimaste quelle di sempre, anche se oggi esistono macchinari all’avanguardia che i Liverino personalizzano per la propria produzione.
Nella gallery:
• La “rociatura”, ossia l’arrotondamento del corallo con tecnica moderna, è una tecnica che richiede grande attenzione ed esperienza. Foto Emanuele Zamponi
• Un’altra fase delicata è quella della bucatura del corallo: il foro deve essere più centrale possibile. In passato la bucatura veniva effettuata senza strumenti automatici, mediante uno speciale archetto a cui era fissato un filo in tensione. La cordicella, annodata attorno a un punteruolo con un ago finale, veniva fatta scorrere avanti e indietro con l’archetto, producendo il moto rotatorio dell’ago, che appoggiato sul corallo, lo forava. In questo tipo di lavorazione, veniva fatta scorrere continuamente dell’acqua sul corallo, per abbassare la temperatura originata dallo sfregamento. Foto Emanuele Zamponi
Il corallo viene scelto grezzo, ben lavato, studiato per deciderne l’uso a partire dalla forma del ramo. Poi viene tagliato, diviso per dimensione, colore, qualità. Può essere arrotondato, bucato per essere infilato, o può essere inciso a bulino, secondo la fantasia dell’intagliatore. Data l’estrema rarità del materiale, ogni operazione viene attuata nel rispetto della natura e, per non impoverire la riproduzione e crescita della specie, solo i rami più grandi vengono raccolti dai sub nella fase di pesca.
Come logica conseguenza, la lavorazione non ammette scarti o sprechi: dalle minuscole parti, trasformate in piccole perline o decorazioni, fino alla polvere di corallo, fondamentale nella fase di lucidatura, tutto partecipa alla metamorfosi creativa.
Nella gallery:
• Presso la bottega di Enzo Liverino, mani esperte selezionano il corallo in base alla grandezza, alla qualità e al colore, tenendo conto anche della più lieve differenza di tono. Foto Emanuele Zamponi
• Dopo che il corallo è stato lavorato e ridotto alla forma voluta, si può procedere pazientemente all’infilatura. Foto Emanuele Zamponi
Il profondo rispetto per questa materia organica e l’amore per la sua professione hanno portato Enzo Liverino a divenire Presidente della Commissione Corallo in CIBJO e consulente della FAO per le statistiche sul corallo pescato nel mondo, socio del Club degli Orafi Italia, di Assogemme, consigliere di Federpietre, responsabile della commissione perle, corallo e cammei dell’ICA, e referente per il corallo e cammei dell’Istituto Gemmologico Italiano e del Gemmological Institute di Bangkok.
A cura della Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte.