La più antica espressione di cultura materiale italiana (come anche quella di ogni Paese bagnato dal Mediterraneo) è legata alla lavorazione della ceramica. Una cultura che si è sviluppata nei secoli, fino ai giorni nostri, descrivendo e rappresentando le abitudini e le ritualità, in rapporto ai diversi comportamenti sociali: espressioni formali e decorative, sempre cariche di un alto quoziente di artisticità. (Ugo La Pietra)

La copertina del catalogo dedicato alla mostra Fittile. L’artigianato artistico italiano nella ceramica contemporanea, in Triennale Milano fino al 31 ottobre. Le opere presentate sono una non completa rassegna rappresentativa di autori che esprimono la capacità di creare, attraverso un’abilità nella lavorazione e un indubbio linguaggio espressivo personale. L’esposizione ha ottenuto il patrocinio del Comune di Milano, della Milano Design Week 2021 e di AiCC-Associazione Italiana Città della Ceramica.
Foto di Fondazione Cologni
Con Fittile. L’artigianato artistico italiano nella ceramica contemporanea (4 settembre/31ottobre 2021) – terza esposizione del ciclo “Mestieri d’arte. Crafts Culture”, nato dalla collaborazione tra Triennale Milano e Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte per sostenere e promuovere l’eccellenza artigiana – la ceramica torna da protagonista in Triennale, ponendosi su una linea di ricerca che affonda le sue radici nelle prime Esposizioni alla Villa Reale di Monza, preludio della futura Triennale. Negli anni, infatti, il prestigioso spazio di viale Alemagna 6 ha dedicato grande attenzione a questo materiale mettendo in scena il lavoro di alcune figure centrali come Gio Ponti, Guido Andlovitz, Tomaso Buzzi, Anselmo Bucci… fino a oggi, con Ugo La Pietra, artista, architetto e designer, storica figura di riferimento per le arti applicate italiane e per la ceramica in particolare, che firma la curatela di Fittile.

Giardino; terracotta smaltata, 2006.
Lodigiano, Tonino Negri vive e lavora nella sua città, dove conduce il laboratorio-bottega Terra Crea. Terra, acqua, fuoco e aria sono gli elementi primordiali che abitano le forme archetipiche della sua produzione: forme pure e perfette, silenziose, che raccontano storie antiche, ricche di lirismo e talvolta venate di ironia. Come il suo vaso-scultura Giardino esposto in mostra, che come afferma l’autore “rappresenta il giardino segreto, o meglio un luogo interiore”.
Foto di L. Fantacuzzi, M. Galati-Fourcade
Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, così spiega la scelta del titolo dell’esposizione: «L’aggettivo ‘fittile’ nella sua etimologia latina già racchiude in sé l’idea di un gesto, di un’azione precisa: quel “plasmare” portato avanti da millenni – la terracotta è il primo materiale sintetico creato dall’uomo e i suoi più antichi rinvenimenti risalgono addirittura al Paleolitico tardo – con sapienza ed esperienza da mani intelligenti in grado di trasformare la materia con un tocco. E dal gesto, dalla materia scaturiscono opere uniche, ancestrali, in grado di coniugare arte e alta produzione artigiana».

Barocco Sicilia; maiolica, 2000.
La storia di Nicolò Morales, ceramista a Caltagirone da oltre trent’anni, è indissolubilmente legata al territorio calatino. Già apprezzato in Sicilia, la sua consacrazione arriva nel 2011 alla Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi, che ha definito le sue opere “invenzioni di grande felicità”. Il vaso in mostra ben lo rappresenta nell’omaggio alla sua terra e alla tradizione rivisitata.
Foto di Umberto&figli
Questa mostra vuole essere un invito a scoprire la ceramica italiana d’autore nelle sue molte declinazioni territoriali. Ugo La Pietra, da sempre affezionato al tema del genius loci, con Fittile ci narra un modo nuovo di intendere il design: un design territoriale, appunto, che la ceramica italiana d’autore rende straordinario e manifesto con la sua molteplicità di lavorazioni, colori, tecniche. L’esuberanza, la differenza, la varietà sono elementi che contribuiscono a risvegliare il nostro desiderio di bellezza. Una bellezza che questi manufatti rivelano in modo poetico, liberando in noi quella speranza che, come l’ultima dea che uscì da un altro celebre vaso – quello leggendario di Pandora – ci fa credere in un futuro fatto con arte. E con mestiere, naturalmente.

Mediterranea; argilla naturale smaltata, decorata, cottura in riduzione a gran fuoco, 2020.
Ivana e Saura Vignoli, sorelle e compagne d’arte faentine, hanno conseguito il diploma di Maestro d’Arte presso l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Faenza e nel 1976 hanno aperto l’ormai storica bottega. La produzione Vignoli è ricchissima e spazia da pezzi ornamentali a oggetti d’uso e complementi d’arredo alle serie limitate. Il vaso Mediterranea, creazione di Ivana Vignoli, è una metafora che ci ricorda che “peschiamo tutti nello stesso mare…”.
Foto di Giampaolo Santoddì
Commenta Franco Cologni, presidente dell’omonima Fondazione: «La ricchezza manifatturiera dei nostri artigiani, che plasmano la terra per trarne forme sempre nuove, ci permette di vedere anche quello che non è palese, che non è dichiarato, che non è immediatamente percepibile: il processo, oltre che il prodotto. Il progetto, oltre che la tecnica. La competenza, oltre che il talento».

Selene; argilla bianca e smalto opaco bianco, 2012.
Antonietta Mazzotti, accanto alla produzione classica faentina, come interprete della ceramica contemporanea, realizza progetti d’artista con opere a tiratura limitata e site specific. Il suo amore per la natura la spinge a trarre ispirazione da fiori e piante di origine orientale, come petali di peonia, foglie di aspidistra o ginkgo biloba. La sua poetica si esprime attraverso la sintesi di questi elementi naturali, scelti per le loro forme pulite e lineari. Il vaso Selene, fiore in argilla e smalto bianco, ne esprime appieno la naturale eleganza.
Foto di F. Guadagnini
Il curatore delinea il focus del suo lavoro di selezione su una precisa tipologia archetipica e simbolica: il vaso, più o meno alluso in tutte le opere esposte. Tecnica e poetica sono i due valori che con la loro duplice presenza danno significato alla mostra, il cui allestimento porta la firma dello Studio La Pietra, con la supervisione generale di Studiometria: il blu, intenso nei toni, immerge il visitatore in una esperienza totalizzante, rendendo lo spazio protagonista, in un’atmosfera solenne grazie ai due totem in argilla L’offerta, opera di Ugo La Pietra con Ceramiche Rometti. A impreziosire il tutto c’è Rizòmata, la video installazione di Lucio La Pietra che mette in scena gli elementi primi che, in un moto dinamico, creano e trasformano la materia, in questo caso rappresentata da un vaso archetipale.

Raimondesca “Fiasca Scaramantica”; terracotta smaltata, 2021.
Francesco Raimondi, a Vietri sul Mare, realizza grandi vasi e piatti murali con figure femminili, immerse nei paesaggi della costiera amalfitana. Il suo percorso di reinterpretazione della tradizione dà vita alle opere definite di “astrattismo geometrico”. L’evoluzione dello stile lo porta quindi, dopo alcuni anni, alle sue rivisitazioni delle grottesche, le Raimondesche: ricche di ironia e di citazioni iconografiche, spesso sorprendenti, fanno riferimento alla cultura del territorio, sempre in una chiave di reinterpretazione personale molto riconoscibile, come nella sua spettacolare Fiasca Scaramantica.
Foto di Mariateresa Raimondi
Tra gli autori scelti anche alcuni tra i MAM-Maestri d’Arte e Mestiere che la Fondazione Cologni ha premiato negli anni: Antonietta Mazzotti, Giovanni Mengoni, Nicolò Morales, Tonino Negri, Francesco Raimondi, Gabriella Sacchi e Ivana Vignoli, per citare solo alcuni grandi nomi, artefici di una bellezza preziosa tutta italiana. Dire «ceramica», infatti, equivale a dire «Italia». Non solo perché il nostro Paese è uno fra i più ricchi al mondo per varietà, qualità e diversità nelle tecniche di lavorazione e decorazione di questo materiale, ma soprattutto perché nei nostri territori maestria artigiana e visione progettuale si fondono nel valore dell’unicità, creando risultati straordinari.

La Quadreria di Triennale Milano che ospita Fittile. Nell’allestimento si riconoscono, ai due lati, i due totem in argilla L’offerta, opera di Ugo La Pietra realizzata in collaborazione con Ceramiche Rometti, storica manifattura umbra.
Foto di Emanuele Zamponi
Fittile. L’artigianato artistico italiano nella ceramica contemporanea, a cura di Ugo La Pietra, Triennale Milano, 4 settembre/31 ottobre 2021.