Cura della tessera più minuta, occhio scrupoloso, progettazione consapevole e tempi lenti della bottega sono gli ingredienti che portano la mano di un mosaicista a creare una bellezza frutto di pazienza e durevole nel tempo. A San Giorgio della Richinvelda, in provincia di Pordenone, Gianpietro Bisaro trascorre le giornate nel suo laboratorio alle porte del piccolo centro: qui dà vita a rivestimenti pavimentali e d’arredo, opere d’arte sacra e profana, ritratti e composizioni originali, tutte realizzate a mano e ricorrendo alle tecniche della tradizione artigianale.
Gianpietro Bisaro è un maestro mosaicista, diplomatosi nel 1986 alla prestigiosa Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo. Da allora ha lavorato per i più importanti laboratori musivi della regione, fino al 2007, quando decide di avviare una produzione in proprio ©Foto Massmedia di Stefano Bergomas
Ci troviamo nei pressi di Spilimbergo e forti sono le influenze del territorio friuliano, da sempre culla di questo mestiere d’arte. «Realizzare le mie opere nella culla del mosaico è essenziale. Il contesto in cui lavoro, ricco di storia e di tradizione artigianale, offre una fonte inesauribile di ispirazione e collaborazione. Uno degli aspetti più importanti del mio percorso è stato il confronto e il lavoro di squadra con artigiani locali, sia della vecchia sia della nuova generazione», spiega il Maestro Bisaro.
«Nel mio lavoro, il tempo trascorso e la fatica impiegata non si contano. Ogni mosaico è frutto di una dedizione che va oltre il semplice taglio delle tessere: richiede concentrazione, precisione e una manualità affinata nel tempo» ©Foto Massmedia di Stefano Bergomas
«Sin dall’apertura del mio studio» continua «ho scelto di collaborare con giovani artigiane uscite dalla prestigiosa Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo. Questa sinergia ha dato vita a un team affiatato, in cui il sapere tradizionale si mescola con la freschezza di idee innovative. Trasmettere le mie competenze alle nuove generazioni è una parte fondamentale della mia missione. Insegnare l’arte del mosaico non è solo un modo per preservare una tradizione, ma anche un’opportunità per innovare e adattare questa forma d’arte senza tempo alle esigenze del mondo contemporaneo. Credo fermamente che il futuro del mosaico risieda nella capacità di guardare avanti, senza mai dimenticare le proprie radici».
Bisaro Mosaici è specializzata in opere musive di ispirazione sacra, dalle icone classiche a quelle bizantine. ©Foto Massmedia di Stefano Bergomas
La scelta dei materiali è fondamentale per la riuscita di un mosaico di qualità. «Tra tutti, prediligo gli smalti veneziani, un tipo di vetro realizzato con maestria dai vetrai di Murano e Venezia, pensato appositamente per l’arte musiva. Questo materiale offre una luminosità e una profondità cromatica uniche, capaci di dare vita e movimento alle opere. Non mancano, inoltre, l’uso di smalti ecologici e marmi naturali, selezionati con cura per garantire sostenibilità e bellezza», racconta il gentile Gianpietro.
Mosaico “Red&White”, smalti veneziani e marmo, tecnica diretta. L’opera appartiene a una produzione più contemporanea. ©Courtesy Bisaro Mosaici
Le tecniche utilizzate per la realizzazione di un mosaico sono il risultato di secoli di evoluzione artistica e artigianale, e ciascuna di esse permette di raggiungere risultati straordinari: «La “tecnica diretta” è forse la più antica, utilizzata fin dai tempi dei Romani per decorare pavimenti e pareti: prevede la posa diretta delle tessere su una base cementizia, permettendo a ciascuna di riflettere la luce in modo unico e contribuendo a un effetto visivo brillante e dinamico. Questo approccio esalta la qualità e la consistenza dei materiali, rendendo ogni mosaico unico e irripetibile».
Mosaico “Madonna del Sassoferrato”, smalti veneziani, tecnica rovescio su carta con doppia rivoltatura. Il quadro, al quale l’opera è ispirata, rappresenta la Vergine Maria mentre accudisce con molta affettuosità Gesù Bambino. ©Courtesy Bisaro Mosaici
«Nella “tecnica a rovescio su carta” le tessere vengono incollate a rovescio su una carta che riporta il disegno speculare dell’opera. Il mosaico viene poi trasferito nella sua collocazione definitiva e fissato con appositi collanti. Una volta completata l’installazione, la carta viene rimossa con acqua, rivelando una superficie perfettamente liscia e uniforme. Questo metodo è particolarmente indicato per progetti di grandi dimensioni, poiché permette di lavorare in laboratorio su fogli trasportabili, che possono poi essere assemblati sul posto»: un modo di creare bellezza eterna!
Gli smalti veneziani, materia d’elezione per la produzione di Bisaro Mosaici. La catalogazione certosina permette l’individuazione immediata delle varie nuances di colore. ©Foto Massmedia di Stefano Bergomas
Un’altra lavorazione prediletta da Bisaro è quella della “doppia rivoltatura”: «Questo metodo, sofisticato e preciso, è ideale per la realizzazione di ritratti e opere che richiedono un elevato grado di dettaglio. Il mosaico viene inizialmente costruito a diritto su carta, poi ribaltato su un secondo foglio e infine installato nella posizione definitiva. Grazie a questa tecnica, è possibile riprodurre fedelmente volti, espressioni e sfumature di carnagione». Opere tanto realistiche quanto cariche di intensità emotiva!
Mosaico “Giuseppe Verdi”, smalti veneziani, tecnica rovescio su carta con doppia rivoltatura. ©Courtesy Bisaro Mosaici
Tra tutti i lavori realizzati, uno dei più significativi, per l’abile artigiano, è il ritratto di San Giovanni Paolo II. «La responsabilità di rappresentare al meglio un personaggio così iconico e carico di significato storico mi ha spinto a dare il massimo. Vedere la commozione negli occhi del committente, percepire l’emozione che l’opera è riuscita a trasmettere, è stato per me il momento più gratificante. Ogni volta che termino un lavoro, porto con me questa emozione, ma il mio pensiero è già rivolto al progetto successivo, a nuove sfide da affrontare con lo stesso entusiasmo e passione», racconta.
Mosaico (work in progress) “Papa Giovanni Paolo II”, smalti veneziani, tecnica rovescio su carta con doppia rivoltatura. L’opera è un omaggio al pontefice polacco Karol Wojtyla ©Courtesy Bisaro Mosaici
La sua esperienza ultra ventennale ha portato Gianpietro Bisaro ha ricevere il titolo di MAM-Maestro d’Arte e Mestiere dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte nel settembre 2024: «È stato per me un grande onore, un traguardo che rappresenta non solo un riconoscimento del mio percorso professionale, ma anche una fonte di ispirazione per il futuro. Questo attestato di stima mi motiva a migliorarmi continuamente, ad affinare le mie competenze e a trovare nuove soluzioni creative per affrontare le sfide quotidiane del mio lavoro. Ogni giorno è una nuova opportunità per crescere, innovare e contribuire al patrimonio dell’arte del mosaico, mantenendo viva una tradizione che continua a emozionare e a stupire».