Dal genio di Gio Ponti alle storiche collaborazioni con importanti designer, la celebre Manifattura fiorentina di porcellane ha di recente partecipato a Homo Faber con un’opera di eccezionale bellezza.
Centrotavola e servizi in porcellana, oggetti d’arte, argenteria e cristalli: ogni singolo pezzo firmato dalla Manifattura Ginori racconta oggi una storia tutta italiana intrisa di bellezza che affonda le sue radici nel 1735, anno in cui il marchese Carlo Andrea Ginori avvia a Doccia, nella villa della tenuta di famiglia nei pressi di Firenze, una fabbrica di porcellana destinata a diventare sinonimo di ‘eternità’ nel mondo dell’oro bianco.
La collezione Arcadia è caratterizzata dall’essenziale rotondità della linea e idealizza un cosmo ideale, utopico, dove le creature sono diverse, libere in ogni forma, tratto ed espressione. Da oltre 280 anni Ginori 1735 è l’icona che ha segnato per sempre la tradizione di stare a tavola.
Ginori 1735 ha scelto di essere presente in modo molto significativo a Homo Faber Event 2022, l’iniziativa culturale organizzata da Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship e dedicata ai mestieri d’arte contemporanei, in scena fino al 1 maggio presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
La Manifattura ha accolto con entusiasmo la proposta della Fondazione Cologni, partner di Homo Faber, che ha invitato alcuni dei più importanti atelier, manifatture e maestri d’arte italiani a esporre opere sul tema del fertile rapporto con la cultura giapponese nelle nostre arti applicate. Ne sono nati una serie di capolavori, molti dei quali realizzati ad hoc per la manifestazione, come nel caso di Ginori. «Siamo felici di essere presenti con un’unica opera a un evento così importante come Homo Faber, che sostiene l’artigianalità, il talento artistico e il saper fare»: queste le parole di Alain Prost, presidente e amministratore delegato di Ginori 1735. «Questi elementi appartengono, infatti, da sempre all’identità di Ginori e il Vaso con Pavoni ne rappresenta una delle testimonianze più straordinarie».
Da uno scarto può nascere nuova bellezza e Ginori 1735 ha accettato questa sfida. A Homo Faber 2022 l’inedita riedizione del Vaso con Pavoni, monumentale opera alta 120 cm, del peso di quasi 80 kg.
Realizzato dalla Manifattura Ginori per la prima volta nel 1902 in occasione dell’Esposizione internazionale d’arte decorativa di Torino, il monumentale Vaso con Pavoni è presentato in una riedizione unica, espressione di due culture artistiche. Mescolando sapientemente per la prima volta il kintsugi, l’antica arte giapponese delle preziose cicatrici, e la tecnica di lavorazione a foglia d’oro tipicamente toscana, Ginori 1735 ha trasformato le fratture di un’opera danneggiata in un punto di forza, rendendole la parte più bella. Grazie alla casualità con cui la porcellana si crepa, il vaso ha preso una nuova vita attraverso le linee di frattura. Le maestranze della Manifattura hanno ricostruito le crepe con foglie d’oro zecchino 24kt esaltando e ridando nuovo vigore a questa opera d’arte.
Protagonista del vaso è il Pavone, ricordato nel racconto delle Metamorfosi di Ovidio, che per l’eleganza e la maniera di esibire il proprio piumaggio divenne un simbolo del sole e il suo mito attraversò il tempo. Nel manufatto presentato le pose aggraziate e sinuose dei pavoni a rilievo si avvolgono intorno al vaso, sottolineandone l’alta qualità del modellato e della complessa tecnica di lavorazione.
Nel Vaso con Pavoni le pose aggraziate e sinuose dei pavoni a rilievo si avvolgono intorno al vaso. I pavoni si trovano nella decorazione di importanti opere d’arte fiorentine, come la fontana in marmo commissionata a Bartolomeo Ammannati da Cosimo I de’ Medici per la ‘Sala Grande’ in Palazzo Vecchio e ancora la serie di animali eseguiti in bronzo intorno al 1567, sempre dall’Ammannati con il Giambologna.
L’opera fa parte della selezione della Sala Italia e Giappone: le relazioni meravigliose, curata e prodotta dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Aprendo la Sala in modo molto suggestivo e di grande impatto, il grande vaso in porcellana bianca con le bellissime figure dei pavoni e il decoro in oro incanta le molte migliaia di visitatori presenti sull’isola di San Giorgio Maggiore.
Da sempre la Manifattura si è affidata all’esperienza dei più grandi designers italiani: basti citare Franco Albini, Franca Helg, Antonio Piva, Sergio Asti, Achille Castiglioni, Gabriele Devecchi, Candido Fior, Gianfranco Frattini, Angelo Mangiarotti, Enzo Mari e Aldo Rossi. E, soprattutto, Gio Ponti, a cui si deve la sensibilità di introdurre elementi della cultura orientale nella decorazione, che proprio in Ginori assunse il ruolo di direttore artistico per un decennio, portando l’azienda a ottenere l’assegnazione del Gran Prix all’Esposizione Universale di Parigi del 1925.
Nato dalla fragilità della porcellana e interamente realizzato a mano dalla Manifattura Ginori, il Vaso con Pavoni unisce per la prima volta la tecnica decorativa del kintsugi giapponese e la lavorazione con la foglia d’oro toscana. Qui, per mezzo di un pennello, l’applicazione di foglia d’oro zecchino 24kt.
Entrando nella Manifattura di Sesto Fiorentino, si sente ancor oggi il profumo speciale della trementina, resina vegetale ottenuta dal pino, la stessa utilizzata dal 1735: un odore antico che ogni giorno rinnova una grande tradizione, che è stata capace sempre di sposare la modernità. «Qui si lavora con un materiale che una volta nel forno prende vita. La porcellana è un materiale vivo e i risultati artistici portano grandi soddisfazioni», raccontano gli abili artigiani, che ogni giorno ‘sfornano’ meraviglie. «Qui siamo ancora legati a un mondo che ha bisogno delle mani dell’uomo».
Un mondo, aggiungiamo, che va protetto, amato e divulgato come patrimonio prezioso e irrinunciabile della nostra storia e, speriamo, del nostro futuro.