“Circondarsi di bellezza genera felicità”: questo il credo di Patrizia Ramacci, energica maestra artigiana e titolare della bottega d’arte Gypsea, di fronte alla Fontana dei Matti, nel cuore del centro storico di Gubbio, presidio di arte e bellezza.

Patrizia Ramacci nasce nel 1968 a Gubbio. Si specializza inizialmente nel restauro del legno, ma è grazie a un corso di formazione finanziato dalla Comunità europea che si innamora della tradizione dello stucco. ©Federico Minelli
«Nel 1991, dopo aver frequentato la sezione sperimentale di restauro dell’Istituto Statale d’Arte di Gubbio e la successiva specializzazione nel restauro degli stucchi, insieme a mio marito Vittorio, abbiamo aperto il nostro laboratorio, consapevoli di divenire fautori di una ‘rinascita’ poiché, fin dai primi del Novecento, nel nostro territorio non esisteva più la figura dello stuccatore», racconta Patrizia Ramacci. «All’inizio ci siamo occupati del restauro degli stucchi e degli arredi lignei e questo ci ha consentito di approfondire le tecniche e i materiali. Ci siamo sempre più lasciati affascinare dalle potenzialità plastiche dello stucco e abbiamo iniziato una produzione ex-novo di decorazioni e complementi d’arredo che vendevamo sia nella nostra bottega, sia in altre fucine in giro per l’Italia».

Il busto “Venere”, di ispirazione classica, è uno dei molti manufatti a regola d’arte creato presso il laboratorio umbro Gypsea. ©Archivio Gypsea
Una storia di resilienza, che ha saputo affrontare alti e bassi: «Tra il 1999 e il 2000 mio marito ha avuto una grande un’intuizione: riprodurre le antiche soffittature tradizionali quali travi, travicelli, pianelle, voltine, cassettonati interamente in gesso. Il bello superava il vero, la preziosità, infatti, non era data dalla materia, ma dall’effetto finale», ci spiega con occhi lucidi e pieni di ammirazione. «Gypsea ha potuto quindi crescere, siamo arrivati ad avere dieci collaboratori interni e altri come supporto esterno. Abbiamo costruito una rete di rivenditori e formato molti collaboratori che su tutto il territorio italiano si occupavano della posa delle nostre soffittature». Un’esperienza preziosa ed eccezionale, arrestata poi dalla grande crisi del mercato dell’edilizia.

Frammenti, cornici, cartigli. Ogni oggetto segue attente fasi di realizzazione. Una miscela di polvere di gesso e acqua, una volta indurita, crea ricordi che restano nel tempo, lucidati e decorati con passione. ©Nasrin Abbasi per Fondazione Cologni
A segnare in modo indelebile il percorso professionale di Patrizia Ramacci è la perdita improvvisa del marito nel gennaio 2021: la passione per l’arte e per una materia così affascinante come il gesso ha avuto la meglio sui momenti di sconforto. La bottega d’arte Gypsea (nome scelto dall’artigiana dopo una visita alla Gypsoteca canoviana di Possagno) oggi risplende di rinnovata luce: cura dei dettagli, uso sapiente dei colori, delle patine e delle lumeggiature, gesti preziosi per decorazioni senza tempo.

La maestra artigiana Patrizia Ramacci e la sua giovane tirocinante Ilaria De Santis: le due donne hanno partecipato alla tredicesima edizione del progetto “Una Scuola, un Lavoro. Percorsi di Eccellenza”. ©Nasrin Abbasi per Fondazione Cologni
La trasmissione del sapere è un elemento imprescindibile quando si parla di artigianato a regola d’arte: «Quando la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte mi ha chiesto se fossi disponibile ad accogliere un’allieva per il progetto “Una Scuola, un Lavoro. Percorsi di eccellenza” sono tornata indietro di oltre trent’anni, ho ripensato ai miei inizi e a quanto sarebbe stato bello e qualificante se allora avessi avuto l’opportunità di entrare in una bottega già esistente e depositaria di tanti saperi. Non ho potuto che dire sì ed è stata un’esperienza formativa unica: la giovane Ilaria De Santis, forte di competenze raffinate grazie alla Scuola dell’Arte della Medaglia di Roma e dotata di un talento cristallino, ha collaborato fianco a fianco per sei mesi in uno scambio proficuo e caratterizzato da grande sensibilità e generosità».

Stucchi di vetro, in fase di posizionamento. Queste sfere decorative sono il frutto di un delicato equilibrio tra pieni e vuoti, tra stucchi e trasparenze. ©Federico Minelli
La produzione a firma Gypsea si ispira alla grande bellezza italiana e tutte le creazioni della bottega sono un omaggio al patrimonio artistico dello Stivale: qui si coltivano moltissimo le relazioni sociali, è un punto di riferimento nella città, è un luogo di lavoro, uno spazio culturale e di formazione. L’inserimento di Ilaria De Santis è stato quindi totalizzante: c’è stata per lei l’opportunità di parlare e trattare con i clienti, di proporre soluzioni e di chiudere le vendite toccando quindi tutti gli aspetti produttivi e commerciali, in una formazione immersiva e continua. Maestro-allievo: un binomio tra professione e felicità!

“Stucco soffiato” è una sfera di vetro soffiato con decorazioni in stucco tutt’intorno. Quello originale e più iconico è dedicato a Gubbio, con i suoi edifici e monumenti letteralmente abbracciati al vetro, poiché non c’è uso di colla. ©Nasrin Abbasi per Fondazione Cologni
«Da un paio d’ore a qualche giorno, questo il tempo di realizzazione per un singolo manufatto. Sono ormai trent’anni che ripeto gli stessi gesti, le mie mani conoscono ad occhi chiusi il loro lavoro», ci confida la maestra eugubina. E, a proposito di prove su prove, racconta: «Abbiamo impiegato oltre dieci anni per trovare il modo per realizzare il “quartobono” sulle cornici modanate senza mai staccare la dima dal manufatto, sono certa che se ci fosse stata la possibilità di una trasmissione del know-how acquisito ci avremmo impiegato un solo giorno! Tutto questo patrimonio così faticosamente accumulato non è giusto che venga perduto e sono pronta nuovamente ad accogliere giovani futuri artigiani presso il mio laboratorio».

Decorazione in gesso “Putto”. Patrizia Ramacci è una delle poche stuccatrici moderne in Italia e la sua arte può essere a tutti gli effetti definita rara e preziosa. ©Federico Minelli
In un momento storico di grande fragilità, la tenacia di Patrizia Ramacci è un monito che racchiude un augurio alla prosperità e alla felicità. Un augurio racchiuso proprio nelle modalità del suo lavoro tramite gli stampi che, anche se vuoti, evocano il manufatto che potrà essere realizzato in una continua alternanza di pieni e di vuoti, una sorta di forza generatrice: è la capacità visionaria di vedere dove ancora non c’è, intuendo ciò che verrà!
