Si scrive «Homo Faber», si legge «celebrazione dell’artigianato artistico contemporaneo». Inaugurata a inizio settembre, la kermesse internazionale ritorna a Venezia per la terza volta, nei suggestivi spazi della Fondazione Giorgio Cini, proponendo ai visitatori un percorso inedito quanto spettacolare: Il viaggio della vita, esplorato attraverso il rapporto essenziale tra gli esseri umani e l’artigianato.
I direttori artistici Luca Guadagnino e Nicolò Rosmarini veicolano questo concetto con una serie di mostre immersive: un’esperienza sensoriale, con scenografie coinvolgenti, dimostrazioni dal vivo e laboratori interattivi.
L’isola di San Giorgio Maggiore, a Venezia, ospita la terza edizione di “Homo Faber: The Journey of Life” all’interno dei suggestivi spazi della Fondazione Giorgio Cini, partner istituzionale dell’evento biennale ©Courtesy Fondazione Giorgio Cini
La selezione delle oltre ottocento opere presenti sull’Isola di San Giorgio Maggiore ha richiesto la competenza e l’intuito del team di curatori interno alla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship e di numerosi esperti esterni da tutto il mondo: non da ultimo il networking trentennale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’arte, che ha proposto la partecipazione di alcune tra le più significative eccellenze nostrane, talenti Made in Italy apprezzati anche all’estero.
“Game of the Goose VII, VIII, IX”, Pino Grasso Ricami. Il disegno del Gioco dell’Oca è stato creato da Nigel Peake e si ispira al gioco da tavolo che si pensa sia nato in Italia già nel XV secolo. Nel gioco, gli spazi dell’Oca e del Rischio simboleggiano la buona e la cattiva sorte che il destino riserva a tutti noi nel corso della vita. ©Simone Padovani per Michelangelo Foundation
Nella sala del Cenacolo, interamente ricoperta da plissé rosa dalle maestranze del Maestro tappezziere Pietro Virzi, troneggia il tavolo in rovere da 22 metri di Bottega Ghianda: una vera e propria “Celebrazione” (è il nome stesso della sala, ndr) del bello, nata dall’idea che tutti i grandi eventi e i momenti speciali della vita sono sempre celebrati con oggetti d’alto artigianato, dal servizio di posate “buono” all’argenteria di famiglia, fino a spettacolari calici in vetro e cristallo dalle svariate forme e grandezze. Gli argenti di Pagliai Firenze, Lorenzo Foglia, Buccellati, Ganci Argenterie, De Vecchi Milano 1935, Tommaso Pestelli, Cleto Munari dialogano con le ceramiche e le porcellane di Antonietta Mazzotti Emaldi, Laboratorio Paravicini, POL Polloniato, Bertozzi&Casoni… Protagonista è il vetro con le sue tecniche rare e preziose: Vanessa Cavallaro, Lucio Bubacco, Simone Crestani, NasonMoretti, solo per citarne alcuni. E non manca, legato al tema della tavola imbandita, l’uso di materiali più inaspettati, come la carta, la cera e l’avorio.
“Celebrazione”: il refettorio della Fondazione Giorgio Cini, attraverso il plissé applicato alle monumentali pareti da Vi.Ma.S Arredo Milano si trasforma in una spettacolare installazione che rende omaggio agli oggetti provenienti da tutto il mondo, pezzi preziosi che ci aiutano a celebrare i rituali della festa, della convivialità e dell’arte della tavola. ©Giulio Ghirardi per Michelangelo Foundation
Il percorso della vita – in alcuni fortunati casi – porta a scoprire il valore del sapere ereditario: le storie di realtà artigianali tramandate di padre in figlio rappresentano un “Patrimonio” (così come è stata intitolata la sala stessa) da tutelare e tramandare, come le storie dei maestri corniciai fiorentini Gabriele e Tommaso Maselli e di Villa Milano, storico nome dell’arte orafa, famoso soprattutto per i preziosi gemelli da polso.
Cornici rinascimentali, Gabriele e Tommaso Maselli. La storia di sapere artigianale trasmesso da padre in figlio, fiore all’occhiello dell’artigianato Made in Firenze, viene raccontata nella sala “Patrimonio”. ©Simone Padovani per Michelangelo Foundation
All’amore – tema centrale nella vita di ognuno di noi – sono dedicate le due sale “Corteggiamento” e “Unione”: che sia romantico o familiare, platonico o amicale, l’amore raccontato dai maestri artigiani mette in risalto la cura e la passione, ingredienti dell’amore stesso ma anche principi fondanti del know-how fatto a mano! I bouquet di Jessica Ciaffarini, i fiori in vetro di Lilla Tabasso, i cammei di Fabio Ottaviano, gli ombrelli di Pasotti 1954, i vasi in vetro di Murano del grande Maestro Lino Tagliapietra, lo Scrigno dei Trionfi di Atelier Percossi Papi, i ventagli di Giuliana Dodi Camurati, la seduta vis à vis in metallo di De Castelli… e tantissimi altri oggetti simbolici della fertilità e della passione provenienti da tutto il resto del mondo.
“Scrigno dei Trionfi”, Atelier Percossi Papi. Lo scrigno, creato ad hoc per Homo Faber 2024, è un’opera unica a pianta ottagonale rivestita in lamina di argento martellato, ricoperta di elementi architettonici che incorniciano miniature su foglia d’oro e di un mosaico in lapislazzuli che ne riveste la parte superiore. Pietre naturali e perle completano i decori di questo stupefacente scrigno. ©Valeria Percossi Papi
Un allestimento immersivo racconta i “Sogni”: l’ex piscina della Fondazione Giorgio Cini si riappropria del suo elemento naturale – l’acqua – invitandoci a tuffarci in un sogno in technicolor dove si incontrano maschere di diversa provenienza: qui, la veneziana Bottega dei Mascareri rappresenta l’Italia ed evidenzia un legame profondo con la città di Venezia, che da ormai tre edizioni ospita Homo Faber e tutti gli eventi collaterali a esso legati.
“Red Passion”, Lino Tagliapietra, vasi in vetro soffiato. I pezzi unici di questo grande artista, ambasciatore del vetro muranese, sono presenti in alcuni dei più prestigiosi musei di tutto il mondo, oltre che in numerose gallerie e collezioni private. ©Francesco Allegretto
Venini, Fabscarte, Andrea Zilio, Stile Legno, Santoni sono alcune delle eccellenze presenti in “Dialoghi”, uno spazio che presenta i risultati di diverse collaborazioni creative: tra designer e artigiani, tra diverse generazioni di artefici e tra maestri e allievi. Qui, molti dei pezzi sono il frutto di due progetti chiave della Fondazione Cologni (“Doppia Firma” e “Una Scuola, un Lavoro. Percorsi di Eccellenza”) in cui la Michelangelo Foundation ha fortemente creduto implemendandole su scala europea, come nel caso di “Homo Faber Fellowship”.
“Riverenza”, Simone Crestani, calice scultoreo in vetro borosilicato e lavorazione a fiamma, 2024. In quest’opera il Maestro combina riscoperta di antiche tecniche tradizionali veneziane della decorazione del vetro trasparente con il proprio originale processo creativo. ©Courtesy Simone Crestani
Il Made in Italy è protagonista indiscusso anche nel giardino di Homo Faber: una immersione totalizzante nella bellezza necessita anche di un momento di ristoro “a regola d’arte”: sedie, tavoli e divani di Dante Negro, con finiture su misura; cuscini realizzati con tessuti Fortuny; e due grandi tende create da Guido Toschi. Una celebrazione dell’artigianato artistico contemporaneo particolarmente apprezzata e gradita al pubblico.