In occasione della ricorrenza dei 25 anni di attività della Fondazione Cologni,esce per i tipi di Marsilio a Natale uno speciale volume della ormai storica collana “Mestieri d’Arte”, partendo dall’immagine del logo della Fondazione stessa, che ha preso a suo simbolo la celebre Saliera di Benvenuto Cellini. Il suggestivo titolo è Lo spettacolo della Bellezza. Da Benvenuto Cellini agli artefici contemporanei. Storie di talento, mecenatismo e passione.
La Saliera infatti, capolavoro del grande orafo e scultore fiorentino realizzato per Francesco I di Francia, oggi conservata presso il Kunsthistoriches Musem di Vienna, è a buon diritto celebrata come la summa del sapere artigiano di tutti i tempi.
Intorno a questo capolavoro la Fondazione ha costruito un meraviglioso racconto, a partire da una chicca letteraria che ne racconta le affascinanti vicende, ad opera della talentuosa penna di Claudio Castellacci e Patrizia Sanvitale, giornalisti e scrittori da sempre amici della Fondazione. Lo stesso Presidente Franco Cologni ha lanciato loro l’invito a farne il cuore di questo libro, evitando l’autocelebrazione e raccontando invece una bellissima storia, dove si intrecciano talento, arte e alto artigianato, mecenatismo e grandi botteghe artigiane… tutti temi che hanno da sempre ispirato il lavoro appassionato della Fondazione Cologni in questi anni in difesa del grande saper fare italiano.
Questo libro molto speciale nasce dunque grazie a uno slancio della fantasia e a una rete virtuosa di relazioni d’amicizia e d’amore. Amore per la bellezza dei nostri mestieri d’arte, amicizia fra i diversi attori coinvolti.
Claudio e Patrizia creano una narrazione avvincente, densa di luoghi, personaggi, opere e oggetti d’arte, papi e sovrani, mecenati illustri, musica, conviti e imbandigioni, intrighi e trame… godibile come un romanzo d’avventure, coltissimo quanto lieve e avvincente.
La loro scrittura elegante e limpida ci accompagna nel viaggio emozionante di Cellini dalla Firenze del Cinquecento, tra mercanti, banchieri e mecenati, alla Roma papale, sontuosa e perigliosa, di Clemente VII e Paolo III Farnese; dalla raffinata magnificenza della corte di Francesco I di Valois, mecenate innamorato dell’Italia, fino al ritorno nella Firenze di Cosimo I de’ Medici, committente di un altro capolavoro dell’irrequieto e geniale maestro, il celebre “Perseo con la testa di Medusa”…
Per illustrare in modo originale e suggestivo questo libro, la Fondazione ha voluto coinvolgere un’eccellenza storica dell’arte e dell’artigianalità milanese: la Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli, trecento anni di attività ai vertici del teatro di figura. Il repertorio della Compagnia è ricchissimo: quasi 400 spettacoli, che spaziano dall’opera lirica al balletto, dal romanzo storico e popolare alla fiaba. Un vero tesoro quello che in gergo marionettistico è l’”edificio teatrale” dei Colla, ovvero il prezioso corredo composto da marionette, teste, braccia e gambe di ricambio, costumi, scenografie, copioni, macchine di scena e materiale di attrezzeria.
Alla Compagnia è stato chiesto di mettere in scena i personaggi e momenti salienti del racconto dedicato a Cellini: e ancora una volta si è rinnovata, in esclusiva per noi, la magia unica e sempre commovente, sempre capace di suscitare stupore, di questo teatro della bellezza in miniatura.
Per raccontare visivamente e far vivere nelle pagine di un libro questa storia, pronti gli attori in miniatura, abbiamo chiesto aiuto a una importante fotografa milanese, da anni amica e collaboratrice della Fondazione Cologni: Laila Pozzo.
Laila Pozzo, fotografa e architetto, ha studiato con Giuliana Traverso e ha lavorato con grandi fotografi come Douglas Kirkland, Sarah Moon e Joyce Tenneson. Il suo lavoro d’artista, esposto, pubblicato e più volte premiato a livello internazionale, si focalizza in modo particolare sul ritratto, soprattutto in ambito teatrale.
L’incontro tra Laila Pozzo e la Compagnia Colla è stato amore al primo sguardo, un’alchimia felice. Così, dopo vari sopralluoghi e conversari, dopo aver creato e messo a punto, con gran divertimento a detta dei diretti interessati, costumi, fondali, attrezzi e luci in piccole scene teatrali realizzate ad hoc, Laila ha iniziato a scattare, immergendosi completamente nella fascinazione del racconto. Ne è nata una stupefacente trasposizione della storia nel microcosmo del teatro di figura, con momenti di intensa poesia: immagini di grande forza espressiva, spesso anche drammatiche, capaci di rendere tutta la magia di questo piccolo mondo di cui da sempre subiamo l’incantamento.
Un omaggio dunque inconsueto e prezioso alla bellezza, che ha ispirato il lavoro della Fondazione Cologni da 25 anni! Grazie al talento e alla passione dei tanti amici e maestri che hanno condiviso questa strada con noi: come ci racconta Alberto Cavalli, ripercorrendo puntualmente nella seconda parte del libro i momenti più significativi di questo cammino, la mission, gli incontri, gli obiettivi, i successi, i progetti e i sogni realizzati nei tanti anni di questa bella avventura.