Il MIDeC-Museo Internazionale del Design Ceramico, in collaborazione con Triennale Milano, presenta “La SCI, Società Ceramica Italiana alla 1ª Mostra biennale delle arti decorative internazionali di Monza, Maggio 1923”. Una festa per un anniversario: presso la prestigiosa sede di Laveno Mombello, in provincia di Varese, fino al 9 luglio si possono ammirare opere della SCI (manifattura attiva dal 1883 al 1965), esposte cento anni prima alla Villa Reale di Monza, alcune oggi proprietà del MIDeC e già nelle vetrine espositive, molte nei depositi del museo, altre ancora prestate da collezionisti.
L’allestimento al MIDeC “cento anni dopo” riprende quello dell’architetto Piero Portaluppi: ripercorrere il modo in cui le opere erano state esposte nel 1923 è stato possibile grazie alle fotografie d’epoca della sala della Villa Reale di Monza, conservate nell’archivio della Fondazione Piero Portaluppi. Si nota la soluzione raffinata della carta da parati, su sfondo a foliage, che riproduce il logo della manifattura. Foto Rodolfo Profumo
Con un salto nel passato a quel 19 maggio 1923, è doveroso ricordare che proprio la 1ª Mostra biennale delle arti decorative internazionali di Monza ha rappresentato il principio da cui si è formato il linguaggio del Made in Italy; è qui che è di conseguenza avvenuto anche il passaggio dalla figura dell’artista/artigiano e della sua proposta del pezzo unico a quella del protodesigner/designer che collabora con l’industria per la produzione di pezzi in serie.
A Monza, la SCI era presente con un allestimento e con dei manufatti dell’architetto Piero Portaluppi, consulente artistico dell’azienda. Venne proposto un ambiente domestico, in quanto il pubblico doveva avere l’illusione di entrare in una casa: «Solo prendendo confidenza con oggetti esteticamente rilevanti il visitatore viene stimolato a cercare il bello e, quindi, a fruirne quotidianamente», affermava Guido Marangoni, storico ideatore delle Mostre internazionali di arti decorative. Un secolo dopo, a Laveno Mombello, l’allestimento – complici anche alcune similitudini strutturali tra la Villa Reale e gli spazi del MIDeC – viene riproposto, con esiti interessanti, dallo scenografo Ivo Tomasi nelle sale al pianterreno dedicate alle mostre temporanee.
Il vaso “Monza 19” è stato disegnato dal Portaluppi: qui, nella versione blu cobalto con decori sopra smalto a fiori stilizzati in oro e argento. Questo, così come altri pezzi unici esposti nel 1923, sono ora parte della collezione permanente del MIDeC a Laveno Mombello. Courtesy MIDeC
La selezione dei manufatti è a cura di Anty Pansera e Giacinta Cavagna, conservatrici del museo da marzo 2023. «La valorizzazione del patrimonio del MIDeC passa attraverso la riscoperta del passato, riaprendo casse piene di meraviglie», ci racconta Anty Pansera, Compasso d’Oro ADI alla carriera, tra i massimi esperti in Italia della cultura ceramica, che continua: «L’attenzione e la messa in scena dei momenti salienti della storia della ceramica e dei ceramisti è un caposaldo del nostro programma di curatela, proprio come questa esposizione dedicata alla SCI».
Tre piatti da parata con teste di soldati romani decorati da Giuseppe Bellorini, in manifattura fin dal 1919, svettavano sul camino della Villa Reale di Monza e trovano oggi simil collocazione sul camino del salone del MIDeC. In mostra anche preziosissimi vasi e servizi di piatti, come riporta il catalogo del 1923: il ricco ed elegante Servizio Savoia (con fondo avorio e decori in blu Sevrès e oro, con lo stemma reale che ricorre su tutti i pezzi) e il servizio da tavola blu e oro decorato con un motivo a foglie e fiori stilizzati, sono solo alcune delle produzioni ‘fatte ad arte’ che gli appassioni della cultura del bello possono qui ammirare.
Foto d’archivio dell’esposizione del 1923: la tappezzeria, disegnata dallo stesso Portaluppi, è ornata da piccole foglie di quercia alternate al disegno di un vaso tronco conico, privo del coperchio, con la sigla SCI. All’interno esposti vasi e piatti in ceramica, opere d’alto artigianato artistico. Foto Bassani
La mostra gode di importanti patrocini come quelli del Comune di Milano, del Comune di Monza, della Società Umanitaria a testimoniare il legame delle tre istituzioni con la Biennale di Monza, all’insegna del Consorzio CAMNU (Consorzio Autonomo Milano Monza Umanitaria), del Consorzio del Parco e della Villa Reale di Monza, di AiCC Associazione Italiana Città della Ceramica e della Fondazione Cologni, da oltre venticinque anni promotrice di iniziative culturali, scientifiche e divulgative per la tutela e diffusione dei mestieri d’arte.
Buona caccia al tesoro, anzi, ai tesori d’arte applicata!