In occasione dell’edizione 2024 del Salone del Mobile, la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte rinnova l’ormai apprezzato format di Doppia Firma. Dialoghi tra pensiero progettuale e alto artigianato, un progetto sviluppato con Living, il magazine di interiors, design e lifestyle del Corriere della Sera, con il patrocinio della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship.

“Abissa”, Jean Servais Somian con Giordano Viganò. Consolle in louropreto e acero, ebanisteria e legno curvato mediante pressatura su forma. Il progetto consiste in una consolle formata da più elementi ovali, della stessa dimensione, ma con una disposizione asimmetrica.
«Quest’anno Doppia Firma è made in Milano», dichiara Alberto Cavalli. «Lo scopo? Valorizzare gli artigiani che lavorano in quello che possiamo definire il “ducato” di Milano, in quanto riteniamo importante far vedere come le attività di alto artigianato sappiano ancora rappresentare per le città un modo per portare lavoro, un lavoro che sia sostenibile all’interno di un contesto urbano, perché le grandi città non possono vivere solo di settore terziario e servizi».

“Big Shadow”, Marcel Wanders con Ambrogio Carati. Set di tre lampade, strutture in bronzo e ottone, paralumi in rame. Le finiture delle lampade sono firmate da De Castelli: una reinterpretazione inedita degli smalti, ottenuta attraverso la combinazione di fuoco, ossidazione e pigmenti.
Affondando le radici de ‘La Grande Milano’ nella storia, dobbiamo infatti ricordare che il capoluogo meneghino, nel Rinascimento, è stata una importantissima capitale per la produzione di oggetti d’arte di straordinario valore: capitale della lavorazione dei metalli, del vetro, delle pelli, del cristallo di rocca, della tappezzeria… E, ancora oggi, Milano è capitale del design e della moda proprio perché queste radici profonde sono ancora vive e sono espresse dal know-how dei maestri artigiani.

“Folding Panorama”, Agostino Iacurci con Rosetta Gava. Paravento in vetro, struttura in metallo. L’opera è stata ottenuta con la storica tecnica della vetrata a piombo. È stato scelto un tema vegetale sia per creare un oggetto iconico sia perché tanto le piante quanto la vetrata artistica sono entità fotosintetiche.
I felici “dialoghi tra pensiero progettuale e alto artigianato”, in questa ottava edizione, hanno visto 15 designer internazionali interagire con altrettanti artigiani e/o manifatture milanesi per creare dei pezzi ad hoc, secondo lo spirito più autentico e interessante del progetto.
Villa Mozart, scrigno degli anni ‘30 nel distretto di Porta Venezia, ospita la mostra nei saloni del pian terreno, dove il design degli oggetti in mostra viene valorizzato dall’architettura déco della villa, proprio in quegli spazi in cui eccellenze artistiche come Serapian, che supporta la mostra, e Giampiero Bodino, direttore artistico del Gruppo Richemont, hanno le loro sedi, in uno dei più eleganti quartieri della città.

“Pli”, Cristina Celestino con Serapian. Divano componibile in pelle intrecciata, utilizzando la tecnica che da sempre contraddistingue Serapian: l’intreccio “Mosaico”. Questa collaborazione è stata un viaggio dinamico con un felice esito tra i mondi del design e dell’artigianato.
Apre la mostra “Scacco Matto”, set di scacchi e scacchiera di Oki Sato, founder dello studio Nendo, e del maestro ceramista lodigiano Tonino Negri. E, a ben pensarci, Doppia Firma riassume proprio le dinamiche di una partita a scacchi: le due parti si affrontano, si mettono in dialogo attraverso una strategia, che è esattamente quello che avviene in questa mostra, dove designer e maestro d’arte fanno le loro mosse per arrivare a un risultato di assoluta eccellenza: l’estetica purista di Nendo si integra con lo stile iconico di Tonino Negri. “Makoto”, potremmo dire mutuando un termine caro al Giappone, produrre sincerità, che è sinonimo di produrre autenticità, caratteristica imprescindibile del progetto esposto. In questa partita non c’è nessuno che vince, ma a vincere è il rispetto tra i due artefici e nei confronti della progettazione consapevole!

“Moonlander”, Studio Job con Ganci Argenterie. Teiera in argento, la cui ispirazione è stata la teiera di Malevich che ha permesso un lavoro con forme asimmetriche. L’opera, frutto della sapienza artigiana della famiglia Morandino, è un’icona del futurismo e dell’evasione.
Cristina Celestino, Marcel Wanders, Studio Job, Nendo, Nada Debs, Agostino Iacurci, Elliott Barnes, Elisa Uberti, Jean Servais Somian, Palomba+Serafini, Materra-Matang, Chris Fusaro, Natalia Criado, Marco Campardo, Ahmad Angawi sono esposti qui a Villa Mozart: i loro pezzi nascono dalla collaborazione con Serapian, Ganci Argenterie, Artèpura, Fonderia Artistica Battaglia, Fratelli Boffi, Argenteria Miracoli, Rosetta Gava, Soffieria Villa, Pino Grasso Ricami, e i MAM-Maestri d’Arte e Mestiere Tonino Negri, Ambrogio Carati, Pietro Virzi, Alessandro Rametta e Anita Cerrato.
Lampade, paraventi, tavolini, consolle, panchine e specchi…e non solo: «Ogni opera è frutto del fascino senza tempo delle antiche pratiche artigianali», spiega Francesca Taroni, direttore responsabile di Living.

“Aigrette”, Elisa Uberti con Pino Grasso Ricami. Lampada in ceramica lavorata a mano e ricamo di frange di perle. La maestria artigianale in gioco è quella di Raffaella Grasso, erede del padre Pino, indiscusso maestro dei ricami per l’alta moda.
L’importanza di Doppia Firma, che ha avuto grande successo a livello internazionale imponendosi come metodo e come riferimento ispirando molte iniziative analoghe, sta soprattutto nell’aver posto l’attenzione con forza sulla pari importanza e dignità autoriale del designer e del maestro artigiano, non sempre riconosciuta nel mondo del progetto e da qualche tempo divenuta tema e prassi di grande attualità.

“Essential Oil Table”, Materra-Matang con Soffieria Villa. Tavolino in vetro borosilicato con dispensatore di oli profumati in legno e vetro soffiato. Nella struttura del mobile, designer e artigiano hanno assemblato legno e vetro testandone la resistenza in laboratorio.
Il Duomo di Milano, forse il più famoso simbolo della città in tutto il mondo, è celebre per le sue vetrate. Non poteva, in questa edizione, mancare quindi una suggestione legata alla potenza espressiva del ‘vetro cattedrale’: ci hanno pensato il designer Agostino Iacurci con Rosetta Gava, titolare dello Studio Pizziol in provincia di Lecco, con il loro paravento “Folding Panorama”, in vetro legato a piombo; qui la luce crea effetti che sorprendono.
Ma le bellezze da ammirare – fotografate da Laila Pozzo e raccolte in un elegante catalogo – non finiscono qui, e il glicine fiorito sulle pareti esterne di Villa Mozart è un ulteriore invito a entrare e scoprire il fascino di opere che nascono da una progettazione consapevole e un saper fare storico, nel segno della bellezza senza tempo.
Villa Mozart
Via Mozart 9, Milano
16 – 21 Aprile 2023
Dalle 10.00 alle 19.00
Ingresso libero
www.doppiafirma.com
