Formare e sostenere una nuova generazione di maestri d’arte per promuovere e proteggere il grande patrimonio italiano di cultura, di bellezza e di saper fare che la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte da sempre sostiene, è oggi una necessità vitale per il sistema economico e produttivo del nostro Paese. Ne sono protagoniste e artefici le scuole di alta formazione in materia di artigianato artistico, custodi di antichi saperi e fucine di nuove esperienze. Tra queste, la storica Scuola Mosaicisti del Friuli, fondata in Friuli a Spilimbergo, provincia di Pordenone, è un punto di riferimento a livello mondiale per la formazione di professionisti e la divulgazione dell’arte del mosaico.
Nei laboratori della Scuola Mosaicisti del Friuli gli allievi del corso triennale professionale imparano a fare e pensare, stimolando la creatività. L’offerta formativa prevede anche esperienze didattiche seminariali, incontri con esperti, progettisti e artisti, oltre alla possibilità di frequentare un corso di specializzazione al termine dei tre anni.
© Laila Pozzo per La regola del talento
«Il mosaico è un’arte eterna che ci viene consegnata integra dalla storia. Dai romani che abbellivano le proprie domus patrizie e i luoghi più prestigiosi della Roma imperiale ai bizantini che illustravano la loro potenza nelle chiese di maggiore culto», scrive Gian Piero Brovedani, direttore della Scuola. «La conoscenza e l’esperienza di quest’arte è stata tramandata dai magistri musivari ai giovani apprendisti di generazione in generazione direttamente nei cantieri di lavoro, e questo saper fare è giunto integro sino all’istituzione nel 1922 della Scuola Mosaicisti del Friuli. Il ciclo di studi fu strutturato in tre anni e la programmazione prevedeva sia materie di cultura generale che lo sviluppo di disegni, bozzetti e cartoni per l’ideazione di composizioni musive, la cui esecuzione era supportata dalle esercitazioni pratiche di mosaico e terrazzo in laboratorio».
Ritratto a mosaico di Antonio Sussi, artista e maestro d’arte, primo direttore nel 1922 della Scuola Mosaicisti del Friuli. L’opera è un suggestivo omaggio al maestro, realizzato ad arte dagli allievi mosaicisti della Scuola.
© Laila Pozzo per La regola del talento
Sin dalle sue origini questa particolare Scuola, che accoglie studenti dalle varie nazionalità, nutrice di nuove generazioni di artisti-mosaicisti, si è fatta conoscere in tutto il mondo anche attraverso la creazione di prestigiose opere come il ciclo musivo del Foro Italico a Roma, le realizzazioni per la chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, la stazione della metropolitana Temporary World Trade Center – Ground Zero – a New York, per citarne solo alcune.
A Spilimbergo, in provincia di Pordenone, agli studenti vengono trasmessi il sapere, la tecnica e l’originalità dell’arte del mosaico delle origini. Dalla tecnica musiva bizantina allo studio del rovescio su carta alla tecnica contemporanea, qui si promuove il talento delle giovani generazioni di maestri d’arte.
© Laila Pozzo per La regola del talento
L’arte, la pazienza, la competenza nell’assemblare piccole, a volte minuscole, tessere una accanto all’altra per creare scenari di una bellezza durevole nel tempo, richiede una conoscenza minuziosa della tradizione, e uno sguardo proteso sempre anche all’innovazione: per questo alle tradizionali materie di studio (mosaico, terrazzo e disegno) si affiancano oggi nella Scuola la computer grafica, la progettazione musiva e la teoria del colore. Una scuola sui generis che esporta opere d’arte nei luoghi più significativi del nostro territorio e non solo, dove si sono formati e hanno poi spesso insegnato i più grandi artisti e maestri mosaicisti, disseminando la conoscenza nel mondo.
In questi ultimi anni la Scuola si è aperta a tutto campo: vicino alle tradizionali materie di studio (mosaico, terrazzo e disegno) si affiancano la grafica computer, la progettazione musiva e la teoria del colore.
© Laila Pozzo per La regola del talento
Da sempre invitata a esporre, e nel contempo a far conoscere l’arte musiva in molti contesti internazionali, la Scuola Mosaici del Friuli sarà presente nell’aprile 2022 alla seconda edizione di “Homo Faber: Crafting a more human future”, prevista a Venezia, che proporrà i più recenti esiti dell’eccellenza contemporanea nel mondo artigianale, con un focus sul Giappone e i suoi Tesori Viventi. La Scuola di Spilimbergo presenterà qui due pannelli musivi decorativi frutto della speciale collaborazione con il maestro Toyoharu Kii, ispirati al tema delle nuvole e all’haiku, componimento poetico giapponese brevissimo, evocato dall’alternarsi di tessere e fughe, pieni e vuoti, movimento e stasi, suggeriti dalla tecnica di posa del mosaico. La Scuola firmerà anche la realizzazione del totem/segnale Fioritura in crescendo, di Ugo La Pietra, potente omaggio al rifiorire dei mestieri d’arte nello scenario straordinario dell’Isola di San Giorgio.
Fioritura in crescendo, bozzetto del totem/segnale per la seconda edizione di Homo Faber, che simboleggia il rifiorire dei mestieri d’arte. Progettata da Ugo La Pietra e realizzata dalla Scuola Mosaicisti del Friuli in mosaico vetroso, l’opera sarà presente sull’Isola di San Giorgio (Venezia) dal 10 aprile al 1 maggio 2022.
© Ugo La Pietra per Homo Faber 2022
La Scuola Mosaicisti del Friuli è un luogo di grande fascino, dove i giovani apprendono la regola del talento e il metodo, dove si coltivano idee, gusto e saper fare, per una bellezza sempiterna. E proprio quest’anno l’istituzione compie cento anni, un compleanno speciale per il mondo del mosaico, divenuto da professione di nicchia uno dei simboli riconosciuti del territorio friulano sulla scena internazionale. «E qui si può ancora essere stupiti…», commentava durante una visita alla Scuola il compianto Philippe Daverio: chiunque avrà il privilegio di visitarla non potrà che concordare pienamente con lui.