L’anno che è passato ha messo a dura prova la parte di noi più curiosa ed esploratrice. Ogni esperienza culturale è diventata virtuale, digitale, online. Con soluzioni “smart” per tempi che lo richiedono, soluzioni che hanno saputo solo in parte mitigare la nostalgia che proviamo per un sano contatto diretto con le opere esposte in un museo, o per l’ascolto di un concerto in un auditorium studiato per restituirci l’amalgama sonoro ideale.
Ecco che le prime riaperture dei musei risollevano lo spirito, iniziamo timidamente a prenotare i primi ingressi, a controllare i nuovi orari di apertura. Possiamo farci di nuovo incantare dalla bellezza posta senza filtri di fronte ai nostri occhi.
Cratere delle Muse, della Fondazione Gianmaria Buccellati: una coppa del 1981 in oro giallo, argento, giada liscia ovaliforme composta da 2027 zaffiri cabochon. Affascinato dalla collezione di vasi medicei in pietre dure presso il Museo degli Argenti di Firenze, Gianmaria Buccellati commissiona ai suoi orafi manufatti speciali come questo, per fare in modo che quelle tecniche artigianali non vadano perdute. Courtesy Fondazione Gianmaria Buccellati
Per ricercare questa emozione, una delle prime mostre a cui far visita è sicuramente “Mirabilia”, che come ben racconta il suo sottotitolo, è una “Wunderkammer per scoprire i mestieri d’arte milanesi”, ospitata nella sede di Triennale Milano, e ora prorogata fino al 4 aprile. Uno scrigno di tesori della tecnica e del saper fare dei grandi maestri artigiani milanesi, del passato ma soprattutto del presente, capace di stupire e suscitare meraviglia, come un cabinet de curiosités rinascimentale.
An-Bar, scultura de La fucina di Efesto in acciaio inox lavorato a fuoco, con finitura lucida. Con quest’opera il maestro Alessandro Rametta indaga il rapporto tra uomo, materia e tecnica, in equilibro tra reinterpretazione dell’antico e approccio al contemporaneo. Courtesy La fucina di Efesto
Questa piccola ma significativa mostra, curata da Alberto Cavalli, Direttore Generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, rientra nel ciclo di esposizioni previste presso la Quadreria di Triennale Milano, dal titolo “Mestieri d’Arte e Design. Crafts Culture”, e frutto della collaborazione tra i due enti. Saranno quattro fino a fine anno gli appuntamenti espositivi, che presenteranno un punto di vista inedito sulle arti applicate contemporanee: dopo Mirabilia, dedicata ai maestri artigiani di Milano, sarà la volta di un’antologia sul vetro d’autore a cura di Jean Blanchaert, poi una mostra dedicata alla ceramica contemporanea italiana curata da Ugo La Pietra, a cui seguirà per concludere il dialogo, orchestrato da Gian Luca Bauzano, tra Roberto Capucci e Rometti, ovvero tra alta moda e ceramica d’eccellenza.
Busto della Duchessa di Borgogna, realizzato dalla Gipsoteca Fumagalli e Dossi. La gipsoteca custodisce a Milano un’importante raccolta di modelli e forme, ed è oggi probabilmente la maggior fornitrice di calchi in gesso delle scuole d’arte su tutto il territorio nazionale. Nel ricco catalogo del laboratorio, copie di opere d’arte greca, egizia e romana, rinascimentale e barocca. Courtesy Gipsoteca Fumagalli e Dossi
Un ricco calendario di appuntamenti dedicati all’alto artigianato, nel tempio del design meneghino, che non poteva che inaugurarsi con un omaggio agli artigiani-artisti che lavorano all’ombra della Madonnina.
L’opera Germani in volo è realizzata dal maestro Renato Miracoli, dell’Argenteria Romeo Miracoli, in argento cesellato e dipinto a mano, plasmato con la tecnica della fusione in cera. La coppia di anatre è parte della serie “Wild Life”, per la quale l’argenteria è celebre: gli animali in argento e in argento smaltato sono realizzati con straordinaria minuzia di dettaglio. Courtesy Argenteria Romeo Miracoli
Secondo le parole del curatore Alberto Cavalli: “Con Mirabilia, Triennale Milano e Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte desiderano dare visibilità e valore a una significativa selezione di maestri d’arte milanesi che ancora oggi realizzano oggetti originali, autentici e ricchi di creatività, che ispirano meraviglia e ammirazione. Sono stati scelti una quarantina di pezzi contemporanei che rappresentano i ‘segreti del mestiere’ di altrettanti atelier artigianali e manifatture presenti nella città di Milano, prodotti in pezzi unici o in piccola serie, dal profondo significato artistico e culturale. Il dialogo è arricchito da quattro ricercati oggetti rinascimentali, sempre legati a Milano e prestati da importanti istituzioni culturali, che si pongono in relazione con la creazione contemporanea. Opere speciali e significative, per le quali il valore del fatto a mano evoca la centralità del talento artigiano e il dialogo con la creatività progettuale per cui Milano è giustamente celebre”.
Metaphysical Cube, dell’artista e artigiano Gianluca Pacchioni, è un cabinet d’onice bianco le cui lastre sono state prima spaccate, poi riassemblate, le fessure meticolosamente colmate con l’ottone. La tecnica si rifà al Kintsugi, l’arte giapponese di riparare ceramiche rotte con una resina laccata mescolata con oro in polvere, per celebrare l’imperfezione e la transitorietà. Courtesy Gianluca Pacchioni
Il progetto espositivo di Studio Metria prende avvio dalle suggestive sale dei collezionisti del Rinascimento per offrire una fruizione nuova dello spazio, incorniciato dalle immagini del making-of degli oggetti, che rivelano i processi e le tecniche delle opere in mostra: il collier di perle di Antonini, la tiara anni venti di Buccellati, i bracciali di Pomellato, la collana Senza Fine di San Lorenzo esposti sui superbi gessi della gipsoteca Fumagalli & Dossi. E ancora gli abiti Armani e Dolce & Gabbana ricamati sapientemente dal laboratorio di Pino Grasso; gli argenti plasmati in forme sorprendenti, nelle teiere di Silver Tre e negli animali di Renato Miracoli; il legno lavorato a incastri, per la libreria da tavolo di Bottega Ghianda, e nelle forme sinuose dei violini dei maestri della liuteria Carlo Chiesa e Lorenzo Rossi.
I Vasi Sfera Linea Cabochon dell’Argenteria Dabbene sono realizzati in argento e pietre semipreziose assortite. La collezione Linea Cabochon è stata iniziata nel 1950 da Marco Dabbene, fondatore nel 1939 dell’Argenteria che porta il suo nome, ora Bottega Storica milanese. Oggi l’atelier, nel cuore di Brera, è portato avanti da figli e nipoti, che creano pezzi fatti a mano e incisi a regola d’arte. Courtesy Argenteria Dabbene
E ancora marmi, argenti, ceramiche, pelletteria, opere in vetro, in carta, in bronzo, in metallo: tante e spesso sorprendenti le bellezze esposte, straordinari tutti i Maestri che le hanno realizzate. Bisogna assolutamente scoprirli dal vivo ora che è nuovamente possibile, godendosi il piacere e la meraviglia di una visita alla Triennale Milano.