Il ticchettare continuo del martelletto, il crepitio della plastica, silenzio. Il rollio delle tessere tra le mani dell’artigiano, il brusio della sabbia, il fruscio della matita sulla carta, pausa. Lo schioccare dei pezzi sul banco di lavoro, silenzio. Come in una grande orchestra nella bottega di Spilimbergo, Giovanni Travisanutto e suo figlio Fabrizio dirigono i collaboratori in uno dei mestieri più antichi del mondo: quello dedicato al mosaico.
Realizzati da uno staff di oltre trenta fra i più abili mosaicisti spilimberghesi, i mosaici Travisanutto rivestono le pareti della metropolitana di New York (più di 40 stazioni), aeroporti e ambasciate americane nel mondo, fino a luoghi sacri come la Basilica of The National Shrine of The Immaculate Conception a Washington (solo la cupola misura 1750 mq e sono state utilizzate 14 milioni di tessere) e il Santo Sepolcro di Gerusalemme.
La storia di questa eccellenza artigiana nasce con Giovanni Travisanutto che, a soli 11 anni, entra nella scuola di Mosaico di Spilimbergo, celebre nel mondo. Dotato di grande manualità e bravura, diviene docente nella stessa scuola, dove insegna fino all’anno della svolta: il 1970.
Un anno cruciale perché Giovanni, nonostante la consapevolezza delle difficoltà e dei sacrifici, decide di volare a New York per collaborare con Costante Crovatto, americano di origini friulane che vuole al suo fianco un valente mosaicista. Così Giovanni lascia la sua casa, il suo paese, la moglie e i due bambini per avventurarsi in quella che sarà l’esperienza che lo renderà famoso a livello internazionale.
Gli anni si susseguono pieni di successi, riconoscimenti e soddisfazioni, fino alla possibilità di riavvicinarsi alla moglie e ai figli, che nel frattempo si sono trasferiti con lui a New York. Un rapporto di scambio reciproco quello tra l’artigiano e la Grande Mela: il Maestro tramanda tecniche secolari a una fra le città più contemporanee, mentre la metropoli gli consegna un bagaglio di esperienze, conoscenze e sogni realizzati.
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Fabrizio Travisanutto ripreso durante la realizzazione dell’opera in mosaico per il soffitto della stazione ferroviaria di Puerto Rico, disegnata dall’artista Nathan Budoff. Grazie all’inquadratura è possibile avere un’idea delle immense dimensioni del mosaico. Fondamentale il ruolo del disegnatore che ha dovuto studiare la prospettiva e i punti di vista per non deformare i soggetti. ©Courtesy Travisanutto Mosaic
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Soffitto di una delle 45 stazioni della metropolitana di New York in cui l’azienda Travisanutto ha lasciato il segno. L’opera, realizzata in collaborazione con Miotto Mosaic Art Studios, ideata dall’artista Xenobia Bailey, è un esempio di tecnica contemporanea di mosaico astratto. ©Courtesy Travisanutto Mosaic
Il richiamo della propria terra, delle origini, della propria cultura e tradizione, nonché il grande desiderio di far rinascere il mosaico in Italia, portano Giovanni e famiglia a tornare a casa, a Spilimbergo, dove aprono il laboratorio in cui ancora oggi si realizzano i loro meravigliosi mosaici.
La grande competenza del Maestro Travisanutto è stata acquisita in molti anni di continua formazione: non si può essere mosaicisti se non si padroneggiano perfettamente le diverse tecniche musive.
Giovanni Travisanutto ha sempre accolto le diverse sfide creative (ha collaborato ai progetti di grandi artisti), con spirito entusiasta e infaticabile e anche ora, che di anni ne ha 80, ama trasmettere la sua passione e le sue conoscenze al figlio Fabrizio che ne ha raccolto con grande talento l’eredità e ai suoi collaboratori.
Proprio come nelle botteghe rinascimentali, ogni artigiano è specializzato in una specifica fase di lavorazione: chi nei visi, chi nel tagliare le tessere, chi nel tracciare il disegno sul quale verranno applicate, insistendo sulle linee e sui chiaroscuri, fondamentali per dare movimento e tridimensionalità all’opera finita.
Un lavoro sinergico che si traduce in monumentali opere dal ricco cromatismo, con meravigliose trasparenze rese possibili grazie all’utilizzo di pregiati smalti di Venezia e Murano, giochi di luce e colori che donano ricchezza e magnificenza alle opere finite.
Travisanutto Artistic Mosaic ha un successo quarantennale, lasciando il segno del grande savoir-faire italiano nel mondo; in un mestiere che necessita di competenza e molta pazienza, ma viene ripagato dall’ “emozione delle persone che ammirano un mosaico. È bello sapere che si lascia una traccia nel mondo”, come affermano all’unisono Giovanni e Fabrizio.
Questi Maestri sono stati in grado di coniugare sapientemente una tradizione millenaria, come quella del tipico mosaico bizantino, con profusione di tessere dorate, simbolo del divino, realizzando cupole di dimensioni grandiose, stili e temi contemporanei. Fortunato esempio sono le opere realizzate per la seconda edizione di “Doppia Firma”, promossa da Fondazione Cologni e Living – Corriere della Sera nel 2017, dove Fabrizio ha collaborato con il designer Felix Muhrhofer per la creazione di poetici tavolini in acciaio e mosaico.
Giovanni Travisanutto è un vero e proprio “Tesoro Vivente” dell’alto artigianato artistico e per questo nel 2016 ha vinto il riconoscimento MAM-Maestro d’Arte e Mestiere, premio che Fondazione Cologni assegna, biennalmente, ai decani dell’artigianato italiano, simbolo d’eccellenza e grande savoir-faire, capaci di far rivivere la tradizione di antichi mestieri d’arte fiore all’occhiello del nostro Paese.
In apertura: Particolare di lavorazione del mosaico. Le tessere, dopo essere state sminuzzate e tagliate della misura desiderata, vengono applicate su una base cartacea dove è stato preventivamente tracciato il disegno a grandezza reale. In questa fase vengono definiti tutti i dettagli, dall’andamento delle tessere al chiaroscuro. ©Susanna Pozzoli
A cura di Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte