Da oltre settant’anni Pipa Castello è il brand italiano, sinonimo di artigianalità, tradizione, unicità e alta qualità, che ha fatto la storia degli strumenti da fumo nel mondo.
“Io credo che fumare la pipa contribuisca ad un giudizio un po’ calmo e obiettivo in tutte le cose umane”.
Albert Einstein
Così la pensava addirittura Albert Einstein, attribuendo all’amata pipa un ruolo fondamentale per l’equilibrio stesso dell’uomo di intelletto; ma da sempre la pipa vanta schiere di estimatori in tutto il mondo, molti dei quali personaggi autorevoli del mondo dell’arte, della cultura, della politica. Fumare la pipa è uno dei più celebrati piaceri umani, tanto da spingere il caustico Mark Twain ad affermare convinto: “Se in paradiso non è permesso fumare, allora non voglio andarci”.
Franco Coppo, titolare di Pipa Castello, all’interno del laboratorio di via Fossano, a Cantù. Da suocero a genero, questa realtà artigianale perpetua una tradizione familiare di unicità e bellezza, producendo pezzi rari: pipe di straordinaria bellezza, completamente realizzate a mano, una per una, da artigiani qualificati. Courtesy Pipa Castello
Da oltre settant’anni Pipa Castello è il brand italiano, sinonimo di artigianalità, tradizione, unicità e alta qualità, che ha fatto la storia degli strumenti da fumo nel mondo.
La celebre impresa nasce nel 1947 quando Carlo Scotti, titolare di un’avviata tabaccheria a Chiasso, decide di trasferirsi a Cantù, nel cuore dell’operosa Brianza, per aprire una bottega nella quale iniziare a creare pipe.
Cantù era, e fortunatamente è ancora oggi, un centro storicamente vocato alla lavorazione del legno, molto noto per la qualità artigiana delle sue manifatture. Nonostante la crisi, questa resta un’area straordinaria per l’alto saper fare.
Pipa realizzata nel 2012 in occasione della mostra “Capi d’Opera. Le eccellenze del saper fare a Milano e in Lombardia”, a cura di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte presso Palazzo Morando a Milano. Il concetto chiave che ha guidato la selezione degli oggetti esposti è quello dell’eccellenza, come risultato di creatività e qualità del “fatto ad arte”, peculiarità da sempre della manifattura Pipa Castello. Photo credit: Emanuele Zamponi
L’intento di Scotti era quello di produrre delle pipe raffinate, quasi dei gioielli, destinati a veri intenditori e collezionisti. Fino a quel momento, ricordiamo, la pipa era generalmente considerata uno strumento da fumo povero e di poco pregio.
La sua creatività cominciò a essere conosciuta dopo il 1950 grazie a un importatore che introdusse le sue pregiate creazioni sul mercato statunitense, ottenendo da subito un grande successo che spinse Scotti a creare il marchio “Made in Cantù – Italy”. Un successo che divenne ben presto planetario, portando il nome della piccola azienda canturina in tutto il mondo, per la gioia degli estimatori di questo piccolo, prezioso strumento di piacere. L’abile Maestro soleva dire con orgoglio: “Conduco una bottega, non una fabbrica. Le mie pipe sono opere d’arte, frutto di esperte mani, cuore e fantasia”.
Il bocchino di ogni pipa viene ricavato da una lastra in metacrilato e, rigorosamente a mano, viene limato per adattarlo alla pipa fino a formare un pezzo unico. Ogni pezzo selezionato, ogni passaggio nella lavorazione contribuisce a connotare la pipa come oggetto d’arte, espressione di un sapere antico. Courtesy Pipa Castello
Alla fine degli anni ‘70, Pipa Castello viene rilevata dal genero Franco Coppo che ha raccolto dal suocero il prezioso testimone e ancora conduce l’azienda nel rispetto assoluto dei suoi valori e della sua dimensione artigianale.
Nella bottega prendono vita le eleganti pipe, dalle linee essenziali e morbide, dal sapore fresco delle fragranze delicate e al tempo stesso intense, ricavate dal legno vivo grazie allo straordinario lavoro artigianale oggi svolto da sei esperti e appassionati maestri.
L’essenza delle Pipe Castello è nella qualità del legno vivo, caldo, modellato su una linea essenziale e morbida capace di appagare tutti i sensi. Grazie alla loro esperienza, gli artigiani valorizzano le caratteristiche estetiche della radica, che dopo essere stata sapientemente lavorata, viene sottoposta a lucidatura. Courtesy Pipa Castello
Questi veri oggetti d’alto artigianato diventano importanti non solo per chi li acquista, con il coinvolgimento di tutti i sensi, ma anche per chi li realizza portando avanti una tradizione che ha reso Pipa Castello la migliore manifattura al mondo.
Nel laboratorio-falegnameria ogni gesto della mano è fatto a regola d’arte. Per la realizzazione di queste pipe, famose in tutto il mondo, vengono lavorati esclusivamente ciocchi di radica bolliti per 12/14 ore, in modo tale da depurarli da tannini e sostanze nocive, e stagionati naturalmente per 10 anni. Courtesy Pipa Castello
“Dedicarsi al lavoro manuale”, spiega Franco Coppo, “non consiste solo nel conoscere e padroneggiare un mestiere, ma consiste nell’amare, condividere e custodire la nostra tradizione, la nostra cultura e il nostro talento. Ogni cosa si può costruire, inventare e reinventare, dando spazio all’immaginazione, alla sperimentazione e alla creatività. Invito tutti a visitare il nostro laboratorio, venire a conoscere questa arte, approfondire un’antica tradizione. La nostra bottega è sempre aperta a chi vuole esplorare questo mondo sia con gli occhi del consumatore che con quelli dell’artista artigiano. Il nostro obiettivo è avvicinare tutte le persone al lavoro fatto a mano per condividere e appassionare anche le nuove generazioni. La riscoperta del passato e della tradizione ci permette di ragionare su cosa oggi intendiamo con il termine creatività e opportunità di crescita personale e aziendale. L’arte e i mestieri rappresentano gran parte del Made in Italy ed è importante ricordarlo e sottolinearlo sempre, per non veder volare via tutti i nostri migliori cervelli, alla ricerca di una posizione nel mondo quando nel loro Paese ci sarebbe un grande bisogno di innovazione proprio nella tradizione”.
Una pipa è il risultato di circa tre ore e mezzo di lavoro – il tempo varia in funzione del modello – e richiede all’artigiano di compiere 120 operazioni. Courtesy Pipa Castello
Parole oggi più che mai significative, che riassumono i tratti distintivi della filosofia di Pipa Castello e che rendono questa realtà unica nel settore.
Attualmente, anche se il tabacco è diventato un tabù, questo bel brand si rivolge soprattutto agli appassionati e ai collezionisti di tutto il mondo, ai quali offre le sue splendide creazioni di culto cercando così di slegare in parte l’oggetto dal suo utilizzo. La pipa si connoterà sempre di più come oggetto d’arte, espressione di un sapere antico.
Partendo dal 1970, attraverso innumerevoli tentativi e studi sulla scolpitura della radica, le esperte mani artigiane di Pipa Castello hanno portato alla definizione del modello Flame. Qui, l’edizione 2019 presentata in occasione del Salone del Mobile di Milano. Courtesy Pipa Castello
Per ottenere una pipa fatta a regola d’arte sono necessarie circa tre ore e mezzo di lavoro e l’artigiano deve compiere ben centoventi delicate operazioni. Tutto inizia con la scelta del materiale, che ancora oggi è la radica di erica arborea esclusivamente di provenienza nazionale, stagionata naturalmente per dieci anni. In questo modo è possibile garantire una certa continuità del rapporto legno-prodotto finito, con la sicurezza di poter presentare sempre un oggetto perfetto. I bocchini sono invece realizzati in metacrilato, prodotto appositamente per Pipa Castello secondo una formula che lo rende morbido e non vetroso.
Pipa Castello è stata la prima manifattura a sostituire l’ebanite con il plexiglass già nel 1950. Allora questo materiale era talmente costoso da poter essere applicato soltanto a una pipa di lusso.
Nel corso del tempo le pipe dell’azienda brianzola sono arrivate nelle mani di grandi personaggi come il presidente Usa Gerald Ford, il premier inglese Harold Wilson, il presidente della Repubblica Sandro Pertini, ma anche di noti artisti come Lucio Dalla, per citarne solo alcuni.
Questa pipa, in edizione limitata di 75 esemplari, è stata prodotta in occasione del Natale 2016. Arricchita da una splendida ghiera d’argento con fusa la figura di un cane bassotto, questo oggetto d’arte vuole magicamente donare al suo possessore la fedele e certa sensazione di una fumata straordinaria nel tempo. Courtesy Pipa Castello
Da circa venticinque anni, in occasione di eventi come il Natale o il centenario della nascita di Carlo Scotti, Pipa Castello presenta una serie limitata come, ad esempio, quella in occasione dei settant’anni di attività, quella per l’Expo 2015 composta da 120 esemplari, il “Cane Bassotto”, prodotta nel dicembre 2016 in edizione limitata di 75 esemplari, e la recente “Flame” nata dalla collaborazione con il giovane artista artigiano Emanuele Prina, scultore del legno.
Anche la storica bottega che realizza pipe fatte a mano in un momento di pericolo per la salute mondiale è costretta in questo triste periodo a sospendere la propria attività per proteggere il grande tesoro che da sempre la caratterizza nel mondo: i suoi artigiani.
Le edizioni per il settantesimo anniversario sono nate dal genio creativo degli artigiani di Pipa Castello e realizzate nel 2017: le calde forme rendono queste pipe molto maneggevoli e sensibili al tocco. Sulla ghiera echeggia un traguardo importante: il “70” avvolto tra foglie di alloro, in segno di vittoria, a celebrare un trionfo di originalità e saper fare tutto italiano. Courtesy Pipa Castello
Pipa Castello tornerà certo presto a produrre pipe sempre più belle, sempre più legate alla natura e all’artigianalità e Franco Coppo ci confida di aver già deciso di creare una nuova serie limitata di pipe che ricordi questo periodo così drammatico: un oggetto particolare che rappresenti la nostra umanità, l’unione e il grande sforzo che tutti noi stiamo facendo per uscire da questa prigione e tornare, ancora più forti, alla nostra vita di tutti i giorni, apprezzandone più che mai ogni istante. Una piccola serie capolavoro, per non dimenticare.