La magia della porcellana di Capodimonte continua a perpetuare il suo fascino nel tempo. Oggi come all’epoca delle monarchie europee.
Nel cuore del suggestivo Real Bosco di Capodimonte ha sede la storica Real Fabbrica, con quella che rappresenta una vera gemma della formazione italiana nei mestieri d’arte: l’Istituto ad Indirizzo Raro Caselli De Sanctis, nato nel 1961 per preparare figure altamente specializzate nel settore della porcellana, e per promuovere e tramandare una tradizione artigiana di assoluta eccellenza, in continuità con un grande passato storico. Una realtà da qualche tempo effervescente e attivissima, non solo nella formazione ma nel rilancio culturale e produttivo della manifattura partenopea.
Vaso in edizione limitata in porcellana tenera, dalla collezione “Il presepe liberato” disegnata da Valter Luca De Bartolomeis e realizzata dai maestri dell’Istituto ad Indirizzo Raro Caselli De Sanctis, presso la Real Fabbrica di Capodimonte. Il simbolismo del presepe rivive in un racconto nuovo che rievoca la bellezza classica, che parla del rapporto tra uomo e natura, tra bene e male, scaramanzia napoletana e forze del divino. Il presepe storico napoletano è stato per così dire scomposto in alcuni elementi base, utilizzati in oggetti di uso quotidiano e d’arredo.
Gli esordi nell’Italia del XVIII° secolo.
Le porcellane di Capodimonte, fiore all’occhiello della tradizione artigiana napoletana, sono legate agli splendori di una monarchia illuminata. La Real Fabbrica nasce infatti nel 1743, per iniziativa di re Carlo di Borbone e della moglie Amalia di Sassonia, che vollero dar vita, all’interno della Reggia, ad un centro di manifattura di porcellana di eccellenza, in grado di rivaleggiare con le maggiori fabbriche europee, tedesche e francesi.
Tradizione e contemporaneità si sposano felicemente nelle suggestive forme dei vasi in porcellana della collezione “Il Presepe Liberato”, qui in fase di lavorazione. “Oggi, nel mondo della ceramica, il punto cruciale è coniugare la tradizione, fatta di abilità, esperienza e del mistero di antichi segreti, con l’innovazione continua richiesta dal mercato”, dichiara De Bartolomeis.
E la manifattura fiorì divenendo un’eccellenza indiscussa, al punto da superare e talvolta ispirare i grandi produttori europei… La porcellana partenopea ha infatti caratteristiche molto peculiari: essendo privo di caolino, l’impasto deriva da una fusione di argille miste a feldspato, che gli conferiscono una speciale tenerezza e bianchezza. La produzione arrivò a toccare vertici di tecnica e bellezza, proprio grazie a questa particolare qualità dell’impasto di porcellana, capace di esaltare il traslucido splendore delle delicate e finissime miniature, frutto della sapienza di artisti di primo piano. Basti per tutti il nome di Giuseppe Gricci, celebrato autore del Salottino di porcellana della regina Amalia, un gioiello rococò interamente decorato in porcellana con motivi floreali e vegetali, scene di genere e cineserie, stupefacente summa dell’arte e della perizia raggiunta dai maestri di Capodimonte. Carlo di Borbone torna in Spagna lasciando Napoli nel 1759, chiude la fabbrica e porta tutte le opere con sé; sarà il figlio Ferdinando I a ripristinare l’impresa, che resterà felicemente attiva fino al 1806.
Collezione “I Classici” in edizione limitata. Porcellana decorata con la tecnica dell’ingobbio, per una produzione annua di non oltre 1000 esemplari. I pezzi storici e musealizzati, dalla potiche alla tazza puerperale, appartengono all’Antica Scuola della Porcellana di Capodimonte.
Questa in breve la magnifica storia: dalla fondazione della Real Fabbrica fino ad oggi la lavorazione della porcellana di Capodimonte non si è mai fermata, e rappresenta una delle più straordinarie espressioni dell’artigianato artistico italiano, che si avvale di una ancor florida rete di storiche botteghe attive sul territorio. La mission di perpetuare e trasmettere una tradizione ineguagliabile, tanto ricca di competenze tecniche e artistiche, è portata avanti dall’Istituto ad Indirizzo Raro Caselli De Sanctis, che in occasione del 250° anniversario della fondazione della Manifattura è stato insignito della medaglia della Presidenza della Repubblica e detiene oggi il prestigioso marchio di fabbrica dell’antico Giglio Borbonico.
Tra le creazioni della collezione “il Presepe Liberato” è presente una serie di vasi, sempre in edizione limitata, dipinti a mano dagli allievi dell’istituto Caselli De Sanctis, che hanno utilizzato segni e colori caratteristici delle vesti dei pastori e dei mori della tradizione presepiale. Si può ammirare questa collezione all’interno degli spazi del Museo Didattico della Porcellana, accanto agli splendidi vasi giocati sul prezioso accostamento del bianco e dell’oro, con un design ispirato alla tradizione ma con gusto decisamente contemporaneo.
Questa Scuola, unica nel panorama internazionale della formazione, tanto da aver ottenuto dal Ministero della Pubblica Istruzione il riconoscimento di “Indirizzo Raro”, ha raccolto il prezioso testimone e oggi porta avanti con competenza e passione la tradizione storica, trasmettendola ai propri allievi, con una speciale apertura anche verso la contemporaneità.
Animatore di questa visione fertile e generativa il Direttore della Scuola, Walter Luca De Bartolomeis, architetto e designer, sotto la cui direzione attenta e lungimirante l’Istituto sta tessendo importanti e inedite collaborazioni.
I temi classici della produzione di Capodimonte vengono riproposti, approfonditi e rielaborati; vengono anche sperimentate tipologie produttive del tutto nuove, come ad esempio la gioielleria, sempre secondo una visione rispettosa del passato ma anche innovativa nel gusto e nell’estetica.
Collezione “Le Icone”, design di Valter Luca De Bartolomeis, edizione limitata, manifattura Armando Del Giudice, Anna Festinese, Rocco Rossi. Una Collezione di tazze in porcellana tenera di Capodimonte realizzate e dipinte a mano a terzo fuoco in platino e oro zecchino, dedicate ai simboli beneauguranti più sentiti nella città di Napoli. La Sirena Partenope, i simboli delle carte da gioco napoletane, gli ex voto, il cuore di San Gennaro, diventano piccoli gioielli di alta manifattura.
L’Istituto si apre oggi a relazioni significative con artisti del calibro di Liu Jianhua, Walead Beshty o Santiago Calatrava, architetti, designer, progettisti, sperimentando una formazione molto viva, nell’incontro tra tradizione, ricerca e innovazione. Grazie al Museo Didattico della Porcellana, dove sono in esposizione e vendita i manufatti storici e le nuove linee produttive firmate da artisti e designer, l’archivio degli stampi storici, i forni e i macchinari dell’antica produzione, ai laboratori didattici per adulti e per bambini e ai continui eventi espositivi, la Scuola è diventata un’officina creativa permanente, con laboratori e spazi espositivi, luogo magico di attrazione per studiosi, docenti, collezionisti, appassionati, turisti da tutto il mondo. Il progetto del Forno Civico, già aperto al pubblico e messo a disposizione di altre realtà imprenditoriali e artigiane, è nato a supporto della filiera, e ha una valenza sociale unica: un vero modello di impresa dove il pubblico entra a sostegno del privato, in funzione di un rilancio non solo culturale ma anche economico e produttivo.
L’istituto Caselli De Sanctis porta avanti la tradizione storica con una speciale apertura anche verso la contemporaneità. I temi e le figure classiche della produzione di Capodimonte vengono riproposti, approfonditi e rielaborati; si sperimentano anche tipologie produttive del tutto nuove come ad esempio la gioielleria. L’importanza del progetto “Il Presepe Liberato” sta nella rivisitazione contemporanea operata attraverso il design su pezzi che provengono dall’arte e dall’artigianato presepiale antichi. E’ il caso della serie di bellissimi pendenti in porcellana tenera e oro zecchino con volti di personaggi legati alla scaramanzia, alla tradizione, alla natura e al divino.
Nel 2019 evento centrale della programmazione culturale è la mostra “Il presepe liberato”: una collezione realizzata dai maestri dell’Istituto, a partire dal presepe storico napoletano, che è stato per così dire scomposto in alcuni elementi base (volti, braccia, elementi naturali…) utilizzati in oggetti d’uso quotidiano, dal vaso al centrotavola al porta babà, fino al gioiello. A corredo della collezione una linea di vasi in edizione limitata dipinti a mano dagli allievi, che si sono ispirati ai colori e decori delle vesti dei pastori e dei mori.
Creazioni della collezione “Il Presepe Liberato” in porcellana tenera e oro zecchino dipinto a mano a terzo fuoco, esposti negli spazi del MUDI, Museo Didattico della Ceramica e della Porcellana, ubicato nelle sale dei forni della Real Fabbrica di Carlo di Borbone nel Real Bosco di Capodimonte.
“Oggi, nel mondo della ceramica”, ci spiega De Bartolomeis, “il punto cruciale è coniugare la tradizione, fatta di abilità, esperienza e del mistero di antichi segreti, con l’innovazione continua richiesta dal mercato. Il dialogo tra artigianato e design sta dando infatti nuova vitalità sia alla formazione che alla produzione. Non a caso si è già arrivati, nell’arco di soli due anni di lavoro all’interno di questa meravigliosa realtà, alla realizzazione di un nuovo catalogo di prodotti che spazia dagli oggetti storici a quelli di design. L’Istituto Caselli di Capodimonte è una realtà unica, resa oggi protagonista di un programma di collaborazione fra produttori, Università, strutture di tutela dei beni culturali, Enti di valorizzazione e governo del territorio, per dare forza ad un programma di sviluppo e promozione della porcellana di Capodimonte”.
La magia dell’”oro bianco” continua a risplendere, esercitando il suo fascino prezioso e sensuale, oggetto del desiderio oggi come al tempo delle grandi monarchie europee… E la sua ammaliante storia continua, guardando al futuro.
In apertura: “Volare nel bosco”, porcellana tenera e oro zecchino dipinto a mano a terzo fuoco. Manifattura Armando del Giudice, Anna Festinese, Rocco Rossi; decorazioni Morena Gatta. Particolare dalla serie di centrotavola dedicati alla collezione inedita di Del Vecchio per la Casa Reale, con decori sul tema degli uccelli del Real Bosco di Capodimonte. Gli uccelli e i fiori del Real Bosco si trasformano in oggetti d’uso, finiscono accidentalmente in zuppiere e centrotavola; spuntano all’improvviso da coppe e piatti, contenitori zoomorfi per una tavola delle meraviglie, per un nuovo naturalismo dove immaginazione e fantasia diventano nuove forme di conoscenza.