Roberto Capucci: un nome leggendario, oltre settant’anni di attività nell’alta moda, celebrato nell’empireo dei più grandi protagonisti italiani e internazionali, Maestro riconosciuto nel mondo per savoir faire, creatività e capacità innovativa.
Courtesy – Gian Luca Bauzano
Atelier Milady, Dettaglio di un plissé, Firenze 2017
L’Atelier fiorentino è da sempre fornitore di fiducia di Roberto Capucci per la plissettatura dei suoi capolavori in tessuto. In particolare si ricorda la realizzazione dello storico abito “L’Oceano”, realizzato per l’Expo di Lisbona del 1998. Milady porta avanti a livelli di assoluta eccellenza la storica tradizione del plissè, una lavorazione complessa che richiede grandissimo savoir faire.
All’arte e al genio artigiano di Roberto Capucci, Re degli abiti scultura, è dedicato il nuovo titolo della collana “Mestieri d’Arte”, a cura della Fondazione Cologni per Marsilio Editori, in questi giorni presentato a Milano e distribuito in libreria.
Courtesy – Archivio Fondazione Capucci / Claudia Primangeli
Abito “Fuoco” in seta plissettata rosso, New York 1985. Questa sublime scultura di seta rosso fuoco sembra evocare il divampare di un incendio ed è stata scelta come copertina del libro “Lo scultore della seta. Roberto Capucci, il sublime nella moda” di Gian Luca Bauzano (Marsilio Editori, a cura di Fondazione Cologni). Il volume è in questi giorni nelle librerie.
La storia di questo grande artista-artigiano è ben nota agli studiosi, esperti e appassionati di moda e costume. Nato a Roma nel 1930, frequenta l’Accademia di belle Arti e debutta ufficialmente nella moda a Firenze giovanissimo, nel 1951, in occasione delle prime sfilate organizzate da Giovanni Battista Giorgini. Il suo talento d’eccezione è immediatamente riconosciuto e la sua ascesa è inarrestabile.
Courtesy – Archivio Fondazione Capucci / Claudia Primangeli
Roberto Capucci e l’abito scultura “Cerchio in raso”, Firenze 2007
Gli abiti di Capucci sono vere sculture, architetture da indossare. Per questo il grande stilista è stato invitato nel 1995 alla Biennale di Venezia: tra grandi applausi e grandi polemiche, la grande moda entra nell’empireo dell’arte con pari dignità.
Gli abiti Capucci, preziose creazioni di alta moda, fanno innamorare le star di Hollywood e le signore più raffinate dell’aristocrazia romana e del jet set internazionale.
Non sono solamente abiti, ma vere sculture, straordinarie architetture in tessuto da indossare, sempre stupefacenti e innovative. Impossibile non riconoscere e ammirare i suoi inconfondibili taffetas di seta plissettati, declinati in mille forme e colori spettacolari e insieme raffinatissimi. Continua è anche la sua ricerca su materiali e soluzioni tecniche ardite e innovative, con collezioni che rappresentano ogni volta un punto di svolta e di riferimento per i creativi di tutto il mondo.
Courtesy – Archivio Fondazione Capucci
Roberto Capucci mentre disegna il flacone per una delle sue fragranze, Parigi 1965
Il Maestro si è cimentato anche nella produzione di profumi e gioielli, applicando la sua creatività inesauribile anche a questi mondi, sempre con spirito di ricerca e da grande innovatore. Qui vediamo un giovanissimo Capucci intento a disegnare: una delle sue attività predilette, ancor oggi esercitata dal Maestro quotidianamente.
Courtesy – Archivio Fondazione Capucci
Roberto Capucci nel suo atelier tra le modelle, Roma 1950
Una bellissima immagine in bianco e nero davvero iconica: il giovane Maestro posa tra le sue modelle, con sguardo fiero e concentrato. Le modelle indossano sofisticati e raffinatissimi cappelli in organza, ispirati a quelli di Piero della Francesca. La storia dell’arte è una delle più importanti e ricorrenti fonti d’ispirazione del Maestro.
Difficile raccontare al grande pubblico la vitalità creativa, così straordinaria e longeva di Roberto Capucci, in poche tappe fondamentali
Nel 1958 inventa la “Linea a scatola”, un’autentica rivoluzione dal punto di vista delle forme e delle lavorazioni. Del 1968 è la prestigiosa collaborazione con Pier Paolo Pasolini per “Teorema”, dove disegna gli abiti di Silvana Mangano, sua cliente e musa. Nel 1970 il primo viaggio in India, una tappa fondamentale del suo sviluppo creativo. Nello stesso anno per la prima volta è concesso a uno stilista di esporre in un museo: Capucci presenta al Museo di Arte Etrusca una rivoluzionaria collezione ispirata ai preraffaelliti. Nel 1986 si avvicina al teatro lirico realizzando i costumi per le sacerdotesse della “Norma” di Bellini e i costumi per Carla Fracci e Jorge Jancu.
Courtesy – Archivio Fondazione Capucci / Claudia Primangeli
Roberto Capucci, abito a scatola in plastica e organza, Parigi 1966
Roberto Capucci lancia la sua innovativa e fortunata “Linea a scatola” già nel 1958: una collezioni di abiti improntata ad un design modernissimo, caratterizzata dalla sperimentazione su forme, colori e materiali inediti. Una linea particolarmente innovativa e legata all’arte e al design contemporanei.
Courtesy – Archivio Fondazione Capucci / Claudia Primangeli
Roberto Capucci, abito scultura in taffetas di seta, Berlino 1992
Il taffetas è declinato dal Maestro in modo sublime in innumerevoli creazioni spettacolari, di inimitabile maestria tecnica, caratterizzate da uno straordinario gusto per il colore. Sfilano in tutto il loro fascino e la loro preziosità sulle passerelle di tutto il mondo negli oltre settant’anni di attività del Maestro, incantando il pubblico e la critica.
Courtesy – Archivio Fondazione Capucci / Claudia Primangeli
Roberto Capucci, abito Ventagli, Palazzo Barberini, Roma 1980
Per tutti gli anni Ottanta Roberto Capucci è antesignano della più audace contemporaneità: i suoi abiti destano ammirazione e fanno discutere, per la libertà creativa delle forme, per la sperimentazione tecnica, per l’uso sapiente di materiali inediti; sfilano sulle passerelle di tutto il mondo ed entrano nei musei e nelle istituzioni d’arte più importanti, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma alla Schauspielhaus di Berlino, da Palazzo Strozzi a Firenze al Kunsthistorisches Museum di Vienna, fino alla Biennale d’Arte di Venezia nel 1995. Un evento questo di importanza epocale nella storia stessa della moda, perché per la prima volta le creazioni di un sarto entrano a far parte del sacro mondo dell’arte, non senza polemica e scalpore… ma soprattutto nell’ammirazione e nel plauso generali. Qui espone le dodici incredibili “Architetture in tessuto” ispirate al mondo dei minerali: grandi opere d’arte, senza alcun dubbio.
Courtesy – Archivio Fondazione Capucci / Claudia Primangeli
Roberto Capucci, Bougainvillea, abito in taffetas di seta plissettato, Roma 1989
Courtesy – Archivio Fondazione Capucci / Claudia Primangeli
Roberto Capucci, dettaglio dell’abito scultura in taffetas di seta, Berlino 1992
Molti degli abiti firmati da Capucci sono vere pietre miliari della storia dell’alta moda, ma vorremmo dire anche dell’arte: basti citare “Nove gonne”, del 1957, ispirato al Maestro dall’immagine del sasso lanciato in uno specchio d’acqua; “Ventagli”, in taffetas sauvage con elementi a ventaglio che si aprono e si richiudono con effetto a sorpresa; “Fuoco”, sempre in taffetas sauvage di seta plissettato in vari toni di rosso (1985); “L’Oceano”, fantasmagorica creazione in plissè in tutti i toni del blu esposta nel Padiglione Italia dell’Expo di Lisbona del 2000, dedicata al futuro dei mari, realizzata dal Maestro con l’Atelier Milady di Firenze, suo storico fornitore dei più complessi e arditi plissè; il celebre “Omaggio a Giorgini”, suo Pigmalione, esplosione cromatica di strisce di raso di seta multicolori (2001), per citare solo le realizzazioni più celebri e significative. Nel 2018 il Metropolitan di New York espone l'”Angelo d’oro”, abito scultura in plissè lamè nei vari toni dell’oro, impreziosito dall’applicazione di un poetico elemento ad ala.
Roberto Capucci, disegno preparatorio per abito da sera di foggia settecentesca, Roma 2016
La storia del costume è per Roberto Capucci altra fonte fondamentale di ispirazione e il Maestro nella sua lunga carriera si diverte molto spesso a interpretarla, con variazioni sul tema sempre originalissime, che mescolano realtà e fantasia. Qui ammiriamo un esercizio creativo del Maestro sul tema del costume settecentesco.
Roberto Capucci, disegno preparatorio per abito “Sagenite”, Venezia, Biennale 1995
“Sagenite” fa parte della serie dei dodici spettacolari abiti-scultura presentati da Roberto Capucci a Venezia su invito della Direzione della Biennale nel 1995. Per la prima volta un sarto viene invitato a esporre nell’empireo dell’arte contemporanea: è una data storica. L’evento susciterà grandissima ammirazione internazionale, ma anche qualche polemica e critica da parte dei più conservatori.
Oggi il Maestro ha 88 anni appena compiuti, portati con classe inimitabile e giovanile leggerezza. Quando circa un anno fa abbiamo avuto il privilegio di incontrarlo nella sua bella casa romana, era in procinto di partire con entusiasmo per il suo ennesimo viaggio in India: un Paese che è stato una delle sue principali fonti di ispirazione, e che per tutta la vita ha continuato a visitare, arrivando a conoscerlo e amarlo profondamente, nei suoi oltre quaranta viaggi… Una passione che si è tradotta soprattutto in un gusto inimitabile per il colore, declinato in mille accostamenti di sublime raffinatezza.
La sua creatività, nonostante il passare del tempo si esprime ancora vivissima soprattutto nei disegni, poco noti rispetto agli abiti, e in buona parte inediti, di cui il volume presenta una selezione di grande bellezza, testimonianza della passione di Capucci per forme, colori, materiali, e la sua a oggi inesauribile capacità inventiva e realizzativa.
“L’alfa e l’omega di ognuna delle mie creazioni”: così li definisce il Maestro, che ancor oggi quotidianamente pratica l’amata arte del disegno, con una produzione visionaria, poetica e spesso ironica che non può non stupire e affascinare, con incursioni nel mondo del fantastico, del grottesco, del teatro, della satira di costume.
La sequenza di tre immagini mostra alcuni dei magnifici disegni preparatori realizzati dal Maestro Capucci nel 2010 per gli abiti confezionati in occasione dell’evento in Cina dedicato nel 2010 al made in Italy, dal titolo “La via della seta”. In quest’occasione il Maestro è insignito del titolo di professore onorario dal rettore dell’Università di Pechino.
Roberto Capucci, disegno preparatorio per abito “Xi’an”, Xi’an 2010
Roberto Capucci, disegno preparatorio per abito “Zungaria”, Xi’an 2010
Roberto Capucci, disegno preparatorio per abito “Chang Jiang”, Xi’an 2010
Grazie alla ricostruzione puntuale, attenta e appassionata di Gian Luca Bauzano, firma autorevole del Corriere della Sera, da sempre molto vicino a Roberto Capucci, grande amico e conoscitore della sua vita e della sua opera, il volume “Lo scultore della seta. Roberto Capucci, il sublime nella moda” ci restituisce con forza il ritratto affascinante e in molta parte inedito di un vero “Tesoro Vivente”, secondo la poetica definizione che il Giappone dà dei suoi più grandi Maestri d’arte.
L’Autore ce ne offre un ritratto emozionante, intessuto di ricordi ed emozioni personali, che si dipana in modo coinvolgente anche attraverso le meravigliose immagini dei suoi più celebri abiti e dei disegni, tratti dall’incredibile corpus di migliaia di opere autografe.