Carta e penna, tela e pennello, spartito e note: ci sono artisti che narrano storie attraverso parole, immagini e canzoni. Esistono, però, Maestri capaci di raccontare con le mani, si servono di ago e filo per cucire una storia, personalizzare trame, interpretare tendenze, autenticando l’eccellenza italiana. La sartoria di via Fatebenefratelli, nel cuore di Milano, viene aperta da Augusto Caraceni nel 1947, lasciata al figlio Mario dopo la sua scomparsa, intestata alla memoria del padre divenendo, così, l’attuale A. Caraceni.
Carlo Andreacchio, classe 1947, raccoglie l’importante eredità della Sartoria A.Caraceni circa vent’anni fa insieme alla moglie Rita Maria, portandone avanti la tradizione e tramandando conoscenze e segreti al figlio Massimiliano.

La passione di Carlo Andreacchio per la sartoria nasce fin da bambino, quando per strada si immaginava come avrebbe vestito quei signori che guardava rivolgendo il naso all’insù, mentre camminava mano nella mano con i suoi genitori. Mamma e papà, però, sognavano un futuro da ragioniere per il figlio, che decide di inseguire il suo sogno frequentando di nascosto un sarto, di notte, dopo il lavoro d’ufficio. In piazzetta Giordano impara a tenere in mano gesso, forbici, ago e ditale, acquisisce una manualità che si ottiene solo con il tempo, con pazienza e tenacia. Più determinato e risoluto che mai, in questo periodo conosce Rita Maria Caraceni, si sposano e Carlo inizia a lavorare nella sartoria del suocero, dove comincia come lavorante conquistando via via maggiore dimestichezza, fino a divenire tagliatore.
Sartoria A.Caraceni – “Una cosa è fatta a regola d’arte quando appaga l’occhio. Quando l’insieme dà soddisfazione. Il lavoro ben fatto sta nell’insieme, nell’armonia che crea. Un abito fatto bene dà personalità e sicurezza”. Questa è la filosofia del Maestro Carlo Andreacchio ritratto nella foto all’interno del laboratorio milanese, intento a segnare una giacca. Conservare le peculiarità sostanziali di una lavorazione artigianale e al tempo stesso porre il prodotto al passo con le esigenze e il gusto attuali sono i capisaldi della Sartoria A. Caraceni.
Ed è proprio nel taglio che risiede la tradizione di eccellenza della Sartoria A. Caraceni, un vero e proprio segreto di famiglia che si tramanda di padre in figlio da quattro generazioni, inventato dal nonno Augusto che “senza saperlo creò un sistema che si basava su sofisticate regole di ingegneria”.
Vero fiore all’occhiello della sartoria A. Caraceni è il lavoro artigianale al 100%: ogni passaggio è rigorosamente fatto a mano, dalla selezione dei materiali (esclusivamente naturali), che viene provata direttamente da Carlo e Massimiliano, al taglio, dalla cucitura alla stiratura, fino alla firma che è l’etichetta, cucita nel taschino dove vengono riportati nome del cliente e anno di realizzazione.
Per questo il tempo di attesa per un abito finito è di tre mesi: ogni capo è prodotto interamente a mano da sarti professionisti che curano tutti i dettagli per dare vita a un capo unico, abito che diviene un’opera d’arte, creata da artisti-artigiani dal grande savoir-faire italiano.
Nella Sartoria A. Caraceni vengono prese 26 misure, “tutta l’impostazione del fisico del cliente. Bisogna tener conto delle misure, ma anche dei difetti”, per realizzare un abito maschile fatto a regola d’arte. Il segreto della Sartoria A. Caraceni sta nel taglio che si tramanda da quattro generazioni. Nelle foto: la mano del figlio del Maestro Andreacchio, Massimiliano, che esegue magistralmente il gesto appreso dal padre e dal bisnonno Augusto e un dettaglio di lavorazione che mostra un sarto dell’Atelier impegnato nella delicata fase della cucitura. Tutti i capi sono rigorosamente cuciti a mano, come dall’antica tradizione sartoriale trasmessa di generazione in generazione e che continua a vivere nei giovani che vengono in laboratorio ad apprenderla. La produzione di un abito alla Sartoria A. Caraceni è artigianale dall’inizio alla fine. In dettaglio la stiratura di un capo, passaggio precedente il controllo finale.
Sportivo, elegante o casual l’abito viene sempre realizzato su misura: “Per creare l’abito perfetto sono fondamentali le misure, ne prendiamo 26, tutta l’impostazione del fisico del cliente. Bisogna tener conto di misure e difetti. Un abito fatto bene dà personalità e sicurezza”, afferma Carlo Andreacchio con orgoglio.
Grandi stilisti e personalità hanno deciso di vestire Sartoria A. Caraceni, la cui eccellenza è riconosciuta in tutto il mondo: da Gianfranco Ferrè a Calvin Klein, dal Conte Filippo Perego a Eugenio Montale, che volle un frac della sartoria per la serata in cui ritirò il premio Nobel, nel 1975.
Carlo Andreacchio è membro dell’Accademia nazionale dei sartori di Roma dal 1997; nel 2002 ha ricevuto la medaglia d’oro dell’Unione Milanese dei Sarti e nel 2016 è stato insignito del riconoscimento MAM-Maestro d’Arte e Mestiere, promosso da Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, per essersi distinto come protagonista del saper fare artigiano italiano.

“Se si perde la creatività, è finita. Nel lavoro artigiano la creatività si manifesta nel fatto stesso di creare un’opera d’arte”: questo il pensiero del Maestro Carlo Andreacchio che ogni giorno si reca nella sua sartoria pronto a raccogliere le sfide che il cliente gli sottoporrà, interpretando i gusti personali e le tendenze del momento, senza mai snaturare il tratto tipico dei Caraceni, ma riuscendo a realizzare sempre capi originali e autentici, nel segno dell’antica tradizione sartoriale italiana, vera eccellenza del nostro territorio.
A cura della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte