Città del vetro, del legno e dell’oro…ma anche città delle maschere, dei merletti e di molti altri saperi tradizionali che si svelano tra calli e sestieri: Venezia, per tutto il mese di settembre in occasione di Homo Faber 2024, aprirà al pubblico le porte di oltre 70 botteghe artigiane, scrigni di autentico saper fare.
Vittorio Costantini, vetro a lume, Calle del Fumo 5311, Venezia. La produzione del maestro vetraio, da sempre affascinato dalla natura, indaga l’anatomia degli animali. L’apertura della sua bottega risale al 1974.
La seconda edizione di Homo Faber in Città – progetto che completa l’esperienza tanto attesa di Homo Faber: The Journey of Life sull’isola di San Giorgio Maggiore – esorta visitatori e turisti a uscire dai sentieri battuti per scoprire i luoghi dove gli artigiani di Venezia realizzano opere di rara bellezza, un’occasione imperdibile per ammirare maestri d’arte e giovani talenti all’opera, e per conoscere gli strumenti, i materiali e le competenze che caratterizzano l’artigianato artistico veneziano contemporaneo.
Anna Campagnari, bandiere e gonfaloni della Repubblica di Venezia, Santa Croce 117, Venezia. Nel 2009, quando ha aperto il suo laboratorio a Palazzetto Falier per realizzare i gonfaloni e le bandiere assegnati come premi delle regate, ha messo a frutto la sua esperienza di vogatrice e le sue doti artistiche.
Presentato dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, Homo Faber in Città – che gode del prezioso supporto di Cartier, Maison di lusso punto di incontro tra maestria artigiana d’eccellenza e personalità senza tempo – è sviluppato in partnership con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, che ha affidato il coordinamento di questa azione a Susanna Pozzoli, fotografa e autrice, occhio esperto nel catturare i gesti artigiani all’opera e già curatrice della mostra “Venetian Way” durante la prima edizione di Homo Faber. Proprio la sensibilità di questa fotografa cosmopolita, che vive e lavora a Parigi, ha permesso di avere uno sguardo inedito sui saperi artigianali tra Venezia, Murano e Burano, cogliendo l’essenza della ‘felicità del fare’, condizione privilegiata dei nostri maestri d’arte.
Muriel Balensi, vetro a lume, Fondamenta Lorenzo Radi 24, Murano. In un’unica perla, l’artigiana francese che ha scelto Venezia come sua patria di elezione, riesce a condensare diverse tecniche vetrarie antiche: a volte riuscendo a posizionare fino a 200 punti di colore in una sola forma geometrica da realizzare.
Gli atelier artigiani sono luoghi di incontro e di scambio di visioni creative: quale miglior occasione per il pubblico appassionato, o anche per un curioso turista che si perde nei meandri della città per scoprire (almeno in parte) i segreti del mestiere? Dal 1° al 30 settembre – agende alla mano! – Venezia sarà un inno alla tradizione che tanto l’ha resa famosa: radicate competenze artigiane, come la produzione di maschere, la soffiatura del vetro e la costruzione delle gondole, sono sempre attuali proprio perché, nel corso dei secoli, questo ricco patrimonio è stato tramandato di generazione in generazione.
Luisa Conventi, impiraressa, Calle Priuli dei Cavaletti, Venezia. Nella sua famiglia questo mestiere ormai rarissimo e tipicamente femminile si tramanda da generazioni. Nel 1987 apre il suo laboratorio Gioia, esportando le sue perle in vetro in Giappone, Europa e America.
L’arte tramandata dalle impiraresse – dal dialetto veneto impirar, che significa infilzare – è espressione tangibile di artigianato di tradizione e tipico del territorio: ne è un’esponente Luisa Conventi che, nel suo atelier Gioia, crea orecchini, collane e piccoli oggetti di vetro. Un’arte appresa dal nonno e dallo zio e custodita da lei fino a giorni nostri: «Le piccole perle forate sono raccolte in bacinelle e l’abilità delle impiraresse consiste nell’infilare nei lunghi aghi, tenuti in mano a mo’ di ventaglio, il maggior numero di perline facendole poi scivolare nel filo di cotone. Realizzo anche frange e fiori, con le decorazioni più colorate», spiega con entusiasmo.
Lara Perbellini, sartoria su misura, Campiello dei Miracoli, Cannaregio 6075/A, Venezia. I suoi abiti sono tutti realizzati con materiali naturali di alta qualità: canape, crine di cavallo, cotone, bottoni in corozo, corno o madreperla.
‘Melting pot’, l’artigianato a Venezia ha questa connotazione identitaria: artigiani venuti da lontano che hanno scelto di mettere radici proprio in laguna! Come Muriel Balensi, cresciuta nel sud della Francia e diventata oggi un’esperta nella lavorazione del vetro a lume: «Murano è la culla del vetro. Qui anche le pietre raccontano una storia. Amo la pace, il silenzio, il fatto che il vetro faccia parte del patrimonio genetico degli abitanti. È nel loro sangue, ne parlano ovunque si trovino. Su quest’isola scorre pura energia vetraria». O come Moulaye Niang, originario del Senegal, da oltre vent’anni in Italia e conosciuto come “il Muranero”. Nel suo laboratorio nel Sestiere di Castello si dedica alla produzione di perle di vetro: qui, a proposito della sua produzione, racconta: «Traggo ispirazione innanzitutto dalla luce: nel cielo, nell’acqua, sulle superfici. Poi c’è l’Africa, molto presente e ricca di colori. Il mio universo artistico è guidato dall’istinto, dal ritmo, dagli archetipi che mi porto dentro e dalla mia vita quotidiana a Venezia». O la tedesca Diana Dethlefsen, che a Vienna si innamora della materia ‘porcellana’ e approda in città dove, un anno fa, apre Atelier 1083A con il suo socio veneziano, l’artigiano del legno Gabriele Zornetta: la realizzazione di un sogno!
Moulaye Niang, vetro a lume, Salizada del Pignater 3545, Venezia. Creare una perla di vetro è, per lui, come fare una magia: coinvolge tutti i sensi e lo emoziona ancora come la prima volta, quando ha aperto bottega nel 2004.
Gli itinerari da creare e personalizzare sono tanti e tutti disponibili su homofaber.com e sull’APP dedicata. Un modo per concedersi un’esperienza unica, da godersi al proprio passo. Un’opportunità preziosa per ammirare botteghe, mare e architetture. Rivivendo, sicuramente, l’emozione che la laguna suscitava in Peggy Guggenheim: ...se esiste qualcosa che può competere in bellezza con Venezia è il riflesso di questa città sul Canal Grande al tramonto!