L’unicità espressa nell’arte di Francesco Ballestrazzi, maestro modista basato a Milano, è un po’ quello che accomuna l’intero mondo dell’artigianato: mettere la propria anima in ciò che si crea. Un’anima talentuosa che si esprime sulle teste di personalità dai gusti ricercati, riportando sulla scena dell’alta moda il cappello, eclettico ma irrinunciabile accessorio.
Francesco Ballestrazzi, nato a Carpi (Modena) nel 1982, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Milano, specializzandosi in pittura. Qui con in mano il suo primo pezzo, una corona di gigli fatta in carta, a cui è molto legato.
Francesco Ballestrazzi ha scoperto un profondo talento artistico grazie a una caduta! Ballerino professionista, un infortunio lo ha costretto a cambiare completamente strada, portandolo a disegnare vetrine per Moschino: qui ha imparato a conoscere tipologie di materiali diversi e come combinarli insieme nel modo migliore.
«Ho avuto la fortuna di essere educato ai tessuti dalla mia mentore nonché capo del dipartimento vetrine di Moschino, Anna Campa, che mi ha insegnato a capire i materiali indagandone i limiti e le possibilità. Io di mio ci ho messo la mia sensibilità artistica conferendo a ogni materiale la mia personale emozione! Spazio tra vari materiali, mi piace usare il velluto, perché è un materiale tattile e vivo, o il raso di seta, per la sua liquida sensualità: non ho una predilezione, ma ho un approccio emozionale nei confronti di ogni tipo di materiale che posso utilizzare, dal feltro alla paglia, dal velluto allo chiffon», spiega.
Ogni copricapo è realizzato a mano da Francesco Ballestrazzi, che utilizza sempre tecniche antiche della tradizione italiana di modisteria, oltre a procedimenti nuovi e unici di sua invenzione.
Il designer-artigiano riceve solo su appuntamento a Milano nel suo atelier di via dell’Orso 16, nel cuore del quartiere artistico di Brera: «Il mio tipo di clientela credo sia il più variegato che possa esserci, il mio lavoro spazia da alternativi cappelli da baseball per un target più giovane e fashion, fino agli eventi di etichetta, situazioni in cui il cappello viene richiesto come accessorio fondamentale», dice Ballestrazzi, che spesso ha avuto occasione di produrre creazioni per le più diverse celebrities.
Nel 2014 ha lanciato il suo marchio personale e pochi anni dopo ha iniziato a vendere i suoi spettacolari cappelli in circa 30 negozi in tutto il mondo. Dal 2018 lavora con un gruppo più piccolo e selezionato di punti vendita per dare più spazio alla sua creatività.
Maestro artigiano a tutto tondo, Francesco Ballestrazzi trasmette la sua arte alle giovani generazioni: insegna in importanti accademie di moda e università di Milano, come il Politecnico, l’Istituto Marangoni e Naba, la Nuova Accademia di Belle Arti. «L’insegnamento è qualcosa che mi è capitato quasi per caso e in un momento in cui non mi sentivo ancora all’altezza di insegnare, ma ho accettato l’incarico e da subito mi sono innamorato di questo lavoro. Insegnare per me è bellissimo e amo farlo, perché non è una attività unidirezionale, gli studenti insegnano anche a me qualcosa, mi aprono sempre nuove prospettive sulla visione del contemporaneo. Nonostante sia molto complicato in questo specifico momento storico, provo comunque a trasferire loro la mia passione, per riaccendere quella fiamma che li ha spinti a seguire questo percorso artistico».
Un angolo del laboratorio milanese del designer-artigiano, un luogo magico dove esprimere al meglio la creatività circondato dai più svariati materiali. La sua storia inizia dopo aver creato e fotografato quattro cappelli in carta: dopo averli postati su Facebook hanno attratto l’attenzione della redazione di Vogue Italia e da quel momento la sua carriera ha preso il volo.
I processi che portano alla creazione di un cappello sono tanti e vari, cambiano ogni volta che si vuol creare qualcosa di innovativo: «Per una persona che vuole fare il mio lavoro, conoscere tecniche e modalità di creazione è fondamentale, ma soprattutto è importante concedersi la possibilità di imparare sempre qualcosa di nuovo, in qualsiasi situazione; anche i cosiddetti five minutes craft in realtà possono essere fonte di ispirazione, se poi le mani dell’artigiano e dell’artista sono in grado di trasformare la materia in bellezza».
Nell’ottobre 2020 riceve dalla Fondazione Cologni il riconoscimento MAM-Maestro d’Arte e Mestiere nella categoria “sartoria, moda e accessori”, rientrando a tutti gli effetti nella rosa dei più apprezzati artigiani italiani.
Il cappello Puntaspilli esprime al meglio il savoir-faire di Francesco Ballestrazzi. Le sue creazioni appaiono in molte importanti riviste come il New York Times, Vogue Italia, Glamour, Io Donna e tante altre.
La prossima sfida sarà la partecipazione a Homo Faber 2022, la mostra internazionale che promuove il talento artigianale, dal 10 aprile al 1° maggio, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. «Devo ammettere che essere inserito in questo prestigioso contesto è un immenso onore e un passo molto importante nella mia carriera. Quando ho visitato nel 2018 la prima edizione di Homo Faber ne sono rimasto completamente folgorato: l’emozione nel venire contattato dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship ed essere invitato a mostrare il mio lavoro in un’esposizione di questa portata è per me un sogno! Avrò modo quindi di raccontare il mio processo creativo e come si muovono le mie mani nel momento della realizzazione dei miei pezzi; far capire cosa si nasconde dietro certi tipi di tecniche artigianali è fondamentale per educare le persone a dare il giusto valore ai prodotti fatti ad arte».