“I personaggi diventano attori che, in un fermo immagine, raccontano il dramma e la dolcezza di un pensiero eterno”. Ulderico Pinfildi
I presepi di Ulderico Pinfildi emozionano e incantano per bellezza e maestria esecutiva. Tra tutti i grandi artefici della tradizione presepiale napoletana, ancora vivissima nelle botteghe cittadine, Pinfildi è considerato un sommo maestro, un vero artista della scultura sacra e profana.
Perché nel presepe napoletano sacro e profano si legano indissolubilmente, e nel realismo del racconto della Natività, intensamente calato nella vita popolare della città, sta la forza di questa rappresentazione che non ha paragoni al mondo.
Il Maestro Ulderico Pinfildi è uno dei più importanti e riconosciuti artefici della straordinaria tradizione presepiale napoletana. Figlio d’arte, dal 1986, crea i suoi meravigliosi presepi “caravaggeschi” nella sua suggestiva bottega in via San Biagio dei Librai.
Nel suo laboratorio a San Gregorio Armeno, dove nel Settecento nasce la tradizione del presepe partenopeo per volontà dei Borbone, dal 1986 il Maestro dà vita ai suoi capolavori in miniatura.
Figlio d’arte, cresciuto in bottega, padre ceramista e madre pittrice, parla del suo mestiere d’arte come di una sorta di eredità ineludibile, una “prosecuzione di sangue”. Cresce a base di creta e passione, lavorando fin da piccolissimo in bottega con il padre e tutta la famiglia. “Non so che significhi non modellare, non dipingere, non fare pastori, poiché la mia storia, la mia vita, sono state un preordinamento genetico. Ho seguito l’onda del fiume che mi ha generato”.
Cresciuto nella bottega di famiglia, padre ceramista e madre pittrice, il Maestro Pinfildi fin da bambino modella e dipinge le figure del presepe con quello speciale talento che lo porterà a divenire uno degli artisti presepari più importanti, riconosciuti a livello internazionale.
Ma in realtà Pinfildi affianca all’eredità familiare un proprio cammino formativo da talentuoso autodidatta: studia con passione la storia dell’arte, scopre con emozione Caravaggio e la pittura italiana del Settecento; ma si immerge anche nella realtà e nella bellezza della sua città, una Napoli piena di tesori d’arte, di misteri, di luci e ombre, della devozione popolare con i suoi riti, le sue feste, i suoi simboli e i suoi personaggi. Fotografa e ritrae i volti dei protagonisti del popolo napoletano, con la loro espressività e drammaticità. Questi volti, queste attitudini e questi gesti entreranno di prepotenza nei suoi presepi, caricandoli di un’umanità dolente.
Bellissimo gruppo della Sacra Famiglia, dove il Maestro Pinfildi esprime tutta la sua capacità di resa drammatica della scena, con la straordinaria figura in primo piano ritratta con estremo realismo e gusto teatrale, certo derivato dai capolavori di Caravaggio amatissimi e ben noti al Maestro.
La suggestione inimitabile del presepe napoletano, diffuso con diverse varianti in tutto il sud Italia, risiede proprio nell’ambientazione della Nascita nel cuore di Napoli, nei suoi vicoli e nelle sue piazze, nelle sue botteghe e nei suoi mercati, nelle sue chiese e nelle sue osterie, dove si assiepa una folla variopinta di personaggi con una loro tipicità, dove si mescolano nobili e mendicanti, contadini e animali, venditori di ogni sorta, pescivendoli e lavandaie, in una confusione rumorosa, tra allegria, grida e pianto.
Nel presepe napoletano, accanto alle figure sacre troviamo una folla variopinta di personaggi popolari, in quella singolare e caratteristica commistione di sacro e profano, che rende unico e immediatamente riconoscibile il presepe napoletano. Il Maestro Pinfildi ambienta magnificamente la Nascita nel cuore stesso della città partenopea, nei suoi vicoli e nelle sue piazze, nelle sue botteghe e nei mercati.
Anche i molti protagonisti secondari partecipano di una simbologia complessa e articolata: pensiamo a Benino, il pastore dormiente, colui che nella tradizione sogna la rappresentazione del presepe; al vinaio e a Cicci Bacco, che simboleggiano sacro e profano; al pescatore e ai due compari, che rappresentano rispettivamente San Pietro pescatore d’anime, il Carnevale e la Morte; e ancora il monaco, la meretrice, Stefania, la zingara… un mondo di personaggi a metà strada tra realtà e allegoria.
I presepi di Ulderico Pinfildi sono caratterizzati da una teatralità drammatica, tutta giocata sul contrasto caravaggesco di luci e ombre.
Le figure scolpite dal Maestro sono veri piccoli capolavori scultorei, eseguiti con cura in ogni dettaglio: nelle espressioni dei visi, nelle posture e nelle vesti, nelle pose plastiche dei corpi delle figure, che riecheggiano la forza di Michelangelo, la tensione drammatica di Caravaggio, l’espressività di Giuseppe Sammartino del Cristo velato. Dai capolavori di Caravaggio molte le citazioni che il Maestro introduce con incredibile virtuosismo nelle sue complesse scenografie: dalla Madonna dei pellegrini a San Matteo e l’Angelo, dal Fanciullo con canestro di frutta alla Madonna dei palafrenieri.
Nelle figure dei tre Magi, il Maestro Pinfildi raggiunge veri e propri vertici di preziosità: straordinaria la composizione del gruppo, l’espressività dei volti e delle posture, e soprattutto l’incredibile ricchezza dell’abbigliamento e degli ornamenti regali.
Ci si perde anche ammirando la profusione di particolari meravigliosi: i corpicini in legno policromo, le testine di terracotta, le sete e i lini delle vesti, i ricami, gli occhi espressivi in vetro soffiato. Il Maestro ama definirsi un “regista di presepi” e infatti incantano l’accuratezza e la sapienza della messinscena, che non tralascia nulla per arrivare al risultato desiderato: quello di suscitare sempre stupore e meraviglia.
Grazie alla riconosciuta eccellenza, Ulderico Pinfildi ha partecipato alle più prestigiose mostre internazionali di arte presepiale: dalla Baviera a Miami, da Siena a Strasburgo e a Praga, da New York a Parigi, Londra e Bruxelles, Mosca e Washington. Portando nel mondo l’inimitabile, commovente poesia e bellezza del presepe napoletano, fiore all’occhiello di quell’alto artigianato italiano che tutto il mondo ammira e desidera.
Ulderico Pinfildi, “L’annunciazione cantata e sognata”: una scena di straordinaria bellezza e poesia, in cui si esprime tutta la perizia esecutiva e il gusto del Maestro. Si noti la delicatezza degli incarnati, il realismo nella resa del canestro di frutta, i bellissimi panneggi delle vesti.
In apertura: Il Maestro Pinfildi è uno scultore dall’inimitabile virtuosismo. I piccoli personaggi dei suoi presepi sono capolavori scultorei in miniatura, eseguiti con cura estrema in ogni dettaglio, con particolare attenzione alla resa delle espressioni dei volti e delle pose plastiche dei corpi.