“Che mite e lunga vita è mai quella del pizzo Cantù…”
Giovanni Cenzato
UnPizzo, studio di progettazione e artigianato tessile specializzato nell’intreccio per l’arredamento e la moda, nasce nel 2014 a Cantù, nell’operosa Brianza lombarda, culla del saper fare italiano, dall’incontro di due giovani designer canturine provenienti dall’Accademia di Belle Arti: Agnese Selva e Bettina Colombo, progettiste grafiche e scenografe, condividono il progetto ardito e originale di riprendere l’arte antica del pizzo di Cantù per attualizzarla attraverso un approccio progettuale al design contemporaneo.
Agnese Selva e Bettina Colombo sono le fondatrici di UnPizzo, giovane realtà nata nel 2014, che rielabora in maniera innovativa l’antica tradizione del pizzo di Cantù. I complementi d’arredo che nascono dallo spirito creativo delle due designer-artigiane vanno dai tappeti ai rivestimenti, dai cesti agli arazzi alle sedute. ©Marco Reggi
Il pizzo di Cantù ha una lunga e affascinante storia: è un merletto realizzato tramite l’intreccio di fili, solitamente in cotone, lino e seta, che vengono avvolti su fuselli; l’intreccio si crea su una base di appoggio, il tombolo, costituita da un cuscino imbottito di paglia di forma cilindrica che viene posto su un cavalletto e mantenuto inclinato tramite un’assicella di legno. Il prodotto che si realizza viene via via fissato al cuscino per mezzo di spilli e in alcuni passaggi sono d’aiuto un uncinetto e una forbice. Il merletto viene costruito seguendo un sottostante disegno tracciato su un cartoncino, detto “la cartina”, e forato, tecnicamente “spuntato”, lungo i contorni del motivo. Si tratta di un’arte molto difficile e delicata, che richiede grande saper fare, gusto, pazienza e manualità sopraffina: un’arte che si apprende da sempre in ambito familiare e si trasmette secondo le regole della tradizione orale e dell’esempio.
Dettaglio del pouf Tramae, nato dalla collaborazione di UnPizzo con B&B Italia. La superficie presenta un singolare dinamismo di materiali e colori che prendono vita grazie a un intreccio esclusivo che rilegge in chiave contemporanea la tradizione della lavorazione dei cesti in vimini. ©Tommaso Sartori
Il pizzo canturino, le cui radici affondano nel lontano 1200, conobbe il suo periodo di maggior splendore verso la metà del 1800 con l’avvento della moda dei veli, degli scialli e di altri particolari di abbigliamento oltre che di arredo. Per le donne della zona la realizzazione dei pizzi rappresentava una valida alternativa al duro lavoro delle campagne e assicurava buone entrate al bilancio familiare. Per questo l’attività si diffonde ampiamente sul territorio, dando vita a una straordinaria rete di eccellenza tutta al femminile, la cui tradizione è tramandata di madre in figlia.
Poltroncina Mini Tombolo, design Piero Lissoni e UnPizzo per Living Divani. La poltroncina Cafè, progettata da Piero Lissoni nel 1999, si trasforma con un nuovo originale rivestimento dello studio UnPizzo, progettato ispirandosi ai tradizionali punti del pizzo di Cantù realizzati a mano con tombolo e fuselli. Foto Courtesy UnPizzo.
Nel 1900 il disegno del pizzo canturino si diffonde anche a livello internazionale, ma intorno agli anni cinquanta il mercato non registra più una grande richiesta. A partire dalla fine degli anni ottanta tuttavia si ridesta l’attenzione verso questa antica arte e vengono aperte numerose scuole di merletto per iniziativa di merlettaie professioniste e amatoriali, a dimostrazione dell’esigenza di una ricerca artistica autonoma per il recupero della tradizione. Vengono inoltre organizzate manifestazioni a carattere internazionale, come la “Biennale del Merletto di Cantù”, la cui prima edizione si è svolta nel 1993, che rappresenta un appuntamento molto importante e prestigioso. La Biennale nasce per iniziativa dell’attivissimo Comitato per la Promozione del Merletto, per tenere viva la memoria storica di quest’arte, per tramandarla al futuro, e insieme trovare nuovi spazi di applicazione rinnovandone i decori e l’uso, pur mantenendo l’elevata qualità esecutiva.
Poltrona Tombolo, design Piero Lissoni e UnPizzo per Living Divani. La seduta, disponibile sia per interni sia per esterni, ha una connotazione che riprende i punti della tradizione del merletto, il mezzopunto e il punto tela con torsioni annesse, rinnovati in chiave contemporanea. Foto Courtesy UnPizzo
L’attenzione al rinnovamento dell’aspetto progettuale del merletto è un’esigenza da tempo fortemente sentita dalla comunità canturina. Molti i nomi di designer illustri che si sono cimentati in quest’ambito, mettendo i loro progetti nelle “mani d’oro” delle più importanti maestre merlettaie canturine per realizzare pizzi d’autore di grande fascino: da Alessandro Mendini a Ugo La Pietra, da Luca Scacchetti a Patricia Urquiola a Piero Lissoni.
Negli ultimi anni si sono sviluppate sempre più spesso forme di collaborazione fra l’ambito del merletto e quello del design. Agnese e Bettina ne sono una testimonianza particolarmente originale e innovativa, con l’apertura del loro laboratorio di artigianato tessile dove sviluppano e realizzano le loro creazioni rivedendo e correggendo l’arte del pizzo di Cantù con l’obiettivo di valorizzarlo e ripensarlo, conservandone però alcune caratteristiche. La base del loro progetto è quella di portare il pizzo nell’arredo contemporaneo rendendolo utilizzabile, cioè trasformandolo in un oggetto che non sia solo decorativo ma anche funzionale.
Texture del pouf Tramae, complemento d’arredo completamente disassemblabile. Alla fine del suo ciclo di vita ogni singolo elemento che lo compone si può separare e smaltire seguendo il percorso più adatto a ogni materiale. ©Tommaso Sartori
La prima realizzazione è partita dal disegno di un antico centrino che è stato ingigantito e trasformato in un tappeto. Il materiale non poteva essere un filo da cucito: le due designer-artigiane hanno scelto un cordone adatto a essere calpestato e che permettesse di produrre una sorta di pizzo gigante, con un diametro di due metri e in tempistiche fattibili.
Praticamente tutto è stato portato fuori scala e ingrandito: strumenti, metodo progettuale (tramite le cartine ovvero i disegni), modo di intrecciare tramite i fuselli, i punti tradizionali, nel rispetto della tradizione. Tutte le fasi di lavorazione sono manuali tranne la produzione del cordone che viene creato delle dimensioni volute grazie a un apposito macchinario.
Nell’atelier di UnPizzo vengono realizzati complementi d’arredo come tappeti, rivestimenti, tende, cesti, arazzi e sedute. Oltre alle loro creazioni, Agnese e Bettina personalizzano o rivisitano vecchie sedie o elementi d’arredo che hanno bisogno di una nuova veste. Un’idea vincente che ha trovato subito dei sostenitori importanti anche tra le grandi imprese del design, tra cui Living Divani e B&B Italia.
Le due designer hanno adottato una cifra stilistica di valorizzazione del merletto brianzolo ben riconoscibile: la pratica dell’ingrandimento e la costruzione di volumi fuori scala sono il risultato di un approccio progettuale votato a un’estetica e funzionalità contemporanee. ©Marco Reggi
Attualmente il laboratorio collabora con diverse aziende, designer, architetti, al fine di progettare nuovi prodotti e sviluppare prototipi. Allo studio di UnPizzo anche un’innovativa tecnica che vuole recuperare il lavoro artigianale dell’intreccio del vimini, che le due vulcaniche creatrici presenteranno al Salone del Mobile 2021 insieme a B&B Italia.
Sempre per il Salone, nell’ambito dell’annuale esposizione « Doppia Firma », Agnese e Bettina presenteranno un’inedita installazione su progetto del talentuoso designer tedesco Sebastian Herkner: un incontro particolarmente felice, quello tra il designer e l’atelier canturino, che ha dato vita a un’installazione di intensa poesia, dove si fondono magicamente sapienza antica e sensibilità contemporanea.
Il tavolo di lavoro mostra la nascita di Giganta, primo merletto realizzato al tombolo con cordoni e fuselli giganti. Ispirato a un tipico centrino decorativo, caratterizzato dalla forma a biscetta, sitrasforma in un arazzo o un tappeto da toccare, calpestare, usare, senza perdere l’unicità del “fatto a mano”. ©Manuel Cacciatori
Ragionando dunque con libertà creativa sulla forma e l’utilizzo comune del tipico centrino, archetipo di una storica tradizione tutta al femminile, per valorizzarlo e ripensarlo, le due artigiane e creative hanno trovato una convincente risposta nella pratica dell’ingrandimento, sperimentando un diverso approccio progettuale per un’estetica e una funzionalità contemporanea, spesso venata di ironia e spirito ludico. La tecnica antica del pizzo di Cantù, accostata a una moderna concezione di design, trova così una nuova, sorprendente veste.