L’edizione numero 101 della più importante fiera di settore dedicata all’orologeria, riveduta & corretta nella formula così come nei tempi, è andata in scena dal 22 al 27 marzo. In un’atmosfera di soddisfazione mista a lecita preoccupazione.
Un’edizione di riflessione. Probabilmente di transizione. Sicuramente di evoluzione. Potrebbe essere definita così, con doveroso e diplomatico savoir faire, Baselworld, ovvero il “place to be” degli amanti della bella orologeria (siano essi marchi, operatori del settore, giornalisti, collezionisti, appassionati, semplici curiosi) che ha chiuso ufficialmente i battenti lo scorso martedì 27 marzo.
Con un paio di giorni di anticipo rispetto al solito. Una delle più importanti novità del format previsto per questo 2018, che si è contraddistinto inoltre per un numero di espositori più esiguo del solito. Riflesso, questo, delle turbolenze che hanno agitato il settore nei due anni passati (il dato relativo alle esportazioni svizzere di gennaio/febbraio 2018 rilasciato dalla Fédération de l’Industrie Horlogère Suisse fa però ben sperare: +12,8% sul medesimo bimestre 2017). Il cui effetto continua inevitabilmente a farsi sentire.
Un numero di visitatori pressoché invariato nonostante la formula rivisitata e manifestazioni di grande soddisfazione da parte dei marchi intervenuti. Questo l’esito (ufficiale) di Baselworld 2018 a una settimana di distanza dalla chiusura dell’evento.
Nessun allarmismo, figuriamoci panico, ma una buona dose di preoccupazione, quella sì, è più che giustificata. Perché nonostante il battage di rassicurazioni dispensato dalla fiera (e partito come un mantra con largo anticipo sull’apertura ufficiale dell’edizione numero 101), nonostante la strenua presenza delle realtà orologiere di prim’ordine, nonostante i confortanti dati (comunicati) relativi all’afflusso finale di visitatori, qualche lecito cruccio rimane. Perché, a sensazione, il pubblico non è sembrato in realtà così numeroso quanto gli anni precedenti, e soprattutto perché un dato inconfutabile come quello relativo al 50% in meno di espositori intervenuti in questo 2018 (circa 650 totali tra orologeria e gioielleria contro i 1.300 delle ultime edizioni), pur con uno sforzo di ottimismo, non può certo essere letto come un segnale rassicurante.
Il Re è morto, lunga vita al Re. Locuzione che oggi sembra calzare a pennello alla fiera dell’orologeria di Basilea. Che non ha abdicato a favore di un successore, ma che ha dovuto gioco forza riorganizzarsi, o cercare di farlo, per non perdere lo scettro di kermesse più importante di settore. Il cui regno è però marcato da “confini” incerti e soprattutto mutevoli di anno con anno. Perché paradossalmente, a decidere il destino della manifestazione, non è tanto la rassegna stessa quanto alcuni dei marchi o dei grandi gruppi che da sempre l’hanno nobilitata con la loro presenza. Su tutti, Rolex, Patek Philippe e Swatch Group. Le cui strategie future in merito (il rinnovo o meno degli spazi espositivi) finiranno per pesare enormemente sul futuro di Baselworld.
I marchi più importanti del panorama orologiero hanno risposto presente a Baselworld 2018: da Rolex a Patek Philippe fino ai grandi gruppi impegnati nel comparto delle lancette di alta gamma. Su tutti Swatch Group e LVMH.
Intanto, come detto, c’è già chi da Baselworld in questi anni se n’è andato, lasciando un vuoto (in senso fisico prima ancora che metaforico dal momento che, per l’edizione 2018, l’intero secondo piano dell’edificio principale – il cui ampliamento completato nel 2013 è costato 430 milioni di Chf – oltre che la Hall 4 e 5 sono rimasti chiusi). Per passare al SIHH di Ginevra, come Girard-Perregaux, Ulysse Nardin e quest’anno Hermès, o per intraprendere strade alternative alla fiera stessa, strategia adottata da Timex Group nel 2017 e, quest’anno, da Eberhard & Co, Locman, dal Gruppo Festina – in rappresentanza dei brand Festina, Jaguar, Lotus, Candino, Calypso – da Ebel, Perrelet, LeRoy, Dior, Cuervo y Sobrinos e U-Boat. Giusto per stare sui nomi più in vista.
La prossima edizione di Baselworld è già in programma e si terrà dal 21 al 26 marzo 2019. Sarà un appuntamento più aperto al cambiamento, contemporaneo e votato alla multimedialità. Sempre forte dell’appoggio del Gotha dell’orologeria svizzera e mondiale.
Al netto degli effetti negativi portati dalla recessione e da un cambio nelle politiche aziendali di alcuni marchi che non vedono più in una fiera un appuntamento imprescindibile per farsi vedere e raccogliere ordini, Baselworld ha però come sempre dispensato a piene mani nuovi modelli e, con essi, stili e tendenze, che terranno banco per tutto l’anno in corso e non solo. Novità che naturalmente non mancheremo di andare ad approfondire settimanalmente nelle pagine di The Ducker.
Vuoi scoprire considerazioni e anticipazioni sulle edizioni 2019 di Baselworld e SIHH? Leggi l’articolo completo di Diego Tamone: “SIHH 2019 & BASELWORLD 2019 – PREVISIONI DEL TEMPO“.