Nonostante le due fiere di settore targate 2018 siano ormai abbondantemente alle spalle, a fari spenti, si continua a lavorare. Perché un evento globale di primaria importanza come un Salone non si improvvisa in un pugno di giorni. A seguire, anticipazioni e considerazioni sulle edizioni del SIHH 2019 e di Baselworld 2019.
Il SIHH2019, il Salon International de la Haute Horlogerie di Ginevra, si terrà dal 14 al 17 gennaio prossimi. Baselworld2019, il World Watch and Jewellery Show, è in programma invece due mesi più tardi, dal 21 al 26 marzo.
Una volta spenti i riflettori sull’edizione 2018 delle due più importanti fiere di settore Baselworld e SIHH, dopo un breve periodo di doveroso stacco fisiologico e psicologico, la macchina organizzativa dei saloni dell’orologeria si è subito rimessa in moto.
Sull’onda di sentimenti diametralmente contrastanti. Perché almeno a sensazione – impressione peraltro supportata dagli ultimi fatti di cronaca – se la kermesse ginevrina sembra aver trovato nelle ultime due stagioni una soddisfacente quadratura del cerchio, lo stesso non si può purtroppo dire per la controparte residente in quel di Basel (leggi qui le nostre considerazioni post evento).
Stesso comparto, insomma, per la fiera di Basilea ed il Salon Genève, ma strategie e relativi feedback differenti. Evidenza che sta portando SIHH 2019 e Baselworld 2019 a muoversi lungo direttive non certo parallele.
SIHH 2019, novità orologiere e non solo…
Chi sembra essere decisamente “in fiducia” è senza dubbio il Salon International de la Haute Horlogerie di Ginevra, evento presidiato dal Gruppo Richemont al gran completo e nobilitato dalla presenza di importanti player indipendenti dell’industria delle lancette, Audemars Piguet e Richard Mille su tutti.
Appuntamento in crescita costante, il SIHH, che anche nel 2019 vedrà il suo line-up arricchirsi ulteriormente con l’arrivo tra le grandi marche di Bovet. New entry storica, destinata a giocare la sua parte all’interno di un bouquet ben equilibrato composto da 18 maison consolidate (indipendenti o appartenenti a grandi Gruppi) e da 17 realtà piccole ma di estremo valore parte del Carré des Horlogers.
Salone che, a fronte di un padrone di casa in più, vedrà però il suo programma concentrarsi su quattro giorni in luogo degli abituali cinque, ma con orari di ingresso dilatati dalle 8.30 della mattina alle 8 di sera. Segno che, quella della razionalizzazione di tempi e costi, è una problematica oggi ben avvertita anche da chi ostenta successo e solidità.
Fiera di Basilea 2019, un progetto in costante evoluzione.
Chi, al momento attuale, fatica e non poco è invece Baselworld. Dopo anni di dominio incontrastato la fiera dell’orologeria di Basilea, per problematiche varie legate anche a scelte da parte dell’organizzazione risultate poco lungimiranti e attente alle esigenze dei marchi, sembra essere in preoccupante parabola discendente.
A poco è valsa la riduzione dei giorni di apertura sperimentata per la prima volta quest’anno. L’emorragia di realtà orologiere continua e chi resta, al momento, sembra farlo più che altro per sfruttare il traino dalla presenza in loco dei grandi pesi massimi del settore o perché legato da onerosi contratti pluriennali di affitto degli spazi espositivi (Breitling a tal proposito, dopo indiscrezioni che ne davano quasi certa l’uscita di scena, ha confermato la presenza anche per l’edizione 2019).
Nonostante i rassicuranti comunicati all’insegna dell’ottimismo realizzati ad hoc post-evento, un mese esatto fa l’ente fiera di Baselworld ha deciso di provare a svoltare attuando un cambio a livello del management. Con l’uscita di scena di Sylvie Ritter, da 15 anni Managing Director della kermesse.
Nessuna rivoluzione, quindi, da una parte e dall’altra per SIHH e Baselworld. Almeno per il momento.
Ma la situazione è in costante divenire e fare previsioni è come pronosticare con largo anticipo scenari macro-economici, difficile se non impossibile. Sia Ginevra e sia Basilea dispongono infatti di sedi espositive di grande respiro, tecnicamente pronte e soprattutto ben predisposte ad un futuro allargamento del parterre dei marchi espositori.
Ma, come detto, optare per Basilea significa oggi essere pronti ad accollarsi costi notevoli e un format considerato da molti non più attuale, mentre approdare a Ginevra implica il fatto di accettare uno show con ingresso ad invito (anche per gli addetti ai lavori) rinunciando implicitamente al grande passaggio del pubblico, ovvero, per una fiera di settore tanto specifica come quella dell’orologeria, del consumatore finale.
Una soluzione per diminuire i costi “logistici” di distributori, concessionari ed appassionati delle novità orologiere?
Avvicinare temporalmente le due fiere, proprio come avveniva un tempo, per consentire ai visitatori, di qualsiasi natura essi siano, di recarsi in Svizzera una sola volta all’anno.
Gli alti costi di partecipazione sembrano essere insomma il disincentivo principale per buona parte delle realtà coinvolte. Tanto che, da un paio d’anni a questa parte, ha preso corpo anche una sorta di terzo partito, in grado di raccogliere giorno dopo giorno adesioni sempre più numerose. Quello dei marchi decisi a fare a meno delle fiere di settore. Pronti a sposare la formula di eventi dedicati, dinamici, itineranti e per questo pensati in maniera tailor-made per i mercati mondiali di maggior interesse. In cui poter avere tutti i riflettori puntati addosso, a fronte di un investimento infinitamente inferiore.