Il nuovo e avveniristico Hublot Techframe nasce per celebrare in grande stile i 70 anni della “Rossa” di Maranello, ma è l’erede di una collezione dedicata che affonda le sue radici in un accordo siglato il 5 novembre 2011 tra Jean-Claude Biver, Presidente di Hublot, e Luca Cordero di Montezemolo, al tempo a capo di Ferrari.
Se per gioco prendessimo i nomi delle case orologiere più blasonate, quelli delle factory automobilistiche più affermate, e tirassimo delle righe tra loro, potremmo facilmente constatare come auto e orologi siano due mondi che, seppur distanti, sono destinati inevitabilmente ad attrarsi come magneti.
Ognuno in costante caccia dell’altro. Le partnership tra le due realtà, insomma, non mancano e non sono mai mancate. A Jean-Claude Biver, cinque anni e mezzo fa, è bastata però una semplice stretta di mano per assicurarsi quella più ambita. Con Ferrari. Un’alleanza che ha dato vita a numerose serie speciali su base Big Bang, ma anche a modelli “fuoriserie”. Come l’MP-05 LaFerrari e, oggi, il Techframe.
Hublot ha pensato alla progettazione e alla realizzazione del movimento. Ferrari al design della cassa, che non a caso ricorda il telaio delle sue supersportive. Assemblati assieme prendono la forma di un orologio unico, per stile e soluzioni avveniristiche.
Doveva essere diverso così come diverso era stato lo sbalorditivo (per tecnica ed estetica) “La Ferrari”. Così ancora una volta Hublot si è rivolta a colui che quell’orologio (e quella macchina) lo aveva disegnato distogliendosi per qualche tempo dai tavoli di progettazione di Maranello: Flavio Manzoni, una laurea in architettura con specializzazione in disegno industriale e una spiccata predisposizione per creare auto da sogno. E basta guardare il nuovo Techframe Ferrari 70 Years Tourbillon Chronograph per capire come le aspettative, in Hublot, ancora una volta non siano state disattese.
Perché il Techframe è un concentrato di tecnica orologiera e stilemi automobilistici.
Ma a dare libero sfogo alla creatività non è stato solo Manzoni. Anche in Hublot infatti non si sono certo tirati indietro e hanno voluto sviluppare un calibro ad hoc che rispecchiasse l’essenza modernista dell’oggetto. Due in particolare le soluzioni scenografiche adottate. La prima è stata quella di incassare il movimento ruotato di 30° (in senso orario) rispetto alla sua collocazione tradizionale. Questo ha consentito di muovere gli elementi, portando il monopulsante cronografico a ore 3, la corona di carica a ore 4 e, di conseguenza, il tourbillon alle 7. Tourbillon, e qui arriva il secondo colpo di genio, assicurato a un sottile cristallo zaffiro nella parte anteriore. Che funge da ponte invisibile dando l’impressione di una soluzione “volante”.
L’Hublot Techframe Ferrari 70 Years Tourbillon Chronograph è realizzato con una struttura modulare composta da tre componenti: scheletro intermedio, modulo interno e fondello. Uno schema che, come il Big Bang insegna, si presta a infinite declinazioni sul tema.
I rimandi al Cavallino sono minimi (una scritta sul quadrante, un logo sulla corona di carica e nulla più) perché l’Hublot Techframe Ferrari 70 Years Tourbillon Chronograph vuole essere prima di tutto un orologio da collezione apprezzato per la sua meccanica da alta orologeria e per gli avanzati materiali con cui è stato costruito. Materiali fuori dall’ordinario che hanno da sempre contraddistinto la produzione di Hublot al pari del titanio, del tantalio, dello zirconio o, parlando di metalli nobili, del King Gold e il Magic Gold. Resistenti, leggeri, inscalfibili, frutto del know how del reparto specializzato in metallurgia interno all’azienda con sede a Nyon.
Hublot ha deciso di realizzare il Techframe in tre versioni dal carattere distintivo. A differenziarle, il materiale della cassa: titanio, King Gold o PEEK Carbon. Ognuna di esse verrà prodotta in edizione limitata a 70 esemplari in omaggio ai 70 anni di Ferrari.
Per muovere il suo Techframe Hublot ha pensato di utilizzare un motore (mai termine è stato più indicato) d’eccezione.
Un calibro a carica manuale (253 componenti, 21.600 alternanze/ora, 115 ore di riserva di carica assicurate da un unico bariletto) realizzato in casa con tourbillon a un minuto e cronografo con ruota a colonne in cui nulla è stato lasciato al caso. A partire dalle superfici trattate con rutenio antracite, le componenti scheletrate o la platina di base la cui silhouette ricorda il fondo scocca di una vettura, ma allo stesso tempo richiama il nome del marchio orologiero di Nyon assumendo una sofisticata forma ad “H”.