Nel 2020 il J12 sceglie di vestirsi dei due colori simbolo della Maison, e per la prima volta il bianco e nero di due casse in ceramica si uniscono, senza mai confondersi, in quella che può essere considerata un’autentica sfida tecnica: Chanel J12 Paradoxe.
Chanel J12 Paradoxe – Ref. H6515 – Cassa in ceramica ad alta resistenza bianca e nera di 38 mm di diametro – quadrante laccato bianco e nero. Calibro di Manifattura Chanel 12.1, carica automatica. Certificato di cronometro COSC. Funzioni: ore, minuti, secondi, data. Riserva di carica: 70 ore. Bracciale in ceramica ad alta resistenza bianca. Fondello in vetro zaffiro. Impermeabile fino a 5 bar (50 metri). Prezzo al pubblico: 7.900 euro.
Insieme al beige, al rosso e all’oro, sono il bianco e il nero i colori prediletti da Coco Chanel, che era solita accostare tra loro pochi toni base per ottenere un risultato sorprendentemente unico. Una preferenza trasferita all’universo moda della storica Maison, ed ereditata infine dall’orologeria Chanel, dove le due gradazioni cromatiche sono da sempre in primo piano. Come accade con la collezione J12, introdotta sul mercato nell’anno 2000, in cui cassa e bracciale in ceramica ad alta resistenza sono stati dapprima proposti in una versione nera intensa e misteriosa, e, tre anni più tardi, nel 2003, nell’immancabile bianco totale che cattura ed esalta la luce.
“Ho imposto il nero. E il nero regna ancora, perché nulla può batterlo” (Coco Chanel).
Il Calibro 12.1, movimento meccanico di Manifattura realizzato da Kenissi e dal 2019 adottato nel modello J12, a vista attraverso il fondello in vetro zaffiro. Tra le finiture, estremamente moderne, la massa oscillante in tungsteno, i ponti satinati e gli angoli lucidati al diamante.
Bianco o nero, ma mai, fino a oggi, si era visto un “bianco e nero” utilizzato assieme in un solo orologio, ed invece è proprio quel mix audace e coraggioso che la Casa parigina ha finalmente deciso di osare nel 2020, in corrispondenza del ventennale del J12, realizzando quello che in un certo senso è un vero e proprio paradosso estetico, tale anche nel nome: l’orologio J12 Paradoxe. I due toni amati da Gabrielle Chanel vengono accostati ma non fusi assieme, formando un tutt’uno compatto ed esteticamente armonioso, dove ciascuna
delle parti continua a mantenere la propria, fortissima, individualità.
L’abbinamento tra il bianco e il nero proposto dal J12 Paradoxe si ripete costantemente nella produzione della Maison, come accade per la confezione del profumo Chanel N°5 o nella celebre doppia firma della Casa, quella C intrecciata che spicca su un fondo in cui si alternano, di volta in volta, le due tonalità.
Il taglio delle due porzioni di cassa, bianca e nera, richiede un’attenzione massima e speciali strumenti per evitare eventuali scheggiature o rotture della ceramica. La fresa assicura una precisione millimetrica.
L’una tonalità non può esistere senza l’altra, ed ecco perché nel J12 Paradoxe questo accordo diventa il motivo stilistico fondante del segnatempo, interpretato, però, in maniera inusuale. L’unione del bianco con il nero impone una nuova visione sia in termini di estetica, sia, com’è facile immaginare, sotto il profilo della tecnica e delle abilità necessarie per ottenere un risultato di totale coesione delle due diverse porzioni di cassa. Chanel J12 Paradoxe rompe tutti gli schemi in fatto di creatività delineando un look stravagante ed eccentrico dove anche quello che potrebbe sembrare un semplice abbinamento di colori viene in realtà prospettato in maniera del tutto imprevedibile. Non solo si uniscono due pezzi di cassa fino a farne risultare una sola, ma volutamente, e in modo “irrispettoso”, la possibile simmetria cede il passo a un mix in cui i due terzi sono composti da ceramica bianca, e il restante terzo da ceramica nera, per un effetto finale allo stesso tempo sorprendente e trasgressivo. Una composizione fortemente grafica e un design bicolore che è la vera firma della Maison Chanel.
L’originale risultato estetico del J12 Paradoxe non deve trarre in inganno. Alla base del progetto c’è un’idea creativa che ha richiesto una sfida tecnica importante e lavorazioni d’eccezione eseguite grazie all’ausilio di strumenti appositamente realizzati per l’occasione.
Le operazioni di separazione delle porzioni utili devono essere eseguite alla perfezione per consentire di riunire, in un’unica cassa, le due parti in ceramica bianca e nera.
Se a colpire è innanzitutto l’incredibile exploit creativo offerto dal J12 Paradoxe, non possiamo ignorare il fatto che l’orologio si presenta in realtà come un concentrato di tecnica e come una sfida in termini di complessità progettuale. Per ottenere un risultato così perfetto dal punto di vista della compattezza e dell’armonia estetica della cassa, e per assicurare un grado d’impermeabilità fino a 50 metri (5 bar), si è dovuto infatti procedere con estrema cautela utilizzando una serie di strumenti specifici per quella che, a tutti gli effetti, può considerarsi l’operazione più complicata nella produzione di un J12 Paradoxe: il taglio della ceramica. L’assemblaggio delle due diverse casse richiede che queste vengano preliminarmente tagliate in maniera millimetrica, cercando di evitare il pericolo più grande per un materiale estremamente duro, vale a dire che si possa scheggiare o rompere in pezzi.
L’anello in acciaio entro il quale verranno alloggiate le due porzioni in ceramica, per poi essere assemblate assieme.
Dopo che con una fresa si sono ottenute le diverse componenti si procede al loro assemblaggio inserendole in uno specifico alloggiamento cilindrico, una sorta di “morsa” che stringe e compatta i due elementi. L’operazione di serraggio continua con l’inserimento di 4 viti sul fondello per poi proseguire con il consueto montaggio del vetro zaffiro e del movimento. Al termine delle delicate fasi di compattamento delle porzioni ceramiche, il risultato è quello di una cassa di 38 millimetri di diametro assolutamente solida, in pieno stile J12. L’unica differenza è che, quando la si osserva di fronte non si ha alcuna percezione della separazione tra le due parti, mentre il profilo mostra una minuscola diversità in altezza, appena percettibile.
Le due parti vengono strettamente connesse tra loro. Successivamente si procederà al posizionamento del vetro zaffiro a vista sul movimento.
In un orologio straordinario come il J12 Paradoxe la complessità costruttiva non riguarda solo la cassa, ma si estende inevitabilmente alle altre componenti, a partire dal quadrante, che riproduce la stessa “divisione” in verticale della cassa, ottenuta, in questo caso, effettuando in più fasi le diverse operazioni di laccatura. Dapprima si stende la lacca bianca sull’intera superficie, e dopo si procede a dare il nero, nella sola porzione di destra, dove vengono ulteriormente dipinte in bianco sia la cifra araba al 3 che i piccoli indici. Anche la lunetta, realizzata in un unico pezzo di vetro zaffiro, presenta un design bicolore bianco/nero ottenuto grazie alla tecnica della tampografia, con uno strumento specifico che stende il colore tramite una serie di pressioni sulla superficie: dapprima il nero, più coprente, e dopo il bianco, evitando così eventuali sbavature. Bianco è anche il bracciale del J12 Paradoxe, l’unico elemento sul quale non sono intervenuti cambiamenti rispetto al J12 tradizionale, come quello composto da tre file di maglie in ceramica ad alta resistenza e serrato da una tripla fibbia déployante in acciaio.
Il J12 Paradoxe non si schiera dalla parte del bianco o del nero, ma sceglie di vestirsi di entrambi i colori, in un chiaroscuro grafico in cui si fondono le diverse anime Chanel.
Quattro viti agli angoli serrano la cassa, la cui impermeabilità è garantita fino a 50 metri (5 bar).
Infine, riguardo la tecnica, il segnatempo si affida al Calibro 12.1 di Manifattura, meccanico a carica automatica, con indicazione della data e certificazione cronometrica rilasciata dal COSC. Realizzato da Kenissi, partner strategico per Chanel, ha 191 componenti, 28 rubini, 28.800 alternanze orarie, un’autonomia di marcia pari a 70 ore garantita da un singolo bariletto, bilanciere a inerzia variabile con sistema antiurto, massa oscillante in tungsteno, ponti con finitura satinata e angoli lucidati al diamante.