Aveva iniziato l’anno scorso con il Watch Essentials Course e quest’anno The Ducker magazine ha ripetuto l’esperienza con l’Academy della Fondation de la Haute Horlogerie per approfondire uno dei temi più avvincenti dell’alta orologeria: il cronografo.
Avete mai pensato di tornare sui banchi di scuola, anche solo per un giorno? È un’esperienza unica. Da un lato ci pone in un atteggiamento di ascolto, un’attitudine preziosa oggi spesso trascurata a causa della frenesia contemporanea, dall’altra ci induce a fermarsi a riflettere ed approfondire. Nel nostro caso, il gruppo di “valori esploratori” della Meccanica del Tempo che l’anno scorso si era incontrato per sostenere il primo corso e successivo esame indetto dalla Fondazione dell’Alta Orologeria, ha dimostrato anche quest’anno quanto sia importante raggiungere una maggiore razionalità per comprendere la propria passione, ampliando non solo la conoscenza di un universo in continua evoluzione, ma concretizzando la propria consapevolezza.
Il corso di secondo livello FHH – Crono Class – tenuto dal Professor Ugo Pancani, docente della FHH Academy, è stato organizzato a Firenze dal Club Panerai (dal 01 maggio 2000 il primo sito web non ufficiale dedicato agli orologi Panerai) fondato dal Dott. Piero la Piana, grazie alla collaborazione della Fondation de la Haute Horlogerie.
Il cronografo. La complicazione più diffusa, ma non per questo così semplice
Quando nel linguaggio comune parliamo di complicazione siamo abituati ad attribuire a questa definizione una valenza di impedimento o imprevisto, una connotazione insomma che porta con sé una certa tortuosità. Non è così in seno all’orologeria dove questo termine racconta invece un valore aggiunto del nostro segnatempo: qualsiasi funzione diversa dall’indicazione di ore, minuti e secondi a prescindere se il meccanismo sia caricato a mano o in automatico, se sia meccanico o elettronico, nonché dall’altezza del movimento. Una sfida insomma, progettata e realizzata per fornire un servizio maggiore e rispondere ad una esigenza specifica del cliente. Una conquista iniziata già tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 e che, per questa sua origine così antica, spiega l’immensa bellezza della ricerca tecnologica all’interno della Meccanica del Tempo.
A ben guardare infatti l’uomo nel corso della storia si è espresso nelle realizzazione di complicazioni orologiere prima di altri ambiti della meccanica. E anzi, potremmo dire di più. Le complicazioni sono spesso venute in aiuto nell’ambito dei progressi sociali, nel settore del trasporto (navale, ferroviario, aereo), come in quello bellico e medico, per sfociare poi in una dimensione “ludica” come quello sportiva, portando anche lì la prerogativa della precisione. Il cronografo, più di altre complicazioni, possiede questa inestimabile caratteristica.
ROLEX – OYSTER PERPETUAL – COSMOGRAPH DAYTONA – Calibro 4130, Manifattura Rolex - Movimento cronografo meccanico con ruota a colonne e innesto verticale • Carica automatica bidirezionale con rotore Perpetual.
Il cronografo e l’uomo – Una simbiosi perfetta
L’1 Settembre 1821 l’orologiaio reale Nicolas Mathieu Rieussec usò un dispositivo di sua invenzione per prendere il tempo ad una corsa di cavalli lungo Champ de Mars a Parigi. Lo strumento, antesignano dei nostri attuali cronografi, depositava una goccia di inchiostro su un quadrante in smalto all’inizio ed alla fine di ciascun intervallo misurato. Da questo primo “gesto” di scrittura dei secondi, brevettato nel 1922, deriva il nome della bella complicazione che usiamo ancora ai nostri giorni, sicuramente la più dinamica tra tutte quelle comparse nell’orologeria e non solo, artefice di una relazione diretta, vivace e semplice tra l’uomo ed il suo segnatempo. Un rapporto “senza filtri”, così naturale che è rimasto a fianco dell’umanità fino ad oggi, e che piace moltissimo nell’era contemporanea proprio in virtù del suo vitalità schietta e genuina.
Tanti protagonisti nell’universo del cronografo da uomo
Proprio come esistono tanti tipi di uomo, ognuno con il proprio temperamento e la propria personalità, anche in grembo a questa complicazione sono stati concepiti numerosi protagonisti dai tratti distintivi molto diversi.
Il primo il cronografo mono-pulsante nasce nel 1862 grazie al genio di Nicole & Capt che presenta alla World’s Fair di Londra un cronografo con azzeramento in cui le tre funzioni di un cronografo moderno (avvio, arresto ed azzeramento) sono attivate da un unico pulsante. Ma è l’audacia visionaria della Maison Cartier, regina della forma, a concepire nel 1929, la prima variante che prevede il pulsante incorporato nella stessa corona. Il Tortue de Cartier è divenuto infatti un’icona.
Il mono-pulsante resta tutt’oggi il cronografo più legato alla tradizione, ma ovviamente circoscritto nella sua classicità ad un ordine di funzioni ben preciso: start, stop, reset.
Occorre attendere il 1933 per giungere ad una versione più pratica, divenuta oggi la più comune, quando Breitling introduce il secondo pulsante per arrestare e riavviare il cronografo senza dover dapprima azzerarlo. Si regala così al cliente l’opportunità di decidere quale tra le due sequenze richiedere ed utilizzare sul proprio cronografo. Anche in questo caso il genio delle manifatture svizzere ha creato nel corso del tempo alcune variazioni di forma da lasciare senza fiato come per esempio il modello l’AMVOX2 Grand Chronograph di Jaeger Le-Coultre in cui il cronografo si aziona premendo soltanto il vetro zaffiro che protegge il quadrante e i due pulsanti sono completamente scomparsi!
A. LANGE & SÖHNE – TRIPLE SPLIT – Ref. 424.038F – Il primo cronografo meccanico al mondo con lancetta rattrapante che permette cronometraggi comparativi su più ore. Una lancetta rattrapante per i totalizzatori dei minuti e una delle ore consente di cronometrare tempi intermedi e di riferimento per una durata di dodici ore.
Il cronografo per mano alle evoluzioni dell’era moderna
Di pari passo alle esigenze evolutive della nostra società nel 1936 è invece Longines a realizzare i primi cronografi Flyback. Lo scopo è fondamentale: i piloti di aerei ed elicotteri possono così localizzare la propria posizione basandosi su variabili come velocità, tempo di volo ed angoli di cambio di direzione. Con quel modello nasce una nuova intuizione: quella di inserire un compito supplementare a questa complicazione, già così utile nell’era modera. Una finalità che è stata poi raggiunta da altre invenzioni, oggi indispensabili nello sport, come la misurazione dei tempi intermedi e l’obbiettivo di cronometrare più concorrenti durante una gara. Mansioni splendidamente assolte dal cronografo rattrapante, un meccanismo sofisticato che in termini di complessità equivale al tourbillon e alla ripetizione minuti.
Per non parlare poi del cronografo Foudroyante o a secondi saltanti. Il primo antenato fece la sua apparizione nel lontano 1767. La lancetta dei secondi, azionata da un meccanismo separato, compiva un giro completo del contatore in un secondo durante il quale si arrestava quattro, cinque o persino otto volte per segnare i quarti, quinti o ottavi di secondo. Il Foudroyante si è evoluto così tanto in campo tecnologico e meccanico, migliorando questa sua funzione, che oggi alcuni esemplari indicano i centesimi e addirittura i millesimi di secondo. Come a dire quanto il legame tra l’uomo ed il cronografo sia dinamico e scattante ma assolutamente profondo.
Il cronografo e la donna
Se per la sua memoria storica e lungo le sue trasformazioni nei secoli il cronografo è spesso stato determinante in attività prettamente maschili, oggi è entrato a pieno diritto anche nella sfera femminile. Un esempio? È il 2009 quando Patek Philippe presenta il primo calibro cronografico a carica manuale (ruota a colonne ed innesto orizzontale) per polsi femminili, interamente sviluppato e prodotto in house, custodito in una cassa a forma coussin. Quest’anno a Baselworld 2018 abbiamo applaudito alla nuova veste del Lady Chronograph con la Ref. 7150/250R-001, ammirando l’indole dolcemente complicata del cronografo a doppio pulsante (con scala graduata per le pulsazioni) racchiuso nelle sue nuove sembianze: una cassa in oro rosa dalla forma tonda del diametro di 38 mm.
IN APERTURA:
GIRARD-PERREGAUX – Laureato Chronograph – REF. 81020-11-131-11A – Cassa di 42 mm in acciaio, spessore 11,90 mm – Quadrante argentato con motivo “Clous de Paris” – Lancette a “bastone” rivestite di materiale luminescente – Impermeabilità 100 metri (10ATM) – Movimento: Calibro GP03300-0137 Meccanico a carica automatica, diametro 25,95 mm, frequenza (4 Hz), numero di componenti 435, riserva di carica: min. 46 ore – Funzioni: ore, minuti, piccoli secondi, data, cronografo – Bracciale in acciaio, fibbia pieghevole in acciaio.
Leggi qui l’approfondimento su il Laureato Chronograph di Girard-Perregaux.