Continua l’epopea dei Tre Ponti d’oro di Girard-Perregaux che scrive un nuovo capitolo nella storia di “La Esmeralda” con un inedito modello Tourbillon “À secret”.

Nel 1867 la Francia si preparava ad ospitare la seconda Esposizione Universale. La manifestazione rappresentava non solo una chance per sovvertire l’immagine della rivale Gran Bretagna e superarla, ma implicava importanti ragioni etiche e morali. Attraverso il talento, il lavoro e i mestieri di individui diversi per origine, cultura e tradizioni, riuniti insieme allo Champ de Mars, si sarebbe giunti ad una armonia universale. Il tutto sotto l’egida di Parigi. Gli intenti francesi erano tutt’altro che celati, tanto che Victor Hugo li proclamava persino nella “Paris Guide. Par les principaux écrivains et artistes de la France”.
“O France, adieu! Thou art too great to remain merely a fatherland.
No longer a nation, thou shalt be Ubiquity”.“Oh Francia, addio! Sei troppo grande per rimanere semplicemente una patria.
Non sarai più una nazione, sarai Ubiquità”.
Tutto era in divenire, la trasformazione culturale iniziata con la prima edizione del 1855 aveva messo radici. Il progresso tecnologico non avrebbe più avuto confini e ad esserne coinvolte erano tutte le arti, compreso l’universo della “Meccanica del Tempo” che all’Exposition Universelle dette prova di un eccezionale talento avanguardista nella persona di Constant Girard-Perregaux, vincitore di una medaglia d’oro. Conosciuto per la sua passione quasi ossessiva per le complicazioni, l’unico che si era arrischiato nella costruzione del Tourbillon dopo Breguet, lo svizzero aveva spinto le frontiere dell’architettura orologiera fin dove nessuno aveva osato. Il suo Tourbillon sous trois Ponts, un cronometro da tasca, con tre ponti paralleli in nickel, portava la concezione del calibro verso una sfera emotiva diversa, promuovendo il movimento ad elemento fondamentale del suo design.
Se la costruzione del tourbillon con scappamento “a détente” era già motivo di plauso, l’orologiaio lo integrò in un movimento inedito per estetica funzionale ridisegnando completamente i tre ponti (che tengono insieme le componenti indispensabili al movimento) e disponendoli in parallelo.
Mai, fino ad allora, bariletto, ruota e tourbillon erano stati allineati sullo stesso asse centrale e mai i tre ponti erano stati declinati a forma di doppia freccia. Quei nuovi profili che, come un dardo lanciato verso il futuro, menzionavano nella loro sagoma la metamorfosi ed il movimento, si ispiravano certo alla geometria, le cui forme e misure spuntavano qua e là anche nelle dimensioni della vita sociale. In primis proprio a Parigi dove il barone Haussmann ed il suo l’ésprit de géometrie stavano trasformando il volto ma anche la razionalità della capitale. Ancora una volta i valori cardine dello sviluppo culturale risultavano i medesimi fondamenti che vibravano alla base dell’alta orologeria.

Girard-Perregaux e “La Esmeralda”. La nascita di una icona.
L’esemplare presentato a Parigi da Constant Girard-Perregaux esaltava a tal punto estetica, architettura e funzionalità da risultare davvero pioneristico e, come spesso accade con le invenzioni geniali, la sua comprensione da parte del pubblico necessitava di tempo per essere metabolizzata e condivisa.
Fu infatti nel 1889, durante la quarta edizione dell’Esposizione Universale, dedicata al centenario della rivoluzione francese, che il nuovo modello di Tourbillon sous trois Ponts d’or, un cronometro da tasca tourbillon, con tre ponti paralleli forgiati in oro, venne finalmente consacrato alla storia, confermandosi un’opera avant-garde e vincendo una successiva medaglia d’oro. Perfettamente in linea con lo spirito del suo tempo, l’orologio si dichiarava rivoluzionario quanto clamoroso era il simbolo della Exposition Tricolorée, la Tour Eiffel, che sopra i cieli di Parigi cantava la propria vittoria: l’estetica dell’ingegneria di pari passo con il trionfo del ferro sulla pietra.
Girard-Perregaux – Esmeralda Tourbillon “À secret”
Il segnatempo, soprannominato “La Esmeralda”, è divenuto l’emblema del marchio che l’aveva progettato e realizzato per la prima volta e col passare del tempo ha preso le sembianze di vera e propria icona orologiera, una entità che è in grado di seguire le evoluzioni dell’universo a cui appartiene restando sempre coerente con la sua natura originaria. Fu spontaneo quindi declinarsi nei primi anni ’90 del Novecento in orologio da polso e raggiungere anche in quel frangente una ulteriore conquista tecnica: non solo la miniaturizzazione del proprio movimento complicato per tradurre il calibro nelle dimensioni da polso e quindi inferiori rispetto al modello da tasca, ma anche l’inversione della posizione del tourbillon e dei tre ponti sulla parte anteriore del movimento.
Se dal 1999 il calibro di “La Esmeralda” di Girard-Perregaux è automatico grazie all’utilizzo di un micro-rotore in platino, nel corso del tempo le edizioni eredi dell’antenato originario sono state numerose e ricercatissime dai collezionisti. Destinate a diventare grandi cult di successo come la nuova versione di quest’anno, un pezzo unico “A secret”, abbellito da un coperchio interamente inciso a mano che cela il fondello del segnatempo.
Girard-Perregaux – Esmeralda Tourbillon “À secret” – Nelle foto diverse fasi del paziente lavoro di incisione del maestro orologiaio.
Nei suoi 44 mm di diametro La Esmeralda Tourbillon “À secret” racchiude l’essenza della più alta orologeria, un territorio in cui è indispensabile la presenza all’unisono di due protagonisti: la ricerca dell’innovazione e l’indiscutibile unicità dell’impatto umano nella sua realizzazione. Non è forse la sensibilità del creatore, i piccoli gesti, la sua infinita pazienza a trasmettere l’emozione speciale che ognuno di noi percepisce al polso nei confronti del proprio orologio? La magia è racchiusa tutta lì! A dimostrazione di ciò La Esmeralda Tourbillon “À secret”, autentica opera d’arte, è sbocciata tra le mani di un unico maestro orologiaio. A lui appartengono tutte le decorazioni e finiture che hanno richiesto oltre tre settimane di lavoro per abbellire il bariletto, la platina superiore ed inferiore. Sempre dalla medesima mano è scaturita la lucidatura di ognuna delle 80 componenti del tourbillon ( la cui gabbia a forma di lira pesa soltanto 0,305 grammi), che si è soffermata poi sull’habillage del segnatempo raggiungendo un virtuosismo particolare con l’incisione del coperchio segreto. Le linee dolcemente incurvate, incise nell’oro rosa, si rincorrono in un gioco di profondità a raccontare una immagine piena di poesia: tre cavalli liberi al galoppo, metafora dell’avventura, del movimento, e perché no del progresso in divenire, di cui il calibro è un emblema.
Fin ad ora eravamo abituati a considerare “la montre à secret” appannaggio dell’universo femminile, una creatura a metà tra il gioiello e l’orologio, nata seguendo il bon ton del passato per permettere alla donna di leggere il tempo con una certa discrezione.