Sin da quando è arrivato, nel gennaio di quest’anno, il Laureato Chronograph si è ritrovato cucita addosso l’etichetta del predestinato. Modello di peso, destinato ad elevare una giovane collezione già di per sé dal grande potenziale.

Due anni dopo il suo ritorno, collimato a 40 anni dal lancio del capostipite, una delle collezioni più personali di Girard-Perregaux accoglie oggi un modello a suo modo inedito: il Laureato Chronograph.
In fondo è tutta una questione di correnti di pensiero. C’è chi sostiene fermamente che un orologio da polso, per rispettare quel sottile bilanciamento tra eleganza, pulizia ed equilibrio di volumi & proporzioni, debba essere necessariamente un tre sfere. E chi invece, fervente sostenitore del partito delle funzioni, avverte una sorta di mancanza ogni qualvolta quello stesso orologio non sia in grado di garantire nulla più del minimo sindacale rappresentato dall’indicazione di ore, minuti e secondi.
“Movimento”, quest’ultimo che ha sempre trovato nel cronografo il suo candidato ideale. Non tanto per il reale apporto che la complicazione in sé è in grado di offrire nel quotidiano, quanto per il fascino che è capace di assicurare. Corda emozionale che Girard-Perregaux è andata a toccare quest’anno con l’introduzione del Laureato Chronograph.

Scontato, si potrebbe pensare. E invece no. Perché seppur comune e decisamente apprezzata, anche solo dal punto di vista estetico, la funzione dedicata alla misurazione dei tempi brevi è tutto tranne che un passe-partout. Ma anzi, per essere sfruttata in tutto il suo notevole potenziale, deve necessariamente presentare una marcata affinità con il modello con il quale è chiamata ad integrare.
Un problema-non-problema nel caso del Laureato Girard-Perregaux, le cui spiccate caratteristiche di base in quanto a sportività e, soprattutto, a versatilità, sono parse evidenti sin dal giorno del suo rilancio. E poi confermate, nel breve volgere di un paio di stagioni, da una prolificità senza precedenti che ha dato vita attorno alla versione base a una famiglia allargata di referenze, tutte perfettamente a proprio agio con la natura del modello.

Un mood che, per una sorta di meccanica empatia, è stato subito condiviso dal Girard-Perregaux Laureato Chronograph, integrato con estrema naturalezza sin dal suo arrivo all’interno di una collezione già ben riconosciuta e apprezzata.
In cui proprio il cronografo era il tassello che mancava. E che è arrivato senza stravolgere o forzare il progetto di base. Merito dell’impronta sportiva dello stesso Laureato, predisposto ad accogliere con disinvoltura elementi “nuovi” come i tre contatori sul quadrante, i due pulsanti dedicati allo start-stop-reset del cronografo (realizzati, con ottima fattura, con un profilo che richiama l’ottagono della lunetta) e le due spallette appena accennate a protezione della corona. Un’operazione perfettamente riuscita tanto che, a guardarlo, l’impressione è che il cronografo sembri far parte della famiglia Laureato da sempre.
Chic lo è sempre stato, grazie alle finiture, ai metalli nobili e a quelle lavorazioni patrimonio della storia dell’orologeria come il guilloché Clous de Paris del quadrante. Sportivo pure, per via di un design spigoloso pensato per evocare un’idea di grande solidità.

Il Laureato Chronograph è disponibile nei diametri da 38 o 42 mm, due misure pensate per andare a soddisfare le esigenze di differenti tipologie di clientela. Tendenzialmente, sempre maschile, come le scelte stilistiche lasciano intendere.
Molto ben pensata, quindi, anche “l’offensiva prodotto”. Girard-Perregaux ha previsto infatti, ricalcando lo stesso approccio che ha caratterizzato la costruzione delle altre sotto famiglie del Laureato, un buon numero di soluzioni per un totale di 14 referenze. Pacchetto risultate dall’incrocio di materiali, accostamenti cromatici e dimensioni.
Così il Laureato Chronograph si è presentato al debutto (leggi qui l’articolo di The Ducker in merito all’arrivo da Pisa Orologeria) nell’immancabile acciaio ma anche in oro rosa 18 carati, provvisto di bracciale o di cinturino in pelle di alligatore (in questo caso dotato di soluzione addizionale in caucciù, priva però del sistema di sgancio per la sostituzione rapida) così come in tre matching di quadrante, due dei quali a contrasto.
Dalla nascita di Girard-Perregaux fino alle sue più recenti evoluzioni. All’interno del flagshipstore di Pisa Orologerie a Milano, Laura Canepa ha intervistato il grande esperto di alta orologeria Fabio Bertini, che le ha raccontato di inediti modelli nonché dell’universo del brand svizzero.

Entrambe le versioni, sia quella da 38 mm e sia quella da 42, adottano il medesimo calibro meccanico a carica automatica (lo si nota dalla posizione della finestrella del datario, inevitabilmente più spostata verso il centro nella versione di diametro maggiore). Movimento cronografo di manifattura dotato di 46 ore di autonomia con indicazione di ore, minuti, secondi continui e datario.