L’ultima frontiera dell’architettura? La leggerezza, reale o apparente. Ottenuta con materiali d’avanguardia e con un design di ampio respiro. Soluzioni mutuate da Girard-Perregaux e messe al servizio dell’alta orologeria.
Lo schema tecnico è identico da oltre 150 anni. Segno che se le cose funzionano, e piacciono per giunta, non è poi così necessario andare a prendersi rischi altrove. Un ponte a sostegno del bariletto “nell’emiciclo” (giusto per stare in tema di architettura) superiore del quadrante, uno a tenere a bada i ruotismi in corrispondenza della sua metà, e un terzo, in quello inferiore, per garantire la giusta stabilità al tourbillon. Risultato: tre ponti. Anzi, Tre Ponti, con le iniziali maiuscole. Una soluzione innovativa ideata nella seconda metà dell’Ottocento da Constant Girard-Perregaux per i suoi orologi da tasca, talmente sorprendente da meritarsi già all’epoca la Médaille d’Or all’Exposition Universelle de 1889 tenutasi a Parigi.
Il calibro a carica automatica del Neo Tourbillon con Tre Ponti Squelette di Girard-Perregaux presenta un notevole livello di complessità. Nonostante l’estrema leggerezza dei suoi volumi possa far pensare il contrario.
Una firma, un manifesto di stile, un segno dalla forza talmente prorompente da affiancarsi se non addirittura sostituirsi sin da subito, a livello di riconoscibilità, al nome del suo creatore o del marchio del quale portava le insegne. Insomma, un’icona. Arrivata fino a noi solo dopo essere approdata, grazie ai prodigi della miniaturizzazione, sugli orologi da polso a partire dal 1991. Un tesoro. Da mettere non solo in mostra con orgoglio, ma anche e giustamente da far fruttare. Tanto che il marchio orologiero svizzero ha deciso recentemente di costruire, proprio attorno al fenomeno Tre Ponti, una strutturata famiglia di prodotti. Capace di accogliere grandi, medie e piccole complicazioni, ma anche di affiancare a modelli dalla riconosciuta impostazione classica, interpretazioni decisamente contemporanee.
Famiglia allargata, guidata, nei suoi due nuclei, da quell’Esmeralda Tourbillon vincitrice nel 2016 del GPHG nella categoria Tourbillon Watch, e dal Neo-Tourbillon lanciato nel 2014. A cui nel corso del 2017 si sono aggiunti il Neo-Bridges, prima, e il Tourbillon con Tre Ponti d’Oro successivamente. Collezione che ora accoglie una mirabile evoluzione proprio di quel modello lanciato ormai quattro anni fa: il Neo Tourbillon con Tre Ponti Squelette.
Un orologio che, se anche si pagasse per entrare in boutique, varrebbe da solo il prezzo del biglietto. E che per questo meriterebbe di essere osservato, toccato e indossato dal vivo. Solamente per rendergli omaggio, per approfondirne la conoscenza, per il piacere di farselo raccontare. Anche non avendo l’intenzione o la disponibilità economica (costa quasi 145mila euro) per acquistarlo.
La cassa del Neo Tourbillon con Tre Ponti Squelette è volutamente ridotta ai minimi termini per accentuarne la leggerezza. Un “anello” in titanio da 45 mm ne costituisce la carrure alla quale sono fissate le anse. Spicca l’assenza della lunetta.
Non è un caso allora che Girard-Perregaux, per la sua realizzazione, abbia fatto largo uso del cristallo zaffiro (sia quello anteriore e sia quello posteriore, bombati e scavati per fare spazio ai ponti dal profilo arcuato).
Per non disperdere l’attenzione su dettagli secondari, ma concentrarla invece sull’architettura del suo calibro. Un movimento a carica automatica alleggerito fino all’osso. Tanto da rinunciare in toto alla platina, sostituita da due ulteriori ponti lato fondello (una prima assoluta) e limitata visivamente da essenziali punti di ancoraggio nella sua zona perimetrale. Un movimento “sospeso”, o apparentemente tale, in cui spiccano i ponti in titanio, sabbiati e poi anneriti con una finitura PVD, e il dispositivo tourbillon. Composto da 80 componenti, eppure dal peso, gabbia compresa, di soli 0,25 grammi.