Interprete senza rivali nel campo della cosiddetta arte della fusione, Hublot torna dettare legge con un nuovo, strabiliante, materiale. Lavorato per adattarsi alle forme della cassa di una referenza a tiratura estremamente limitata: l’Hublot Big Bang MP-11 Saxem.
Hublot Big Bang MP-11 Saxem

Hublot – Big Bang MP-11 Saxem – cassa e lunetta in Saxem verde lucido da 45 mm – quadrante scheletrato nero opaco – movimento manuale di manifattura scheletrato Calibro HUB9011 – con 7 bariletti in linea ed autonomia di 14 giorni – cinturino in caucciù.
Giocare con i materiali non è semplice. Può sembrarlo, ma non lo è. Occorre essere bravi, bravi per davvero, altrimenti il rischio che il risultato finale passi per un qualcosa di poco elegante, inappropriato, se non addirittura di “cheap” (cosa non contemplata da quell’industria del lusso di cui l’orologeria fa parte) è inevitabilmente dietro l’angolo. Bisogna insomma avere gusto e, a monte di questo, occorre possedere anche il giusto fiuto per scovarli. Meglio ancora, le capacità tecniche e le risorse economiche per realizzarseli in casa. Hublot, della ricerca dei materiali, ne ha sempre fatto un vanto. Ed ha acquisito negli anni un talento unico, in grado di permettergli di scavare il solco con i suoi più diretti competitor, di farsi trovare sempre un passo avanti. Una leva talmente distintiva e unicizzante da costruirci persino attorno un claim, l’arte della fusione. Pensare ai primi accostamenti di oro e caucciù, considerati al tempo quasi irrispettosi, oggi può far sorridere. Eppure tutto è partito da lì. Da un’idea, e da un motto: essere primi, differenti ed unici. Sentenza ancora oggi dall’importanza capitale, come dimostra il nuovo Hublot Big Bang MP-11 Saxem.
Considerata la difficoltà di realizzazione ed i costi elevati di produzione del cristallo zaffiro nell’inedito tono verde smeraldo, la referenza Hublot Big Bang MP-11 Saxem sarà prodotta in un limitatissimo quantitativo di soli 20 esemplari.

Una primizia per pochi. Con un prezzo al pubblico attorno ai 125mila euro il Big Bang MP-11 Saxem non è certo roba per tutti. Status elitario ribadito per giunta da una produzione di soli 20 esemplari.
Perché in tempi recenti, dopo aver sperimentato i vari Magic Gold, King Gold, e la ceramica high-tech in tutte le salse (e le varianti cromatiche), a Nyon hanno iniziato a sviluppare una competenza fuori dall’ordinario nel campo del cristallo zaffiro. Quello sintetico. Termine ingannevole, che necessita dunque di una doverosa precisazione, in quanto spesso interpretato come sinonimo di “falso”. Perché che sia artificiale, ossia prodotto in laboratorio, è cosa fuori di dubbio. Ma più che “sintetico” sarebbe più corretto definirlo “di sintesi”. Ossia prodotto sì a livello industriale, ma proprietario delle medesime caratteristiche chimiche e fisiche del suo corrispettivo naturale. Il frutto del prodigio della moderna tecnologia insomma. Perché se è vero che il cristallo naturale non è certo una pietra rara, è vero anche che trovarlo cristallino e senza inclusioni che possano pregiudicarne la resistenza durante la lavorazione di un componente tanto complesso quanto una cassa di un orologio (processo delicatissimo, e per comprenderlo basta osservare la complessità di quella del Big Bang MP-11 Saxem) non è certo cosa di tutti i giorni. Che sarebbe poi anche un’impresa non del tutto impossibile, se a complicare le cose non entrassero in gioco anche i colori…

Trasparente, eppur con una base parzialmente coprente, verde smeraldo. Effetto vedo/non vedo (che non ha comunque nascosto la meccanica del movimento HUB9011) punto di forza del Hublot Big Bang MP-11 Saxem
Perché dopo le prime esecuzioni neutre, in Hublot si sono messi in testa di unire l’effetto trasparenza con quello cromatico. Giallo, rosso, blu, fumé. Verde mai. Perché un po’ come avviene con la ceramica, è tutta una questione di ossidi (i pigmenti aggiunti al composto di base), che alle alte temperature tendono a dimostrarsi imprevedibili. Trovare la giusta cromia, figuriamoci poi la voluta tonalità, diventa così un’autentica sfida. Sfida oggi vinta da Hublot con il Big Bang MP-11 Saxem, nome proprio all’interno del quale proprio “Saxem” è chiamato a riassumere in veste di acronimo la dicitura di Sapphire Aluminium oXyde and rare Earth Mineral. Ovvero la ricetta dietro al verde simil smeraldo adottato dal cristallo zaffiro della cassa. Ottenuto aggiungendo all’ossido di alluminio costosissimi elementi rari come olmio e tullio, nonché cromo. Emersi in tono perfettamente omogeneo, senza sfumature né minime variazioni di intensità, proprio grazie alla perfetta struttura molecolare alla base del cristallo di laboratorio.
A portare al debutto il nuovo cristallo verde smeraldo, il Big Bang MP-11 Saxem. Modello non certo inedito, ma tra i più contemporanei ed avveniristici di Hublot grazie al suo movimento carica manuale contraddistinto da 7 bariletti disposti in linea ed inclinati di 90°.

Dall’oro abbinato al caucciù, da cui tutto ha avuto inizio, al Saxem & caucciù. Interpretazioni differenti del concetto di arte della fusione coniato da Hublot.
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