Panta rei, tutto scorre, dicevano i filosofi greci. Come un fiume veloce ed impetuoso la realtà senza sosta si rinnova e si trasforma.
Se dovessimo in due parole tradurre in emozioni la nostra visita alla Manifattura IWC di Schaffhausen, ci troveremmo a pensare proprio a questo aforisma includendo nel suo significato altri vocaboli come evoluzione, anticonformismo, innovazione ed energia non solo naturale, ma anche umana e creativa.
Quel citato fiume eracliteo è l’incipit dell’affascinante storia di successo della International Watch Company, una storia unica che si distingue e differenzia da quelle di tutti gli altri brand nell’universo della meccanica del tempo.
Intorno alla fine del 1800, a Schaffhausen, in Svizzera, il Reno e le sue celebri cascate hanno permesso la nascita e lo sviluppo di tante industrie meccaniche, consentendo anche l’origine della marca IWC che, ad un passo dal festeggiare i suoi 150 anni dalla fondazione, si posiziona oggi tra i primi 5 leader mondiali nel settore dell’alta orologeria.
Nella foto alcuni esemplari dei primi orologi da tasca costruiti da Florentine Ariosto Jones. Gli esemplari sono esposti nel museo ( inaugurato nel 1993) al piano terra dell’edificio principale della Manifattura IWC di Schaffhausen.
Fu proprio verso Schaffhausen che Florentine Ariosto Jones, già vicedirettore e responsabile di produzione della E. Howard Watch and Clock Co. di Boston, volse lo sguardo dai lontani Stati Uniti, per intraprendere la sua nuova avventura imprenditoriale. Era il 1868.
All’epoca il mercato americano uscendo dalla grande guerra era in piena ricostruzione postbellica: strade ferrate, nuove reti di collegamento e di trasporti esigevano un concetto di tempo preciso per giungere ad un’ organizzazione ineccepibile. L’orologio, considerato uno strumento indispensabile per l’universo militare, diventava così essenziale anche per lo sviluppo sociale ed economico degli Stati Uniti. A fronte di un’offerta americana relativamente limitata e di qualità scadente, la domanda di un prodotto affidabile era in costante aumento.

Dove poter reperire una manodopera specializzata, forte di una tradizione antica, il cui costo fosse comunque contenibile in vista di una buona strategia industriale? Florentine Ariosto Jones ebbe la formidabile intuizione: ovviamente in Svizzera, patria dell’ orologeria di precisione.
Dopo soli 7 anni dalla fondazione della sua società a Schaffhausen, la International Watch Group, vide la costruzione della prima Manifattura con 200 dipendenti organizzati in una vera e propria produzione industriale.
La Manifattura IWC fu costruita nel 1874-75 nella zona della città detta “Baumgarten”, direttamente confinante con le sponde del Reno. Questo stabilimento è tuttora la sede centrale e, tra il 2005 e il 2008, ha subito dei lavori di ampliamento, con la costruzione dell’Ala Est e dell’Ala Ovest. Gli scatti riguardano la sala dove solitamente si riunisce il CDA ed il Board di IWC. Gli edifici più recenti sono stati progettati per avere il minimo impatto ambientale, il raffreddamento per esempio sfrutta le acque del Reno. La nuova sede avrà i medesimi requisiti.
Dal quel 1875 la Manifattura IWC ha continuano ad evolversi e trasformarsi, arrivando ai nostri giorni a riunire al suo interno 800 dipendenti e annoverandone altri 300 nei diversi mercati mondiali.
Proprio in questi mesi, dopo alcuni ampliamenti degli edifici originari effettuati a partire dal 2005, la marca sta ultimando la costruzione di una nuova sede, nella valle di Merishausen, sopra un terreno di 20.000 m², dove poter riunire tutti i reparti in piena armonia.

Il trasferimento della Manifattura in una sede più grande è una necessità dovuta all’eccellenza della Maison: da IWC si pensa, si produce e si assembla quasi tutto in house, cioè tra le mura di casa propria.
Un fiore all’occhiello che non tutti possono permettersi e che richiede un controllo accurato su ogni minuziosa fase di lavorazione ed un perfetto bilanciamento nella previsione della produzione costantemente monitorata.
In quasi 150 anni di presenza sul mercato, IWC ha creato sei grandi famiglie di orologi che oggi vengono esportati in tutto il mondo, compresi alcuni paesi emergenti.
L’espansione della marca su questi nuovi territori dimostra non solo un’apertura degli orizzonti dell’alta orologeria, ma soprattutto quanto i preziosi codici genetici custoditi in un orologio IWC – heritage, innovazione e quell’anticonformismo di cui si diceva inizialmente – siano davvero in grado di vincere variabili come spazio e tempo.
Nelle foto il reparto dedicato alla fase di polissage della cassa degli orologi IWC. Pur utilizzando una macchina per eseguire la politura e lucidatura del metallo, la sensibilità manuale resta la caratteristica essenziale per raggiungere un perfetto risultato. Tutto dipende dall’esperienza dei tecnici. Oltre alla finitura dei particolari, i dipendenti si occupano anche della finitura delle superfici. Ogni modello di orologio possiede componenti dalle finiture diverse. L’equilibrio e l’armonia tra superfici lucide ed satinate dona profondità e rende il segnatempo facilmente riconoscibile nel suo design concept e nello stile.
Anticonvenzionale, potremmo dire, fin dall’origine. Nel nome della marca, International Watch Company, completamente diverso da quello degli altri importanti brand orologieri (solitamente nella tradizione svizzera troviamo due cognomi che si riferiscono alla mente commerciale e alla mente creativa del marchio), Florentine Ariosto Jones faceva il manifesto del suo spirito imprenditoriale e svelava una dichiarazione di intenti ben precisa. Non solo essere un fondatore americano in un panorama di grandi protagonisti svizzeri forti di una eredità storica completamente diversa, ma anche attuare un progetto visionario per l’epoca: realizzare cioè in Svizzera un ottimo prodotto parziale, portarlo negli Stati Uniti ( il movimento veniva incassato in un atelier a New York) ed offrire sul mercato statunitense la creazione ultimata, pronta per essere distribuita.

Le caratteristiche di innovazione ed anticonformismo sono restate le colonne portanti sulle quali cui, dopo Florentine Ariosto Jones, altri uomini carismatici, come Johannes Rauschenbach-Vogel nel 1880 e i successivi direttori Ernst ed Hans Homberger nel 1905 e 1955 hanno costruito nuovi successi aggiungendo emozionanti capitoli alla storia della International Watch Group votata al puro dinamismo. ( si pensi che per esempio l’idea di realizzare negli anni ‘30 il primo orologio per aviatori fu una naturale conseguenza della passione per le scuole di pilotaggio degli eredi di Homberger).
Nella foto un modello della linea PILOT’S WATCHES di IWC. Il primo orologio “Special Pilot’s Watch” creato nel 1936 era dotato di uno scappamento antimagnetico e di una ghiera girevole con indice per la regolazione che consentiva l’impostazione dell’ora di decollo.
Anche durante la “crisi del quarzo” degli anni ‘70, mentre si ignorava quale sarebbe stato il destino della meccanica del tempo dinanzi all’ondata dei movimenti elettronici (il settore orologiero svizzero passò da 90.000 dipendenti al numero di 30.000), IWC riuscì non solo a sopravvivere, ma ad ottenere inediti ed eccezionali successi, pur restando sempre fedele ai valori delle sue origini.
Dopo essere stata custodita in mani Sciaffusiane per cento anni, con il suo acquisto da parte della fabbrica di strumenti tedesca VDO, fu condotta dalla bravura imprenditoriale di un nuovo direttore verso collaborazioni e risultati inaspettati.
Dagli orologi Porsche Design (il progetto del primo cronografo al mondo con cassa in titanio portava la firma di F. A. Porsche), alla famiglia Da Vinci, vennero prodotti orologi che sono entrati nel mito e che ancora oggi vediamo ai polsi di orgogliosi collezionisti.
La famiglia di orologi da Vinci rappresenta una grande icona per il marchio IWC.
Laura Canepa ha intervistato il dottor Beppe Ambrosini, direttore generale IWC Italia, che ha raccontato a The Ducker com’è nata e come si è evoluta la collezione Da Vinci.
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Alle soglie del secondo millennio, la Manifattura IWC è giunta a rappresentare non solo l’identità di una marca storica di successo, ma soprattutto la culla di know-how e savoir faire preziosissimi.
Contesa dai grandi players dell’universo del lusso, è stata acquisita nel 2000 dal gruppo Richemont che grazie ad una sensibilità strategica vincente l’ha condotta fino ad oggi per mano a scalare i vertici della meccanica del tempo.
IWC splende tra i primi 5 grandi players mondiali dell’alta orologeria, mentre dalle grandi finestre della sua Manifattura è naturale emozionarsi soffermandosi a guardare il fluire del Reno, placido, costante, sicuro nel suo viaggio verso il futuro. Lì, a Schaffhausen , dove tutto è cominciato.
