185 anni, in orologeria, sono un bel traguardo. E ad averlo tagliato, è inutile dirlo, non sono certo in molti. Jaeger-LeCoultre li festeggia quest’anno, regalandosi una nuova famiglia di sportivi costruita attorno a un modello entrato nella storia. Esattamente 50 anni fa.
La storia del Memovox arriva da lontano, ed è tanto carica di fascino quanto lo erano gli anni, poveri di cose materiali ma ricchi di aspettative, del dopoguerra. Perché il suo arrivo sul mercato alla fine degli Anni 50 (sotto le insegne di Memovox Deep Sea) coincide, non a caso, con la scoperta dell’universo sottomarino e delle sue meraviglie, portato nelle sale cinematografiche da pionieri delle immersioni e delle riprese subacquee come Jacques-Yves Cousteau. Incredibilmente per la prima volta, anche chi non era capace di nuotare o non aveva addirittura mai visto il mare, poteva mettere il naso sott’acqua, e sognare. Per i più ardimentosi, invece, era la scoperta di uno sport “estremo” la cui pratica richiedeva però pochi (ma buoni) strumenti professionali. Tra questi, gli orologi da immersione. Una necessità divenuta opportunità per le poche marche ai tempi in grado di realizzarli, più che favorevoli a mettere la loro ricerca al servizio non più solo dei grandi esploratori su terra, ma anche di quelli “di profondità”.
Nel 1959 Jaeger-LeCoultre si affaccia al mondo della subacquea professionale con un diver rivoluzionario. Il primo a combinare le doti di un “subacqueo” con quelle di uno “svegliarino”. Nasce il Memovox Deep Sea. Che si evolverà, dopo uno step intermedio, nel Memovox Polaris del 1968.
La forma è quella di un classico diver, con tanto di lunetta esterna. Ma con due corone. Aspetto che muterà radicalmente nel 1968 con quel Memovox Polaris entrato poi nell’immaginario collettivo di collezionisti o semplici nostalgici di buon gusto.
Tre corone, lunetta interna, e un look che da lì in avanti non lo avrebbe più abbandonato. Modello, questo, che a 50 anni esatti di distanza, in occasione delle celebrazioni dei primi 185 anni della maison, torna nuovamente sotto ai riflettori dopo una fugace apparizione datata 2008. Con un traino di tutto rispetto. Perché per l’occasione Jaeger-LeCoultre non si è limitata a un semplice rifacimento di un pezzo storico, ma vi ha costruito attorno una vera e propria collezione. Strutturata e particolarmente azzeccata. Per il semplice fatto di andare a rappresentare un inedito presidio di sportività (dal tocco vintage ma sempre caratterizzata da una spiccata eleganza di base) all’interno di un catalogo fino a oggi troppo improntato su collezioni classiche.
Cinque modelli, molti dei quali articolati su più referenze. Tutti, però, accomunati da un’attenzione per i dettagli non comune (e non così scontata) per orologi di questa fascia di prezzo. Indici e numeri applicati ne sono un esempio, così come sono applicati anche il logo della marca e il triangolo, uso generoso di SuperLumiNova in tonalità cromatiche che arrivano a riprendere volutamente anche il colore emanato dal trizio dei modelli storici, quadranti che alternano addirittura tre differenti finiture: soleil, grené, opalina. E poi casse di nuovo disegno rifinite a mano nel loro alternarsi di superfici satinate e lucide, per finire con un’attenzione particolare per l’ergonomia. Senza dimenticare, ma è inutile dirlo, i movimenti. Tutti rigorosamente di manifattura. Una costante che accomuna il Polaris Memovox, il Date, l’Automatico così come il Cronografo e il Cronografo World Time.
Tutti i nuovi modelli saranno disponibili sul mercato da aprile. In occasione dell’apertura del SIHH, però, Jaeger-LeCoultre ha deciso di mettere immediatamente in vendita 68 dei 1.000 esemplari del Memovox. 60 online e 8 nella boutique monobrand di Ginevra. See now, buy now.
“Frontman” della neonata collezione, inutile dirlo, il Polaris Memovox, non a caso anche l’unico realizzato in tiratura limitata, a 1.000 esemplari.
Un’icona che rinasce a 50 anni di distanza con medesimo design e funzionalità. Tre corone, quella alle 2 per impostare la sveglia allineando il triangolo interno all’orario desiderato, quella alle 3 per azionare la lunetta girevole interna e infine quella alle 4 per la normale messa all’ora. Un diver a tutti gli effetti, impermeabile a 20 atmosfere, ma con in più la funzione “svegliarino” grazie a un meccanismo con gong in grado di azionare un trillo della durata di 20 secondi accompagnato da una vibrazione trasmessa al polso, e quindi avvertibile anche sott’acqua. Un ottimo esempio di longevità tecnica dal momento che il movimento responsabile di tutto questo, il calibro 956, è diretto discendente di quello già in uso alla fine degli Anni 50. Costantemente evoluto e aggiornato.