Durante lo scorso mese di settembre la manifattura sassone con sede a Glashütte ha lanciato quattro nuove ed esclusive referenze di altrettanti tra i suoi più riconosciuti modelli. Accomunate da un quadrante blu, abbinato a una cassa in oro bianco.
Il blu è sempre stato considerato un colore prezioso, nobile. Da destinare in via prioritaria agli oggetti di eccelsa fattura. Sin dal IX secolo, da quando cioè si è iniziato ad utilizzarlo come tinta decorativa per le porcellane, prima in Medio Oriente e poi in Cina. Il suo pregio derivava dal fatto che era prodotto con pigmenti di cobalto blu, all’epoca due volte più costoso dell’oro. E, naturalmente, dall’estrema eleganza che donava ai manufatti che con esso venivano ornati. Ma la storia di questo blu si intreccia curiosamente anche con quella della Germania. Primo perché Kobolt (Kobalos in greco), ovvero folletto, era infatti il nome dato a questo elemento chimico dai minatori tedeschi, che si dice incolpassero gli elfi di far trovare questo metallo per loro poco utile in luogo dell’oro. E secondo perché fu proprio a Meissen, villaggio vicino a Dresda e a Glashütte, che all’inizio del Settecento si sviluppò la prima produzione europea di porcellana dura sullo stile orientale. Naturalmente bianca e blu.
Lange 1, Lange 1 Daymatic, Saxonia e Saxonia Automatic. Questi i quattro modelli, due a carica automatica e due a carica manuale, eletti da A. Lange & Söhne per la sua ultima “capsule collection” in blu.
Il blu, insomma, proprio per via della sua unicità mista a rarità, è sempre stato oggetto di approfonditi studi e ricerche, persino da parte degli alchimisti. In ogni sua nuance. Dal più puro, al più inteso, ma anche il più cristallino, il più profondo, il più naturale. Talmente inseguito e ambito che, all’inizio dell’Ottocento, viene persino ricavato per la prima volta da un pigmento sintetico, frutto di anni di studi e di tentativi. Tanto sforzo per un solo, semplice colore. Che l’orologeria però non adotta subito, in virtù del fatto che il quadrante di un orologio, in quegli anni più che mai, doveva essere prima di tutto leggibile, e per questo realizzato con indici e numeri neri su fondo rigorosamente bianco.
Ma quello che non era un colore usuale un tempo, per alcune manifatture non lo è persino oggi. Come per A. Lange & Söhne, per esempio, realtà unica in cui ogni variazione sul tema che si discosti dalla più rigida tradizione storicamente viene accuratamente soppesata e considerata prima di essere definitivamente avvallata. Così basta un rapido sguardo alle contemporanee collezioni della marca per capire quanto proprio il blu, colore a suo modo riconosciuto e storico per aver fatto le fortune delle Porcellane di Dresda, lì a due passi da Glashütte, non fosse attualmente presente sul quadrante di nessun modello. Ma solo confinato su qualche piccola lancetta, o riservato alle caratteristiche piccole viti azzurrate alla fiamma, simbolo dell’orologeria sassone. Almeno prima dello scorso settembre. Quando A. Lange & Söhne ha deciso di lanciare quattro nuove referenze e di assegnare a queste proprio il blu come colore dominante.
Fino a oggi in casa A. Lange & Söhne il blu era il colore dei dettagli. Degli indici e della minuteria del 1815 Chronograph Boutique Edition, per esempio, così come del Tourbograph Perpetual Pour le Mérite. Ma anche delle lancette azzurrate alla fiamma.
Due di queste sono state selezionate all’interno della famiglia del Lange 1, la specialità della casa, il primo modello riproposto nel 1994 dopo la rinascita del marchio. Una, dedicata alla sua interpretazione originaria, a carica manuale, e l’altra al Lange 1 Daymatic, ovvero al suo alter ego a carica automatica, variante introdotta per la prima volta nel 2010. Modello, quest’ultimo, che si distingue anche per il layout speculare delle informazioni sul quadrante e per la presenza di un indicatore retrogrado dei giorni della settimana in luogo di quello della riserva di carica. E poi, due Saxonia, altro classico della marca rivisto nello stile nel corso del 2015. Anche qui, un carica manuale (35 mm di diametro per soli 7,3 di spessore) e un automatico (38,5 mm per 7,8 mm).